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Musica

La musica di Capodicasa crea suggestioni e atmosfere uniche

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43 anni, un lavoro da insegnante di sostegno in una scuola secondaria di Palermo, Vincenzo Capodicasa può definirsi a pieno titolo un talento naturale. Per la sua recente esibizione al “Daro Art”, un pittoresco laboratorio di creatività in Via Castellana Bandiera a Palermo, ha scelto come compagno di viaggio, un giovane di 17 anni, che studia al liceo musicale di Palermo, Giacomo Scinardo. Lui ha alternato chitarra, violoncello e basso per una sequenza di brani, molti dei quali inediti. La storia musicale di Capodicasa inizia quando aveva gli stessi anni di Giacomo; forse per questa serata al Daro, ha voluto rivivere una sorta di proiezione in flashback. Ed effettivamente le atmosfere che si sono create, in quasi due ore di concerto, hanno catturato l’attenzione di un selezionato pubblico in una sala abbellita dalle opere della studentessa dell’Accademia di belle arti di Palermo, Dora Correnti, oggi compagna di vita di Capodicasa. A lei si è ispirato per scrivere molti brani stupendi, come “Cammina con me”. E se è vero che una canzone spesso nasce da una emozione che sia negativa o positiva, la musica di Capodicasa tocca le corde dell’anima in una sorta di viaggio introspettivo che difficilmente ti lascia indifferente. Il suo primo album “Passi”, iniziò a scrivere da piccolo al liceo con la prima chitarra in mano. Fossati, De Gregori e De Andrè, lo continuano a influenzare parecchio. A 16 anni per la prima volta prese una chitarra in mano, quella di Attilio, l’amico di famiglia di Napoli che ogni estate intrattiene tutti con le canzoni del vecchio repertorio partenopeo. Ed è proprio con questi stimoli che iniziò a suonare da autodidatta. Da subito le capacità tecniche crebbero insieme alla vena creativa. Già con i primi semplici accordi, scrisse musica e nacquero le prime canzoni. Capodicasa decise così di studiare chitarra e canto influenzato soprattutto dal maestro e amico Giuseppe Rizzo. Dal 2004 iniziarono le prime esperienze musicali in pubblico con la formazione di vari gruppi di genere cantautoriale.

Il 2013 è stato l’anno del suo primo album “Passi”, mentre la sua partecipazione, nel 2014, al concorso nazionale “musica controcorrente”, gli permise di superare la preselezione on line, arrivando in semifinale al Cet di Mogol con il brano “La ballata delle camicie rosse”. Tra i brani di grande effetto ce n’è uno dal sapore malinconico “Amico mio” scritto all’indomani di un traumatico e tragico evento di un suicidio. La serata dal titolo “Inediti”, è stata molto apprezzata e sicuramente Vincenzo Capodicasa non è un talento artistico che passera in futuro inosservato.

 

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=a7Jsf8siLH4

 

 

 

Cinema

The Blue Planet, musica su immagini di G.Scinardo

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The Blue Planet

Short film inspired by The Blue Planet My entrance for Hans Zimmer Month Scoring Challenge #HansZimmerMonth #SpitfireAudio @Spitfire Audio @Hans Zimmer

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Cultura

Gianni Gebbia in scena a Palazzo Riso con l’audiodramma

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Prosegue al Museo d’arte contemporanea Riso a Palermo la rassegna “Settembre al Riso” voluta dall’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana.
Mercoledi 22 settembre, dalle 20.45 serata nel segno del ricordo di Aurelio Pes: fine intellettuale, storico e drammaturgo, Pes è scomparso a inizio dicembre scorso, e sono state diverse le manifestazioni in campo per ricordarlo.
A completamento di un ciclo di tre eventi dedicato ad Aurelio – la messinscena di “Sette contro Tebe” nell’adattamento andato in scena al Teatro antico di Segesta e una giornata a lui dedicata a NaxosLegge – Palazzo Riso ospiterà l’ascolto, in prima assoluta, dell’audiodramma “Attis” costruito dal sassofonista e compositore Gianni Gebbia e nato da un’idea condivisa proprio con Aurelio Pes.
Si deve infatti proprio a Pes il testo di “Attis. Scene di sogni e di danze”, scritto nel 1985, dove viene rievocata la figura di Attis, divinità di origine frigia importata nella Roma Antica, un culto dalle origini oscure legato alla Grande Madre e contraddistinto da rituali con musiche stridenti e modalità sacrificali estreme che facevano parte dei Misteri.
Su questo testo, il compositore e sassofonista Gianni Gebbia ha lavorato durante la pandemia e il primo lockdown: ne è nato un audiodramma per sette voci recitanti, che sarà portato in scena mercoledì a Palazzo Riso. Musiche di Gebbia e videomapping a cura di Dario Denso Andriolo.
Ingresso gratuito nel rispetto delle norme anticovid. Posti limitati.
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In Evidenza

Lautari e Francesca Incudine finalisti delle targhe Tenco

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LAUTARI E FRANCESCA INCUDINE

TRA I FINALISTI SICILIANI ALLE PRESTIGIOSE TARGHE TENCO

I Lautari, con il loro album Fora Tempu, e Francesca Incudine, con il brano Zinda, sono due degli artisti siciliani finalisti nelle cinquine delle Targhe Tenco – il maggiore riconoscimento italiano riservato alla canzone d’autore – rispettivamente nelle sezioni “Miglior album in dialetto” e “Migliore canzone”.

Francesca Incudine

A stabilirlo è stata una giuria di oltre 300 giornalisti che ora voteranno nuovamente, fino al 5 luglio, per decretare i vincitori assoluti delle varie categorie.

FORA TEMPU (Italysona) dei Lautari, l’ottavo album di questa band catanese di culto, è un invito a prendersi i propri tempi in un’era in cui tutto si misura con l’efficienza e il guadagno. “Ci piace pensare a quel che facciamo – dicono i membri del gruppo – come a un lavoro artigianale che sta scomparendo, come, per esempio, quello dei liutai di una volta (a Catania c’era una grande tradizione di liuteria) che per costruire una chitarra o un mandolino impiegavano anni, ma che alla fine potevano davvero garantire che il lavoro era fatto bene”.

E per sottolineare la natura genuina della loro opera, alla fine del booklet scrivono: “In questo disco non sono stati usati strumenti finti o di natura elettronica. Tutti gli strumenti sono stati maltrattati tanto da farli suonare a dovere”.

Formazione longeva e apprezzata da pubblico e critica, molto attiva sia in Italia che all’estero, i Lautari (Puccio Castrogiovanni, Gionni Allegra, Marco Corbino, Salvatore Assenza e Salvo Farruggio) da trentacinque anni si muovono nel solco della tradizione popolare e del suo rinnovamento, con un progetto che prevede non solo la ricerca e la rielaborazione di canti siciliani ma anche la composizione di brani inediti nel rispetto dei motivi e delle forme tradizionali.

Per anni al fianco di Carmen Consoli, il gruppo può vantare anche collaborazioni con artisti del calibro di Goran Bregovic e, in campo teatrale, Gabriele Lavia, Franco Zeffirelli, Giorgio Albertazzi e Peppe Barra.

FORA TEMPU contiene undici brani, con testi firmati per la maggior parte da Gionni Allegra e Puccio Castrogiovanni e musiche composte dall’intera band, con due eccezioni: PEDDI NOVA che vede la firma di Cesare Basile e VOLARE, brano di chiusura con il testo di Nino Bellia.

IL VIDEO:

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