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Cultura

Raccontare Sciascia, il libro di Campanella e Piscopo

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Il libro “Raccontare Sciascia” inedito e originale nel centario dalla nascita dello scrittore agrigentino

Un maestro con oltre 40 anni di attività didattica a favore dei più piccoli e un insegnante di lettere al liceo, accomunati dalle stesse origini,  hanno da poco pubblicato un  interessante saggio dal titolo: “Raccontare Sciascia”. 144 pagine, con l’introduzione dotta dello scrittore e giornalista Salvatore Ferlita, le splendide fotografie di Angelo Pitrone, accompagnano il lettore in un viaggio immersivo. Tante le pubblicazioni nel centenario della nascita di Leonardo Sciascia, ma questo libro, scritto con un linguaggio semplice e nello stesso tempo incisivo ha un’alta finalità pedagogica, in perfetta simbiosi con la formazione dei due autori. Gli autori lo scrivono chiaramente nella premessa che per “mantenere e alimentare il primato della scuola, dobbiamo educare i ragazzi a porre domande, a coltivare dubbi e curiosità, a studiare il passato per progettare un futuro migliore”.

Angelo Campanella e Giuseppe Maurizio Piscopo (nella foto), da sempre affascinati dal pensiero di uno dei più grandi intellettuali del novecento, hanno scritto a quattro mani questo volume con l’amore e la passione che ci può mettere una coppia di musicisti nel suonare insieme un pianoforte.

Il contesto storico

Sfogliando le prime pagine il  lettore è come se iniziasse un viaggio alla scoperta delle origini dello scrittore agrigentino, ne conosce il contesto attraverso i grandi temi come la mafia, la giustizia, la scuola, il cinema, il teatro e tanto altro che rientra nell’immensa produzione letteraria sciasciana.

I contributi di Lombardo e Nicastro

Campanella e Piscopo hanno raccolto spunti inediti, intervistando Giacomo Lombardo e Franco Nicastro; il primo fu uno degli alunni di Sciascia a Racalmuto nell’anno scolastico 1949/50, l’altro, affermato giornalista,  vicedirettore dello storico quotidiano “L’ora”, dichiara: “a Sciascia fu affidato un compito che ormai oggi si è perso nelle pratiche quotidiane  dei giornali, quello di portare la cultura in prima pagina”.

Sciascia e il cinema

Particolarmente interessante il capitolo dedicato al cinema; se è vero che la letteratura ha avuto da sempre un primato rispetto alla settima arte, perché  veniva identificata come la cultura, cioè la miglior forma di rappresentazione della coscienza di sé, dell’uomo e della società, dall’altro il cinema ha dovuto faticare non poco, in quel periodo, combinando  suono e immagini, come ci ricordava lo storico del cinema Lino Miccichè per stare al passo con la scrittura drammaturgica. Gli autori mettono in parallelo Sciascia con Tornatore, stessa passione per il grande schermo e amore per le storie tipiche del neorealismo. Bellissima la citazione riportata: “Ai registi che traggono dei film da alcuni miei libri, mi viene da dire: ma perché fate una sceneggiatura, non vedete che il libro è già sceneggiato?”

Le fotografie di Angelo Pitrone

L’inserto in bianco e nero delle foto di Pitrone arricchisce questa perla libraria e nelle pagine finali lo spartito e il qr code con una landing page su Youtube, rimandano all’ascolto in cuffia del “Tema di Regalpetra”, composizione inedita alla fisarmonica del maestro Piscopo   che, come in un film, accompagna il lettore a immaginare la sua personalissima colonna sonora.

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Cultura

Il dongione del sapere

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A MOTTA prende avvio l’Università delle tre età, con un percorso di incontri di educazione permanente

E’ stata inaugurata sabato 11 gennaio l’Università delle tre età a Motta S Anastasia in collaborazione con l’Irsef  e l’associazione “Immagina “ in via terre nere.

L’incontro augurale dopo il saluto introduttivo del presidente di “Immagina” Matteo Gallone, ha visto protagonista il giovane talento di chitarra Kristiano Mavilla

Sono intervenuti il dott. Giuseppe Zappalà e la promotrice del progetto , prof. Angela Giardinaro, la quale ha illustrato la genesi dell’iniziativa che intende essere un servizio alla comunità cittadina ed un positivo contributo al processo di Educazione permanente che accompagna l’ordinarietà della vita quotidiana.

Gli incontri costituiscono, infatti, una breve sosta per pensare, e poi agire in coerenza ai principi e ai valori che ciascuno interiorizza

E’ stato presentato il programma di 15 incontri a cadenza settimanale che affrontano un molteplicità di aspetti culturali: i valori e i simboli della Repubblica, l’arte, la poesia, la tecnologia e l’intelligenza artificiale, la violenza di genere,  i miti religiosi  la biodiversità, la matematica dei codici, l’opera dei pupi, il ruolo della polizia postale, l’ambiente, il territorio e l’Etna, l’arte musicale, l’Alzheimer, il disagio giovanile, la storia di Sicilia  dallo sbarco allo Statuto.

Sono stati presentati alcuni dei relatori che hanno offerto la propria disponibilità in questo servizio culturale e civico. Sono intervenuti i presidi Giuseppe Adernò, già dirigente a Motta S Anastasia dal 1989 al 2000; Vincenzo Ligresti di Paternò, i docenti relatori: Margherita Platania, Rosanna La Malfa, Maria Teresa Moscato, Margherita Francalanza, Maria Dari, Graziella Priulla, Margherita Aiello, Angela Giardinaro; Vito Sapienza, Alessandro Puglisi, Luciano Signorelli, Alessandro Napoli, Giuseppe ed Emiliano Zappalà.

Un bianco albatros di cultura si pone sull’antico dongione normanno e dall’alto diffonde piccoli semi che germogliano nel fertile terreno della comunità mottese.

Il progetto prevede anche delle escursioni culturali a Catania per la festa di S Agata, al museo dello Sbarco e sull’Etna.

Il primo incontro, a cura del preside Giuseppe Adernò, avrà luogo mercoledì 15 gennaio, sul tema: “Valori e simboli della Repubblica, diritti e doveri del cittadino” .

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Cultura

“Ci hanno nascosto Danilo Dolci”

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Cosa accomuna un maestro elementare, Giuseppe Maurizio Piscopo,  40 anni trascorsi nelle scuole, spesso più difficili, a insegnare ai bambini la cultura della non violenza e l’impegno per la giustizia sociale, con l’intellettuale Danilo Dolci, anche lui  educatore, che fra gli anni ’50 e ’60 scelse la Sicilia per promuovere il suo pensiero  soprattutto alle giovani generazioni?

Giuseppe Maurizio Piscopo

E’ inevitabile, per chi conosce bene il poliedrico Piscopo, che è anche compositore e musicista, che il titolo che ha voluto dare alla sua ultima “creatura” editoriale: “Ci hanno nascosto Danilo Dolci”, pubblicato da Navarra editore, pensare che può essere una provocazione del nostro tempo. La sua è stata una ricerca sul campo, prima di scrivere questo prezioso volume, ha girato tante biblioteche non riuscendo quasi mai a trovare i libri di Dolci, autore di più di 80 pubblicazioni di cui 25 di poesie. Cita “Chi gioca solo” il volume di 328 pagine, pubblicato per la prima volta nel 1966 da Einaudi. Un’opera ancora oggi attuale che analizza le dinamiche sociali e politiche della Sicilia del dopoguerra, con particolare attenzione al fenomeno mafioso e alle sue connessioni con il potere politico. Piscopo si interroga come mai in Italia non c’è traccia del volume e nessuno ne parla mentre si continua a leggere in Inghilterra e in America? Danilo Dolci affermava che “Chi gioca solo non perde mai”, riprendendo un antico proverbio siciliano, e scrive: “Una delle risposte più illuminanti è condensata nel significato locale della parola “associazione”, che significa molto molto spesso “associazione a delinquere”: tutti coloro non vogliono dunque correre rischi, non mirano certo volentieri ad associarsi.”

Il pensiero di Dolci

Piscopo ci fa riscoprire con questo libro la bellezza del pensiero di Dolci, contro chi in tutti questo anni lo ha voluto oscurare, da qui il sogno di farlo inserire nei piani didattici dalla scuola elementare all’università. Oggi i giovani si infiammano contro la guerra, Dolci ha dimostrato che la nonviolenza non è rimanere passivi, anzi, significa sprigionare una forza attiva e potente per il cambiamento sociale. Riprendendo gli scritti, Piscopo  evidenzia quella partecipazione popolare capace di costruire una democrazia dal basso. Approccio ancora attuale se si pensa ai giganteschi numeri di chi sceglie di non andare a votare perché disilluso dalla politica.

 Il libro

Danilo Dolci

Il libro evidenzia bene la lotta di Dolci contro la povertà, la mafia e le disuguaglianze sociali, temi ancora di grande attualità che affliggono il mondo. Ecco perché ci ricorda l’importanza di impegnarsi per una società più giusta e inclusiva. Ma tornando all’attività di maestro elementare svolta da Piscopo, i suoi bambini di un tempo, sono gli adulti di oggi  e qualcuno lo ha pure associato alla maieutica di Socrate, la stessa tecnica utilizzata a Borgo Parrini da Dolci che mirava a fare emergere la consapevolezza e la creatività dei giovani, promuovendo in loro lo sviluppo personale e comunitario.

Dolci considerava l’educazione come uno strumento fondamentale per la crescita individuale e sociale. La sua attenzione all’educazione come motore di cambiamento è ancora attuale per formare cittadini consapevoli e responsabili. Lo conosce bene Piscopo il documentario realizzato da due ex studenti della sede siciliana del Centro Sperimentale di Cinematografia, Leandro Picarella e Giovanni Rosa, dal titolo: “Dio delle Zecche”. In questo lavoro i giovani cineasti raccontano la figura, la storia, le opere di Danilo Dolci, attraverso il viaggio che il figlio più giovane, En, percorre dalla Svezia, Paese in cui è cresciuto, fino a Trappeto. Un viaggio per luoghi e persone, ma soprattutto un viaggio attraverso il tempo, alla ricerca della memoria perduta di un intero paese. Una memoria fatta di lotte, di scioperi alla rovescia, di marce per la pace. Una memoria nonviolenta.

Il libro “Ci hanno nascosto Danilo Dolci” con l’introduzione di Salvatore Ferlita e la post fazione di Amico Dolci, contiene interviste inedite e diverse fotografie concesse da Giuseppe Leone e Melo Minnella, alcune tratte dall’ archivio del Centro per lo Sviluppo Creativo “Danilo Dolci”. L’autore, assieme a Pier Paolo Petta, esegue con la fisarmonica la colonna sonora “Spine Sante”, trascritta da Gioacchino Zimmardi. Una vera chicca e un buon motivo per acquistare il libro.

Ivan Scinardo

 

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Cultura

Mario Cocco primo sindaco dei ragazzi

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Originale lezione di Educazione Civica al Palazzo Minoriti

Mario Cocco primo  sindaco dei ragazzi dell’Istituto “Quirino Maiorana” di Catania

Nel corso di una solenne cerimonia, per la prima volta nell’aula consiliare della Città Metropolitana, al Palazzo Minoriti,  Mario Cocco, primo sindaco dei ragazzi dell’Istituto “Quirino Maiorana”  ha recitato la formula di giuramento impegnandosi “a collaborare per il bene scuola piccola città e per la crescita sociale e civile della Comunità scolastica”.

La cerimonia ha avuto inizio con l’Inno d’Italia, l’ingresso della bandiera tricolore e del testo della Costituzione.

Con il patrocinio della Città Metropolitana, il Capo di Gabinetto, Gianluca Emmi ha presentato i saluti del Sindaco Enrico Trantino ed ha introdotto la cerimonia il vice prefetto vicario, dott.ssa Maria Giovanna Conti , accogliendo il giuramento del Sindaco  dei ragazzi, Mario Cocco, del Vice Sindaco Giacomo Rizzo, della Presidente del Consiglio  Sofia Centorbi.

Grande l’emozione degli studenti nel sentirsi protagonisti attivi di una speciale “lezione di Educazione Civica”, svolta nel prestigioso contesto dell’aula consiliare,  alla presenza anche dei genitori che hanno molto apprezzato gli interventi degli assessori  nei singoli settori: Marco Leonardi alla  cultura,  Sebastiano Longo all’ambiente,  Delia De Zan all’inclusione e alle  pari opportunità, Enea Ferreira Cruz allo sport.

I consiglieri eletti sono: Clara Franco, Edoardo Smedile, Alessio Trovato ,Elena Scuderi, Alessandro Pino, Giacomo Bevilacqua, Andrea Quedreago, Miriam Mammo e Giada Santocono.

Un vivo apprezzamento per la lodevole iniziativa è stato espresso dalla Dirigente Gisella Barbagallo, dai docenti: Anna Arcidiacono e Mariagrazia Amico, ed dal papà del sindaco dei ragazzi, il quale insieme alla moglie ha firmato l’atto di giuramento, quale segno di condivisione del progetto che coinvolge la scuola e la famiglia.

Un particolare ringraziamento è stato indirizzato ai docenti che hanno coordinato e guidato la realizzazione del progetto che in questa prima fase ha coinvolto soltanto  le classi seconde e tutti insieme hanno dimostrato competenza e impegno.

Il preside Giuseppe Adernò, promotore del progetto,  ha rinnovato ai neo eletti l’impegno del CPS, sigla che sintetizza la Cultura e l’impegno nello studio, la fedeltà alla Costituzione;  la Partecipazione attiva e democratica ed infine, utilizzando la metafora della “tuta dell’operaio”, la dimensione del Servizio, perché la politica, ricerca del bene comune, è un servizio alla comunità scolastica e cittadina e va vissuta con la gioia e con l’entusiasmo di un sogno da realizzare insieme per un futuro migliore.

Gli auguri di Buone feste, anche a nome del Prefetto, Maria Carmela Librizzi, da parte del viceprefetto vicario Maria Giovanna Conti, hanno concluso l’originale giornata scolastica.

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In Tendenza