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Cultura

Le nostre fragilità e la certezza del Natale

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La vittoria che solo vale

Natale è molto più buono di quanto pensiamo! E soprattutto è davvero buono, tutt’altro che una melassa di sentimenti a poco prezzo. Certo, è buono perché ispira gratuità, induce a donare, a preparare regali e a scoprire che siamo contenti di prepararli per le persone che amiamo o che vogliamo sentano il nostro amore. Indicazione valida tutto l’anno! Ma è ancora più buono se pensiamo che il nucleo incandescente di questa irradiazione di affetti che riscalda il cuore del mondo a Natale, è il grembo di una ragazza che ha offerto tutto l’amore di Donna che aveva per dare alla luce il Figlio di Dio.

Natale è la certezza che il mistero di Dio non è l’oggetto astratto di futili dispute filosofiche, politiche, persino religiose. Futili, e anche pericolose, perché interessate a decidere la vittoria di una parte dell’umanità su un’altra. E si vince solo insieme! Futili perché Dio non lo riconosci nelle dotte istruzioni dei gestori economici della qualità della vita che, quando le cose vanno male, denunciano gli errori dei tuoi calcoli e passano all’incasso della loro buonuscita.

Natale è Dio con noi, con noi invasi dalla malinconia che ci fa sentire sbagliati, con noi perdutamente innamorati nella vita. Questo Bambino è l’Emmanuele, il Dio-con-noi. Davvero con noi. È nato e per trenta anni ci ha studiati amorevolmente (non con le statistiche e i bilanci), vivendo come noi e con noi, prima di dirci quello che doveva dirci per conto di Dio. E che doveva dirci, per conto di Dio? Doveva dirci che il mondo del quale Dio è il Signore (“il regno di Dio”) è il mondo che viviamo: quello nel quale cerchiamo come possiamo di amare e di essere amati; quello nel quale sappiamo di non essere mai all’altezza delle promesse fatte e ricevute. Il Figlio che nasce a Natale afferma: «In verità, in verità vi dico» che il più piccolo dono d’amore (fosse un bicchiere d’acqua a un estraneo) vale una vita eterna. E ci fa conoscere la vita di Dio, che ci è destinata fin dalla creazione del mondo. Nasce nel mondo perché la nostra vita nasca al cielo. Una vita nella quale la fiducia dei bambini e le speranze dei loro padri e delle loro madri, avranno un mondo infinito da abitare: dove ogni lacrima sarà asciugata e neppure una carezza verrà sprecata.

Il Natale è più che un sogno, è la carne di Dio che riveste di amore la nostra fragile carne, di Dio eterno che rivela l’amore del nostro presente.

Nel Natale di Gesù, il mistero di Dio assume una forma che chiunque può riconoscere (“chiunque”, capisci?), diventa un volto che si può decifrare, un Tu con il quale si può prendere confidenza, una carezza e uno sguardo dal quale ci si può sentire infinitamente amati. Il Natale di Dio non contiene tutte le risposte, ma ci dona il suo amore che è la risposta a tutto. Da quando Dio è uno dei nostri bambini, nessuno osi mortificare il più piccolo dei nostri figli. Dio è nel suo volto. Il Vangelo narra la nascita di Gesù e rivela la causa per cui Maria è costretta a partorire in una mangiatoia: «non c’era posto per loro nell’alloggio» (Lc 2,7). Questo non smette di stupirci, commuoverci, interrogarci. È proprio quello che accade in tante situazioni di fragilità di donne, uomini, piccoli, famiglie del nostro tempo. Ne condivido tre.

Matteo Zuppi, cardinale, arcivescovo di Bologna presidente della Cei

Penso anzitutto alla fragilità della pace. Viviamo il primo Natale di guerra in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ci coinvolge tutti e capiamo quella «guerra a pezzi» di cui da tempo parlava papa Francesco. Poco ascoltato. Guerra significa dolore, morte, devastazione del territorio, fuga di chi cerca riparo lontano da casa. La guerra è il punto di deflagrazione: ma la pace manca pure dove i diritti vengono calpestati e dove chi li cerca o li difende cercando una società più giusta e libera viene condannato a morte.
Penso alla fragilità dell’educazione. La povertà economica risucchia nel suo vortice una fetta sempre più ampia della popolazione.
Ma c’è anche la povertà meno evidente ma ugualmente grave della scuola che a fatica sta riprendendosi dopo i mesi terribili della pandemia. Scuola significa socializzazione, ascensore sociale, consapevolezza di sé, dignità. Ai giovani dobbiamo garantire il merito che è possibile per ciascuno, la cultura per capire il mondo, l’umanesimo per non diventare bruti, le competenze intellettuali, la crescita nella capacità di relazionarsi, i mezzi stabili per costruire insieme un mondo migliore. Quanti giovani si sentono e sono spesso soli, incerti, sempre precari? Questo è il tempo di genitori, di insegnanti, di educatori e di pastori maturi, che sappiano essere veri maestri di vita e aiutino a credere al futuro.

Infine, penso anche alla fragilità dell’evangelizzazione. Il Cammino sinodale, giunto al suo secondo anno, rivela certo anche tante fatiche, debolezze, a volte il desiderio nostalgico di tornare a come eravamo prima del Covid, l’incertezza di risposte non più sufficienti. Il cammino sinodale ha significato anche l’occasione perché il Vangelo parli di nuovo a tutti i nostri compagni di strada e ispiri la scelta di costruire comunità umane, case che siano la famiglia di Dio, Chiese domestiche, di comunione e di servizio ai poveri. Era proprio questo il programma del Concilio Vaticano II.

Certo, sentiamo tante fatiche e stanchezze, ma è questa la stagione in cui la Chiesa sia davvero missionaria e generi l’incontro tra Dio e ogni uomo e donna. Guardiamo Gesù Bambino nella mangiatoia, Maria e Giuseppe accanto a lui. E risuonano le parole di san Paolo: «Quando sono debole, è allora che sono forte» (2Cor 12,10). Ecco il Natale, la pace che disarma i cuori, l’amore che dona forza e intelligenza la speranza che libera dalla rassegnazione e mette in cammino. Partiamo proprio dalle fragilità per riconoscerci umili, deboli, ma capaci di grandi cose perché pieni del Dio che si pensa per sempre con noi.

(Fonte: Avvenire)

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75° anniversario Carta Costituzionale

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Per ricordare i 75 anni dell’entrata in vigore della Costituzione, il 19 settembre si svolgerà a Palazzo Montecitorio una solenne cerimonia alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e delle Alte cariche dello Stato.

Il presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, nel trentesimo anniversario del Progetto didattico di Educazione Civica, ha invitato a partecipare anche la delegazione dei Ragazzi Sindaci in rappresentanza dei 650 Consigli Comunali dei Ragazzi presenti in Italia,

         La delegazione è guidata e coordinata dal preside Giuseppe Adernò, promotore del progetto, “Consiglio Comunale dei Ragazzi”, avviato nel 1993 a Motta S Anastasia, in provincia di Catania, insieme a quello di Morrovalle in provincia di Macerata.

 In rappresentanza di otto regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche, Campania, Puglia e Sicilia, sono presenti

i Ragazzi Sindaci di: Adrano (CT), Belpasso (CT), Cassano Magnago (VA),  Castrocaro Terme (Forlì-Cesena),  Concesio (BS),Eraclea (VE), Fiumicello-Villa Vicentina (UD), Francofonte (SR), Misterbianco (CT), Morrovalle (MC), Motta S Anastasia (CT), Nicolosi (CT),Occimiano(AL), Putignano (BA),Quarto (NA);Sacile (PN),  S Giustina in colle (PD), Zevio (VR).   

        Nelle scuole e nei comuni d’Italia i Ragazzi Sindaci, considerando la “scuola, piccola città”, apprendono e praticano in maniera diretta la cultura della partecipazione democratica nella società. Sono promotori di progetti e di iniziative che rendono la scuola attiva e dinamica, favorendo l’apprendimento diretto e pratico della politica, intesa come “ricerca del bene comune”.

         Indossando la fascia tricolore, i ragazzi sindaci, sono alfieri dei valori della Costituzione e con il loro esempio e la cooperazione del Consiglio dei Ragazzi, mettono in azione il senso civico e si preparano ad essere cittadini attivi e responsabili.

La cerimonia di Montecitorio sarà trasmessa in diretta su RAI 2.

La delegazione di Fiumicello Villa Vicentina, in provincia di Udine, ricorda Giulio Regeni che è stato sindaco dei Ragazzi nel triennio 2001-2003 e si ricorda anche Alessandro Giani, sindaco dei ragazzi, di Cassano Magnago (VA) vittima di un tragico incidente nel 2015   ed i suoi genitori hanno donato gli organi. Oggi, grazie a questo gesto, dieci persone vivono una vita normale.

Le delegazioni dei Ragazzi Sindaci di Motta S Anastasia (CT), Morrovalle (MC) e Fiumicello Villavicentina (UD) nel breve soggiorno romano visiteranno il Quirinale, Palazzo Chigi , assisteranno ad una seduta del Senato a Palazzo Madama e parteciperanno in piazza San Pietro  all’Udienza con Papa Francesco, mercoledì 20 settembre .

        

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Cultura

Ragazzi Sindaci – un fiore sulla tomba di Padre Puglisi

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Sabato, 9 settembre, a conclusione del del VII convegno nazionale del Parlamento della Legalità Internazionale la delegazione dei ragazzi sindaci di Catania, Adrano, Motta S Anastasia,  Palagonia, Piano Tavola, ha guidato un corteo per le vie di Palermo con il coinvolgimento di cittadini e turisti.

Con devota gratitudine i ragazzi sindaci, guidati dal preside Giuseppe Adernò,  insieme al Presidente del Parlamento della Legalità, Nicolò Mannino, hanno depositato un cesto di fiori  sulla tomba di Padre Puglisi in Cattedrale e  recitando la preghiera di invocazione di grazie hanno rinnovato l’impegno di essere fedeli ai principi della legalità, e dei valori della Costituzione.

Don Sergio Mercanzin, nel benedire i partecipanti alla manifestazione, in preparazione alle celebrazioni del trentennale della morte,  ha consegnato agli studenti l’impegno di essere come Padre Puglisi un dono per gli altri, ripentendo il motto “Se ognuno fa qualcosa , insieme possiamo fare molto”

Nel corso del VII CONVEGNO NAZIONALE  del Parlamento della legalità sul tema: Memoria, Impegno e Cultura della Vita, con la partecipazione di  rappresentanze studentesche di diverse regioni d’Italia e la delegazione del Comune di Quarto (Napoli),  il prefetto al Viminale, Renato Cortese, ha  descritto la Palermo degli anni Ottanta e la cattura di Bernardo Provenzano; il papà e la mamma di Luca Attanasio hanno testimoniato il generoso impegno del figlio, ambasciatore italiano nel Congo, ed è stato consegnato l’Oscar d dell’Alba e della Bellezza a personalità che si sono distinte per lodevoli azioni di impegno civile.

E’ iniziato così il cammino del nuovo anno scolastico sulla scia indicata dall’Arcivescovo Mons Renna, che nel messaggio agli studenti ha consegnato come guida la figura di Padre Puglisi invitandoli aconoscere quest’uomo che ha scritto una pagina bella della nostra storia in Sicilia, nel quartiere Brancaccio di Palermo e possedeva i medesimi tratti del “buon pastore” mite e umile, vero educatore, che vuole tirare fuori da ognuno quel capolavoro che è in noi”.

“ Che ogni scuola sia illuminata dal sorriso contagioso  di Padre Puglisi che riscatta altre vite; che traspaia nell’impegno dei docenti e nella gioia di tutti i ragazzi. Il bene libera, il male fa schiavi. Il sorriso illumina”

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Cultura

8 settembre armistizio di Cassibile

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Perché e come ricordare gli eventi storici? Quale la verità dei fatti veramente accaduti?  Come rivivere un evento che ha segnato la storia d’Italia?

A questi interrogativi hanno risposto l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana), in collaborazione con l’ANCRI (Associazione degli Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica ricordando l’evento nell’ottantesimo anniversario dell’ 8 settembre   (1943-2023) presso la sala C3 del complesso fieristico  “Le Ciminiere” di Catania.

Il tema del convegno, seminario formativo per i giornalisti,  “ Comunicare il fatto storico – Lo sbarco degli americani   e l’armistizio di Cassibile  Il cammino  verso la  Liberazioneha guidato gli interventi dei relatori:il giornalista Francesco Giordano, e il sottoufficiale Salvatore Marcello Platania, consulente storico del Museo storico dello sbarco 1943.

I lavori, coordinati dal presidente Giuseppe Adernò, sono stati introdotti dalla visita del sindaco di Catania, avv. Enrico Trantino  e dal messaggio del Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare , Sen. Nello Musumeci, autore della recente pubblicazione “La Sicilia bombardata”  che descrive gli eventi del 1943  come “historia” di tutti “oltre antiche divisioni ed errato uso politico del passato”.

Nel saluto istituzionale il segretario nazionale UCSI, Salvo di Salvo, ha messo in luce l’importanza e il dovere di “ricordare”  e poi ancora di “comunicare il fatto storico”  veicolando idee, messaggi e valori; il  consigliere nazionale Ucsi, Gaetano Rizzo,  ha ringraziato il presidente della sezione di Catania per la lodevole iniziativa  ed il delegato Regionale ANCRI, Pietro Bongiovanni, ha fatto pervenire un messaggio di condivisione  delle tematiche che impegnano i Cavalieri della Repubblica, quali custodi e alfieri dei valori etici dell’amor Patrio.

L’appassiona lettura storica dei documenti, frutto di intensa ricerca bibliografica, presentata dal giornalista Francesco Giordano, ha coinvolto l’attento pubblico nella riflessione sui fatti realmente accaduti, che spesso nei libri di testi scolastici e dai mass media, vengono veicolati con una lettura parziale, imprecisa e a volte distorta.

La figura del Generale Pietro Badoglio è emersa nella sua importanza storica e ricca di umanità e di valori sociali.  La relazione è stata intercalata da interventi sonori della radio  EIAR, che trasmetteva alla popolazione italiana  l’annuncio dell’entrata in vigore dell’ armistizio, firmato con gli anglo-americani il giorno 3 dello stesso mese e reso noto al pubblico la sera dell’ 8 settembre dalla voce del Maresciallo Badoglio.

Giordano ha tenuto a ricordare il ruolo del Santo Padre Pio XII nei difficili giorni della Roma occupata, quando la sua figura era punto di riferimento per tutta la cattolicità, come l’importanza della resistenza cristiana che, da Enrico Mattei al beato Teresio Olivelli (di cui si è letta la “preghiera del ribelle per Amore”) hanno costellato in quei mesi il cammino verso la libertà.

Nel consultare il passato, alla ricerca della verità, si interroga la storia, non per rivivere i sentimenti di nostalgia, ma per essere capaci di cura e di responsabilità del presente e del futuro.

Il racconto dello sbarco degli americani è stato descritto con particolari inediti e ricchi viva sensibilità umana, dal sottoufficiale Salvatore Marcello Platania, il quale ha collaborato all’allestimento del Museo storico dello sbarco 1943 ed insieme al Col. Corrado Rubino ha guidato i giornalisti e i Cavalieri della Repubblica nella visita  immersiva nell’evento dei bombardamenti, percorrendo le numerose  sale  del museo, ricco di reperti originali e documentativi  dei 38 giorni dell’invasione anglo-americana sulle coste della Sicilia orientale nel 1943

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