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Cinema

Donatella Finocchiaro e le altre Beate

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La storia di Beate comincia, nelle parole di Samad Zarmandili, con: “La sceneggiatura inizialmente ambientata nella provincia Campana”, luogo altro e lontano da quel Polesine nei pressi di Rovigo che ha poi costruito l’ambiente del film, girato in 30 giorni. “L’articolazione con il sacro – continua il regista – l’abbiamo intesa anche come recupero dello stesso nel mondo del lavoro, non solo uno strumento umoristico. L’idea che la storia accadesse in provincia includeva la ricerca di quei valori che hanno tenuto insieme l’Italia per tanto tempo. Era un escamotage, che consentiva una trasfigurazione grottesca tra la fabbrica di lingerie e il convento delle suore. Il mantenere poi la lingua veneta, l’inflessione – che ha anche un suono divertente – è stato per aderenza alla realtà del territorio, ma anche un omaggio a film che l’anno celebrato, come Signore e Signori di Germi”.

Presentato al BIF&ST di Bari in anteprima, poi alla rassegna estiva romana di Nanni Moretti, “Bimbi belli”, dal 30 agosto il film esce per due settimane in esclusiva al Nuovo Sacher di Roma, e all’Anteo di Milano: seguirà poi la distribuzione nazionale. “Bari mi piaceva perché ha un bel pubblico. Su Venezia passata, invece, siamo stati in ballo per una collocazione nella sezione Cinema nel Giardino, che avrei accettato, ma poi non è andata a buon fine”, ha detto Dario Formisano, produttore con eskimo.

Questa storia in chiave leggera, che però narra questioni difficili e realistiche, come la perdita del lavoro, ma anche la complessa situazione di mantenimento di alcuni contesti religiosi, trova sviluppo e soluzione nello spunto dell’unione tra la comunità delle operaie e quella delle suore, tra la lingerie femminile e la necessità di ristrutturare il convento affinché non si trasformi in un resort stellato, il tutto nel nome di Armida, il personaggio di Donatella Finocchiaro, ma anche la beata a cui le monache sono devote, soprattutto una brillante Lucia Sardo nel ruolo di Suor Restituta, la zia della Finocchiaro. Per lei: “L’esperienza ‘da straniera’ in Veneto è stata quella della squadra femminile, rara nel nostro cinema, capace di stare sui toni della commedia, seppur sociale. Nel film vivono escamotage da commedia brillante accanto a temi difficili, cosa che crea un connubio da favola, nel nome della vittoria finale. Un grande messaggio di speranza”. Con Donatella Finocchiaro, come la stessa attrice ha tenuto a ribadire, un vero consesso di interpreti, tra cui Paolo Pierobon, assente all’anteprima con la stampa perché impegnato ad interpretare Silvio Berlusconi in 1994, ma che il regista racconta dicendo come: “il percorso di Paolo/Loris si esaurisce quando il personaggio di Armida capisce di poter camminare da sola. È come se facesse poi un suo upgrade, ma senza le donne”. Un ruolo quasi da caratterista, per l’attore, a cui Finocchiaro dà una lettura più ampia: “riconosco a Samad di aver scelto attori tutti giusti, tutti messi al posto giusto. Tutti personaggi costruiti, non con piccoli ruoli. È un vero film corale”.

Nel cast anche Anna Bellato, la datrice di lavoro “cattiva”, ovvero quella Veronica che dà il nome alla fabbrica di intimo femminile, come ad un brano della colonna sonora: “Di un personaggio come il mio – dice Bellato – volevamo raccontare un punto di vista molto egoistico, che rispecchia prospettive economiche e non umane, che compie la scelta più semplice. Abbiamo cercato di rendere una persona che diventa cattiva per qualcosa che lei ritiene più funzionale. Samad è riuscito con leggerezza a raccontare due mondi che uniti diventano forti insieme”.

Veronica che, appunto, non è solo il nome del personaggio e del marchio di intimo, ma anche il titolo di una delle canzoni che compongono la colonna sonora: un’idea del produttore Formisano, che racconta come stessero: “cercando una canzone popolare, che potessero cantare suore e operaie. Ma quelli popolari sono brani che costano moltissimo. Ho spulciato nell’archivio dell’editore musicale Ala Bianca e ho scoperto lì che Veronica era scritta da Dario Fo e Sandro Ciotti, su musica di Enzo Jannacci, che la interpreta: una chicca, che ci ha fatto pensare anche al ‘Vincenzina, davanti alla fabbrica’ da Romanzo popolare di Monicelli”.

Cinema

“Il complottista”, il film di Valerio Ferrara

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In un quartiere popolare di #roma c’è un barbiere che tormenta i clienti e i vicini di negozio con le teorie che legge online. A casa e nella piccola comunità di quartiere nessuno lo prende sul serio, tanto meno quando si convince che i lampioni mandano dei messaggi segreti con il codice Morse. 

Tutti siamo complottisti

Ma, quando si presenta la polizia alla sua porta e lo arresta di fronte alla famiglia, la sua credibilità prende una svolta inaspettata. Una produzione Elsinore Film, Wildside, società del gruppo Fremantle. Il film IL COMPLOTTISTA sta facendo il toru nelle sale italiane.

Il Complottista, il film diretto da Valerio Ferrara, si svolge in un quartiere popolare di Roma e vede protagonista un barbiere. L’uomo è il classico complottista e più notizie legge online, più si convince delle sue teorie improbabili e paranoiche, alimentando sospetti sempre più bizzarri.

I suoi clienti

I suoi clienti, abituati alle sue strane idee, non lo prendono mai sul serio e sanno che ogni giorno ne sentiranno una nuova, spesso più assurda della precedente. Come quando inizia a raccontare a tutti che i lampioni della città, con il loro lampeggiare apparentemente casuale, in realtà inviano messaggi in Codice Morse, orchestrati da poteri occulti.

Effetto sorpresa

Ma un giorno, all’improvviso e sotto gli occhi di tutti, il barbiere viene arrestato dalla polizia. La piccola comunità di quartiere, inizialmente incredula, smette di prenderlo in giro e inizia a chiedersi con inquietudine se tutto quello che raccontava potesse, in fondo, nascondere una verità sconvolgente…

Guarda il trailer

Guarda l’intervista al regista realizzata da Ivan Scinardo in open day cinema a Radio in

 

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Cinema

“Il mio clown”, il film di Francesco Lama

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Un uomo di circa 80 anni ogni giorno si reca in un centro diurno per persone con disabilità. Si veste puntualmente da clown e partecipa alle attività del centro immerso completamente nella parte. Questa è la storia di un clown! Diventato clown nell’età della sua fragilità. Questa è la storia di un clown, che è diventato clown per sostenere i fragili e gli ultimi. Questa è una storia! Scritto e diretto da Francesco Lama, il film #ilmioclown tocca argomenti sociali importanti.

Colonna sonora di Antonio Smiriglia, direttore fotografia D avide Cuscunà, musiche Tindaro Raffaele, prodotto dalla nucciarte produzioni con il sostegno della Fondazione Mancuso onlus, e Irritec

 
Trailer IL MIO CLOWN scritto e diretto da Francesco lama, iscritto in concorso ai premi DAVID DI DONATELLO 2025.
 
 
Guarda l’intervista al regista in Open day cinema a Radio In
 
 
 
 
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Cinema

Sonia Bergamasco, attrice e regista

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E’ considerata una delle attrici italiane più amate. In questi giorni al cinema nel film di Alessandro Tonda, Il Nibbio, nei panni della giornalista Giuliana Sgrena. Il suo debutto alla regia nel documentario biografico su Eleonora Duse, un’attrice leggendaria che ha illuminato la strada alle generazioni successive con l’energia dirompente del suo corpo di scena. Dando voce ai testimoni, di ieri e di oggi, il film cerca di fare luce sul corpo dell’artista come strumento da scoprire, per comporre un ritratto plurale dell’attrice al presente. Sonia sarà in scena il prossimo 9 maggio a Siracusa in “Elettra” di Sofocle, diretta da Roberto Andò.

Sonia Bergamasco è attrice e regista, musicista e poetessa, diplomata in pianoforte presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e in recitazione presso la Scuola del Piccolo Teatro[1]. Dopo il debutto in Arlecchino servitore di due padroni di Giorgio Strehler, ha lavorato nel Pinocchio di Carmelo Bene e con registi quali Theodoros Terzopoulos e Massimo Castri, in teatro.

Nel 2003 ottiene la candidatura ai Nastri d’argento e al Globo d’oro come miglior attrice protagonista per il film La meglio gioventù. Nel cinema ha recitato con registi come Silvio Soldini, Giuseppe Bertolucci, Liliana Cavani, Marco Tullio Giordana, Bernardo Bertolucci, Gennaro Nunziante. Nel 2016 è stata scelta come madrina della 73ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Sostiene l’organizzazione Medici Senza Frontiere. Nel 2017 ha visitato tre ospedali di MSF in Giordania per la campagna “Cure nel Cuore dei conflitti”[2].

Vita privata

È sposata dal 2000 con l’attore Fabrizio Gifuni e ha due figlie.

Guarda l’intervista a Radio In

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