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Tradizione e Tradimento, il capolavoro di  Niccolò Fabi

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Devi compiere un viaggio interiore, per capire fino in fondo il messaggio di questo eclettico artista contemporaneo, da considerarsi a pieno titolo come uno dei giganti del nostro tempo. Per apprezzare fino in fondo “Tradizione e Tradimento”, l’ultimo capolavoro di Niccolò Fabi, devi esplorare la tua anima e poi fare entrare “La potenza dell’eterno nel quotidiano”, giusto per prendere in prestito questa frase, contenuta nel brano di apertura del cd, presentato ieri sera al Teatro Golden di Palermo.

Le 1000 poltrone, esaurite già da qualche mese, hanno vibrato per oltre 2 ore, per un concerto straordinario che ha restituito vent’anni di carriera artistica, con una maturazione musicale superba, decantata per quasi due anni. Si è presentato sul palco in tutta la sua semplicità Niccolò, inserendosi su un tappeto sonoro, partito già mezz’ora prima come sottofondo in sala.

L’apertura del concerto la affida ad uno dei brani più belli “A prescindere da me” e subito ci si immerge in una atmosfera surreale che suggestiona e nello stesso tempo stordisce quando pronuncia la frase “Si muore nel rigore, nel pensiero senza amore, ed io è di questo che ho paura“.

E se è vero ciò che dice il poeta Paulo Coelho che “le cose più semplici sono le più straordinarie e soltanto il saggio riesce a vederle”, la musica di Fabi è intrisa dei quattro elementi naturali. Irrompono prepotentemente nelle immagini di 6 schermi sparsi tra il fondo palco e la scena a dare vigore a brani di una bellezza sorprendente. Il travaglio dell’artista si vede e si sente tutto in presa diretta.

Nicollo fabi

La voce di Niccolò dal vivo  forse è più bella di quella registrata sul cd, uscito anche in versione vinile. Quando chiede al pubblico di spegnere i cellulari e di concentrarsi in quel momento intimo e fragile, illuminato soltanto da una luce blu, da solo sul palco con la tastiera a eseguire quel capolavoro di poesia che è “Vince chi molla”.

Da un concerto così rimane tanto e devi aspettare forse qualche giorno prima di potere smaltire le melodie e i testi. Apprezzabile e da divulgare la frase  contenuta nel brano “Prima della tempesta”: “Cominciamo ad insegnare la gentilezza nelle scuole che non è dote da educande ma virtù da cavaliere.

C’è un brano “Nel blu” che è talmente intenso e profondo che, come ha spiegato Fabi sul palco, invita a pensare ai dolori della vita e spingersi verso l’ignoto, che preoccupa, pur di superarli. Scoppia l’applauso sulle note iniziali di “Io sono l’altro” brano arrangiato da Yakamoto Kotsuga, produttore e compositore di colonne sonore.

 I musicisti sono all’altezza di questo gigante della musica italiana, Pier Cortese alla destra del palco e Roberto Angelini alla parte opposta, con i loro polistrumenti fatti di sintetizzatori, chitarre classica, elettrica e acustica, edal steel; e poi il suono graziato e struggente al pianoforte di Daniele “mr coffee” Rossi.

Pubblico in visibilio nel finale con “Lasciarsi un giorno a Roma”, Niccolò lascia il pubblico palermitano, dopo essersi donato generosamente, a fine scaletta, eseguendo altri 5 brani del suo immenso repertorio, con l’impegno di ritornare in estate.

Ivan Scinardo

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Cultura

Il palazzo del poeta, “anima nobile” dal taglio moderno

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La strada che si collega alla centralissima via Roma si chiama: “Seminario Italo Albanese – Via del Poeta”, al numero civico 20 si arriva attraverso un percorso che potremmo definire “poetico”, perché sospesi in aria, come nuvole, ci sono frasi e citazioni che raccontano la magia di questo luogo, intriso di un’anima mecenate che ha voluto fare rinascere, trattandoli come un piccolo borgo, un gruppo di palazzi decadenti, (in alcuni c’erano ancora  le stalle), per restituirli, con sofisticate opere di restauro e recupero, ad una bellezza moderna. E’ la titolare, Rosa Di Stefano, oltre vent’anni di giornalismo, da poco eletta presidente regionale di Federalberghi, ma con un lutto che probabilmente non potrà mai elaborare per la perdita dell’indimenticabile marito, l’imprenditore turistico Nicola Farruggio, spentosi lo scorso mese di ottobre, a farci da guida nel varcare l’ingresso, lasciandoci alle spalle il rumore vibrante della città.

Spazio  –  temporale

E’ come attraversare uno spazio – temporale dove ogni dettaglio respira di una energia che ti riporta a epoche passate, mentre attorno  c’è la vivacità del presente.

Gli ambienti

Sono arredati con cura e Rosa ci confessa che è stata proprio lei l’interior designer. Mentre attraversiamo i corridoi e saliamo le scale immaginiamo questa dimora residenza di famiglie più o meno illustri, maestosa, a pochi metri dalla trafficatissima Via Roma. Il palazzo del Poeta è attiguo all’Hotel Posta, anch’esso di loro proprietà.La luce soffusa ci conduce ad ambienti pensati come caffè letterario o per piccole proiezioni video.

I restauri

La pietra originale recuperata, e le antiche travi in legno, è come se ci facessero entrare in una dimensione surreale, che stordisce tutti i sensi. Senti ancora l’odore del legno e Rosa ci indica una trave, incastonata nel muro, risalente al 1600, come da certificazione peritale.

Atmosfera “intellettuale”

Ovunque respiri un’atmosfera di raffinata eleganza e di intimo raccoglimento, e non è inusuale incontrare intellettuali che fumano il sigaro, bevono il cognac e mangiano cioccolato fondente.  I libri, molti antichi, ritrovati durante i lavori di ristrutturazione, sono conservati con cura; Rosa maneggia un manoscritto del Gattopardo, che conserva gelosamente nel suo studio che è anche una stanza segreta senza tempo.

Gli eventi culturali

Sono tanti egli eventi culturali pensati e realizzati qui,  la bellezza del Palazzo del poeta fa da scenario unico e invita turisti e appassionati in genere ad allontanarsi dal caos delle attrazioni più frequentate della città per immergersi in un’atmosfera di tranquillità e bellezza, scoprendo un lato nascosto e affascinante di Palermo. In fondo è un modo per connettersi con la “Cultura” e vivere un’esperienza indimenticabile, ricca di fascino e suggestioni.

Per maggiori info: Palazzo del Poeta, Via Seminario Italo Albanese 20 – Via del Poeta

Ivan Scinardo

In memoria di Nicola Farruggio

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Cinema

Sonia Bergamasco, attrice e regista

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E’ considerata una delle attrici italiane più amate. In questi giorni al cinema nel film di Alessandro Tonda, Il Nibbio, nei panni della giornalista Giuliana Sgrena. Il suo debutto alla regia nel documentario biografico su Eleonora Duse, un’attrice leggendaria che ha illuminato la strada alle generazioni successive con l’energia dirompente del suo corpo di scena. Dando voce ai testimoni, di ieri e di oggi, il film cerca di fare luce sul corpo dell’artista come strumento da scoprire, per comporre un ritratto plurale dell’attrice al presente. Sonia sarà in scena il prossimo 9 maggio a Siracusa in “Elettra” di Sofocle, diretta da Roberto Andò.

Sonia Bergamasco è attrice e regista, musicista e poetessa, diplomata in pianoforte presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e in recitazione presso la Scuola del Piccolo Teatro[1]. Dopo il debutto in Arlecchino servitore di due padroni di Giorgio Strehler, ha lavorato nel Pinocchio di Carmelo Bene e con registi quali Theodoros Terzopoulos e Massimo Castri, in teatro.

Nel 2003 ottiene la candidatura ai Nastri d’argento e al Globo d’oro come miglior attrice protagonista per il film La meglio gioventù. Nel cinema ha recitato con registi come Silvio Soldini, Giuseppe Bertolucci, Liliana Cavani, Marco Tullio Giordana, Bernardo Bertolucci, Gennaro Nunziante. Nel 2016 è stata scelta come madrina della 73ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Sostiene l’organizzazione Medici Senza Frontiere. Nel 2017 ha visitato tre ospedali di MSF in Giordania per la campagna “Cure nel Cuore dei conflitti”[2].

Vita privata

È sposata dal 2000 con l’attore Fabrizio Gifuni e ha due figlie.

Guarda l’intervista a Radio In

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Cinema

La scuola romana delle risate

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Esce in sala il 17, 18 e 19 aprile, il film “La scuola romana delle risate”,  un documentario del regista Marco Spagnoli. Un tributo alla grande tradizione satirica di Roma, un’opera che celebra l’ironia e la creatività di una città che ha sempre saputo ridere di se stessa e della realtà che la circonda. Con una narrazione coinvolgente, a cura di Carlo Verdone,  il film esplora il modo in cui la capacità di ironizzare su tutto sia diventata parte integrante dell’identità romana, un’arte unica in Italia che si rinnova costantemente e continua a conquistare il pubblico di ogni generazione.

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In Tendenza