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Eventi

ll “RoccAgreste” dei Camurria

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Il “RoccAgreste” dei Camurria nel palinsesto degli spettacoli dell’auditorium della Rai

Dopo un anno sono tornati nell’auditorium della Rai di viale Strasburgo a Palermo per presentare il loro nuovo album: “RoccAgreste”, il sottotitolo naturale è: “un inno alla vita, alla terra, all’amore e alla montagna”. Quasi due ore di vera buona musica; un mix di contaminazione di generi diversi che può considerarsi a pieno titolo “word music”. Il leader della band, nata a Enna 18 anni fa, Biagio Mendolia, è un pieno di energia sul palco, fa da locomotiva con sguardi e mimica del corpo a tutti i componenti: Alberto Spina chitarra elettrica e voce, Enrico Coppola al basso, alla batteria e alla fisarmonica Salvatore Lo Verde e, per la prima volta con il gruppo, il sassofonista Riccardo Leanza. Belle le incursioni del talentuoso chitarrista sudamericano Mariano Di Stefano e le straordinarie performance teatrali del navigato attore Gaetano Libertino. Magistrale la sua interpretazione dell’uomo in frack nel finale del concerto. 16 brani che raccontano un mondo immaginario, dove finzione teatrale e vita di tutti i giorni si incrociano fino a diventare indistinguibili. Biagio lo definisce “un disco fuori moda, un progetto fuori dal tempo, prodotto in digitale, ma pensato in modo del tutto analogico. Non una semplice raccolta di canzoni, quanto piuttosto la sintesi impossibile e volutamente imperfetta, ironicamente eccessiva di una storia lunga quindici anni, fatta di passioni, amicizie e cambiamenti che attraversano il tempo, che qui si ferma e da qui ricomincia. Il titolo dell’album gioca semioticamente con le parole “Rock” (agreste), il genere della band e “Rocca”, il luogo più estremo ed elevato della montagna ennese, un tempo sede del Tempio di Cerere ed oggi uno dei luoghi più celebri e simbolicamente rilevanti di tutta la città. Enna, celebrata in modo invisibile e onnipresente, è in qualche modo la musa ispiratrice di ogni nota dell’album, metafora della vita semplice di una volta, di qualcosa che non c’è più, ma ancora stenta a scomparire. Le sedici tracce dell’album catturano alla perfezione il sound e l’attitudine compositiva dei CAMURRIA, divenendo a pieno titolo il Manifesto Ufficiale del Rock Agreste”.

Di grande potenza il bano “Diserterò” scritto durante la guerra in Kossovo e “Traficu a villa”, liberamente ispirato a un detto ennese. Musica limpida e pulita diffusa in sala grazie al lavoro del tecnico Rai Sergio Mezzatesta. Musicisti fra il pubblico a suonare e cantare “vitti nà crozza”. Ma quando hanno iniziato a intonare le note di Mokarta, una delle più belle canzoni d’amore in dialetto siciliano, scritta nel 1989, dal gruppo messinese dei Kunsertu, le due voci di Mendolia e Spina si sono fuse insieme con una potenza melodica davvero rara. Cattura l’immagine di copertina del cd con numerosi riferimenti al “mondo agreste” e diversi oggetti che, disposti in modo apparentemente casuale, richiamano simbolicamente i contenuti di quasi tutte le canzoni presenti nell’album. Un gruppo che si farà strada nel panorama musicale italiano e internazionale.

Gaetano Libertino

 

Cinema

Un passo alla volta

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Tre voci, un’amicizia, un viaggio lungo trent’anni. Il racconto intimo e musicale di Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè dal piccolo palco di un locale romano fino al grande evento del Circo Massimo, passando per i tour in pulmino, i viaggi, le prove, i concerti e l’amore per la musica che li ha uniti. 🎬 Un percorso che intreccia le storie delle loro canzoni, l’impegno sociale, il piacere di raccontarsi attraverso la musica e di condividere un pezzo di vita insieme. Il film è stato presentato il 23 marzo in anteprima al Teatro Petruzzelli di Bari al Bif&st Bari International Film&TV Festival, all’interno della sezione “Rosso di Sera”. Una produzione Fandango in associazione con OTR Live. In collaborazione con Rai Documentari. Distribuito da Fandango Distribuzione.

Guarda l’intervista al regista Francesco Cordio

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Eventi

Il Carnevale Del RIOne Noce

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Il quartiere Noce ha vissuto una giornata indimenticabile con la VII edizione del Carnevale Del RIOne Noce. Studenti, docenti e genitori hanno inondato le vie del quartiere con maschere, musiche e colori, trasformando le strade in un grande teatro a cielo aperto. L’entusiasmo ha contagiato tutti: dai genitori che hanno partecipato al corteo con gioia insieme ai loro figli, ai residenti che, affacciati ai balconi, hanno applaudito e celebrato questa grande festa di comunità.

I carri

Quattro carri allegorici hanno attraversato le strade del quartiere, portando messaggi di inclusione, creatività e partecipazione. Ad aprire il corteo, il carro su “Il diritto alla parola”, ideato da DamianoGiordano, che ha guidato la parata con il suo potente simbolo di libertà d’espressione. Un’opera Che Ha emozionato e stimolato la riflessione di chi ha partecipato al corteo.

“Vedere le strade piene di persone che vivono il quartiere con entusiasmo è stata una grande emozione – ha raccontato un genitore presente alla manifestazione – Questa è la dimostrazione che la cultura e l’arte possono unire e creare un forte senso di appartenenza”.

“Il Carnevale del RIOne Noce è giunto alla sua settima edizione – racconta Alessandra Viola, dell’associazione ‘a Strummula – e ogni anno la partecipazione dei bambini, dei ragazzi, degli
insegnanti, dei genitori e dei residenti del quartiere è sempre più calorosa. Ormai è diventato un appuntamento attesissimo! Il Carnevale nasce da un’idea del 2015 e si concretizza con il progetto Diritti in maschera’ nel 2016. Da allora, ogni anno è un evento che vede coinvolti a vari livelli bambini, ragazzi e insegnanti in percorsi formativi durante i quali si riflette sui diritti della Convenzione ONU.

Il diritto all’espressione

Quest’anno il tema è il diritto all’espressione, il diritto a esprimere idee e opinioni con ogni forma e mezzo a propria disposizione. Il carro principale di quest’anno rappresenta proprio questo, e la struttura è stata realizzata da un giovane artista che collabora con l’associazione ‘a Strummula, da quando era ancora un liceale. Damiano Giordano ha contribuito alla realizzazione del carro con l’aiuto dei bambini e delle bambine della De Amicis – Da Vinci che hanno realizzato delle sculture di cartapesta all’interno del laboratorio Le sculture dei diritti”.
“Vari rappresentanti politici della circoscrizione e del Comune di Palermo quest’anno hanno partecipato al Carnevale del RIOne Noce – racconta Salvo Massa, presidente dell’associazione ‘aStrummula. Mi immagino che la loro partecipazione abbia contribuito a rafforzare la loro attenzione ai bisogni educativi della comunità e che questa si traduca in un impegno all’ascolto e all’attuazione di politiche volte a garantire i diritti non ancora riconosciuti, ma di cui sono ampiamente
consapevoli i bambini e le bambine del quartiere, grazie al lavoro della comunità educante attiva nel quartiere. Ci aspettiamo inoltre atti politici concreti che possano contribuire a dare continuità Diritti In maschera, che ormai cresce anno dopo anno”.

Anche la dirigente scolastica Genco ha espresso grande soddisfazione per l’evento: “È Un Bilancio Assolutamente positivo, e lo si può vedere dai sorrisi dei bambini e dei ragazzi, ma anche nella gente affacciata ai balconi. È un evento atteso da tutto il quartiere, da tutta la comunità, ed è diventato anche un riferimento per la città.

Oggi abbiamo ospitato anche delle delegazioni della scuola Maneri Ingrassia e altre scuole del quartiere Zisa. È con iniziative come questa che un quartiere periferico diventa centro della città. Siamo orgogliosi anche perché questo è un carnevale dei diritti. Ed esserne consapevoli rende tutti più felici”. Il Carnevale del RIOne Noce si conferma così un evento atteso e sentito, capace di coinvolgere tutta la comunità in una festa che va oltre la celebrazione: è un’esperienza di crescita, educazione e partecipazione attiva. Appuntamento al prossimo anno per un’altra esplosione di colori, musica e allegria!

 

 

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Arianna Scinardo

Picasso, lo straniero, viaggio nelle memorie

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“Straniero”, è la condizione di un grande artista, Picasso, che attraverso le sue opere ha saputo plasmare la propria identità. La mostra a Palazzo Reale ne magnifica il percorso umano e artistico che comincia con una luce soffusa e calda, suoni indistinti, ritratti di volti appesi al soffitto e l’immagine di un giovane spagnolo che appare spaesato al suo arrivo a Parigi a inizio secolo.

Annie Cohen-Solal, storica e saggista, curatrice della mostra, conduce il visitatore nelle memorie di un grande artista attraverso l’esposizione di novanta opere, concesse dal Musée national Picasso-Paris di cui Cécile Debray è presidente.

A 50 anni dalla morte

A cinquant’anni dalla scomparsa di Picasso, la curatrice ne racconta la vita da un punto di vista inedito, mettendo in evidenza censure e persecuzioni ma anche influenze e passioni.  I molteplici elementi presenti nelle sale contribuiscono ad accrescere, nel visitatore, un senso di smarrimento, si ha la sensazione di diventare subito “stranieri”, ai margini di un’unità spazio-temporale sospesa.

Si respira un malinconico senso di distacco quando ci si immerge nelle lettere della mamma di Picasso, lette e diffuse in sala da altoparlanti, e ancora spiccano le fotografie dell’artista insieme ai suoi amici, i documenti personali di un “anarchico”, i video di una realtà storica che non appartiene alla contemporaneità.

Durante questo percorso che anche sensoriale, il visitatore avverte la sensazione di sentirsi estraneo nella contemplazione di quadri, sculture, disegni e ceramiche di “un uomo che vede la realtà diversamente da come tutti la guardano”, così scrisse di Picasso Gertrude Stein, sua amica personale.

La mostra

La mostra è di grande impatto visivo, i pannelli espositivi sono ben curati, il percorso è intuitivo e conduce il visitatore verso un graduale coinvolgimento conoscitivo ed emotivo.

Il progetto segue la traiettoria artistica e politica di Picasso che si dimostra essere in linea con la città di Milano che “cresce e si afferma come grande polo culturale grazie alla capacità di accogliere chi è straniero”, ha dichiarato a margine dell’inaugurazione il sindaco Giuseppe Sala. È questa infatti la visione di una città che vuole offrire occasioni di espressione e di dialogo tra diverse culture, garantendo una crescita progressiva per l’individuo e la società.

Arianna Scinardo

 

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