

Cinema
La Rai riconferma Palermo per il Primed
La RAI al Liceo Galilei di Palermo per la III Edizione del PriMed: Premio Internazionale del Documentario e del Reportage Mediterraneo.
Nell’Aula Magna del Liceo scientifico palermitano, venerdi 3 dicembre, si è svolto l’incontro conclusivo del progetto che ha coinvolto la classe VE del Galilei, coordinata dalle docenti Macaluso e Milazzo, e una classe del liceo “Cassarà”, per la III Edizione del PriMed, Premio Internazionale del Documentario e del Reportage Mediterraneo, promosso da RAI e dal Centre Méditerranéen de la Communication Audiovisuelle (Cmca).
Un’iniziativa importante, di respiro internazionale, che ha messo al centro i giovani, il sostegno alla produzione e alla diffusione del documentario, la ricchezza della cultura mediterranea.
Soddisfatta per la riuscita della manifestazione la Dirigente scolastica, Chiara Di Prima, che ha accolto la dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Evelina Arcidiacono, l’Assessore alla Scuola del Comune di Palermo, Giovanna Marano, il Direttore della sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola nazionale di Cinema, Ivan Scinardo e l’instancabile organizzatrice dell’evento Maria Du Bessè, responsabile delle Relazioni Internazionali della RAI.
Ospiti d’onore della giornata l’europarlamentare Pietro Bartolo e il regista palermitano Luca Lucchesi, che ha mostrato agli studenti frammenti del suo film documentario: “A black Jesus”, che ha ottenuto importanti riconoscimenti internazionali.
L’angosciante racconto di Pietro Bartolo
Studenti e insegnanti incollati alle sedie per quasi due ore, immersi nel drammatico racconto del dottor Bartolo, sulla tragedia che si consuma ogni giorno in mare ormai da troppi anni. Il direttore dell’ambulatorio sanitario di Lampedusa, oggi europarlamentare, trascorre tutti i fine settimana in giro per l’Italia a incontrare studenti di ogni ordine e grado per portare una testimonianza concreta contro le violenze e le morti di tutti i migranti che attraversano la striscia del mare mediterraneo.
Fuocoammare e l’incontro con Rosi
Il suo intervento inizia con i ricordi per la realizzazione del film del regista Gianfranco Rosi “Fuocoammare”, vincitore dell’Orso d’oro al festival del cinema di Berlino. Doveva girare un cortometraggio nell’isola, racconta Bartolo, ma non trovava spunti sufficienti; in realtà volle farsi visitare proprio dal medico per una sospetta bronchite. E così tra una vista e l’altra il medico lampedusano gli raccontò la sua angosciante esperienza di medico in prima linea nel curare centinaia di profughi provenienti dalla Libia con ferite di arma da fuoco, ustioni, alcuni addirittura scuoiati, per il colore della pelle; In oltre 25 anni ha visitato oltre 350mila persone, e ci tiene a evidenziare la parola “persona”, quando i media spesso non sanno neanche come definire chi sbarca a Lampedusa. E poi il triste rituale delle ispezioni cadaveriche.
Odio la morte, amo la vita!
Io odio la morte, dice in lacrime, mostrando video e foto scioccanti. Mi sono specializzato in ostetricia e ginecologia proprio per aiutare le donne a partorire la vita. Nonostante il film, dice il medico, non è cambiato nulla. Si continua a morire in quel mare, che dovrebbe essere ponte fra culture e civiltà. Si commuove e si interrompe nel racconto; Non è vero che i migranti portano le malattie; in tutti questi anni io sono stato a stretto contatto con loro e ho preso solo la scabbia, ma è normale quando si viaggia in condizioni igieniche di questo tipo. E poi le torture ormonali alle donne libiche per non farle rimanere incinte, tutte violentate ripetutamente dai loro carcerieri nei lagher libici. La testimonianza di Pietro Bartolo gela il sangue al pubblico quando scorrono le immagini della marina che recupera in fondo al mare centinaia di corpi affondati.
7 bambin
i da recuperare in fondo al mare
Ci sono ancora 7 bambini da recuperare in fondo al mare, urla Bartolo; le autorità gli hanno risposto che è troppo costoso recuperarli e lui si è detto pronto a finanziare; ma nulla! I ricordi si cristallizzano in una rielaborazione del lutto che non potrà mai esaurirsi in quella maledetta tragedia del 3 ottobre 2013, a poche miglia dal porto di Lampedusa, quando un barcone proveniente dalla Libia si ribaltò e morirono 368 persone, 20 furono i dispersi. Una delle più grandi catastrofi marittime del secolo I superstiti salvati furono 155, di cui 41 minori. Bartolo era là, in quel molo Favarolo che lui indica come prima casa, per le ore trascorse purtroppo a identificare cadaveri e stilare migliaia di pagine con la polizia scientifica assegnando un numero a ogni. vittime. E dentro i sacchi c’erano tanti bambini, dice io non volevo scoprirli, ci giravo intorno ma poi prendevo coraggio.
La Missione
Quella di Pietro Bartolo è ormai una missione girare le scuole per trasmettere, fra le giovani generazioni, un messaggio che possa sempre più diventare certezza affinchè non accadano mai più tragedie nel mediterraneo.
Il Primed
Tra le attività del CMCA il PriMed – Premio Internazionale del Documentario e del Reportage Mediterraneo ( www.primed.tv ) riveste un posto di rilevo.
L’evento è co-organizzato dalla RAI – membro fondatore del CMCA e partner storico della manifestazione – da France Télévisions e dall’ASBU- Arab States Broadcasting Union (l’unione delle televisioni della Lega araba).
Il Premio è destinato alle produzioni audiovisive che si occupano di questioni e temi legati al Mediterraneo.
E’ aperto a tutti gli organismi televisivi, strutture produttive, registi, giornalisti e documentaristi che, attraverso il loro lavoro e i loro programmi, contribuiscono a una migliore comprensione del Mediterraneo, della sua storia, delle sue culture e tradizioni.
Dalla sua nascita la manifestazione è stata accolta in importanti città del Mediterraneo: Palermo ha accolto ben quattro edizioni del PriMed dal 1996 al 2000. Dal 2009 la manifestazione finale è organizzata a Marsiglia. L’edizione 2021 si terrà dal 6 al 10 dicembre.
Pur rimanendo un evento rivolto ai professionisti dell’audiovisivo, il PriMed si è sempre più aperto al grande pubblico, in particolare con attività mirate a coinvolgere i giovani in diverse iniziative collegate al Premio.
Dal 2010 Il PriMed ha permesso a migliaia di studenti delle scuole superiori della Regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra e di altri paesi del Mediterraneo di diventare giurati del festival PriMed con la creazione di un Premio attribuito dagli studenti liceali.
Ogni anno, le classi delle scuole superiori che desiderano partecipare all‘iniziativa visionano con i loro insegnanti una selezione di 3 documentari tra quelli in concorso al festival. Opere scelte dal CMCA per le loro qualità artistiche e pedagogiche, prezioso supporto alla comprensione di argomenti importanti o che toccano problematiche vicine ai giovani. Il CMCA offre cosi agli studenti delle scuole superiori l’accesso a documentari che probabilmente non avrebbero l’opportunità di scoprire e di comprendere meglio la complessità del mondo mediterraneo, questo mondo che è loro.
Questa possibilità negli ultimi anni ha coinvolto le scuole – in particolare francofone – di altri paesi del Mediterraneo e altrove (Algeria, Egitto, Italia, Libia, Marocco, Tunisia e Svizzera).
Grazie al sostegno e su iniziativa della RAI e del CMCA, il PriMed con il Premio dei Giovani del Mediterraneo è stato protagonista nel 2018, nel 2019 e nel 2021 di un evento speciale organizzato in Italia a Palermo.
Cinema
Al via la V edizione del Sicilia Film Fest

Dall’8 al 16 agosto nella splendida cornice del Palazzo d’Aumale di Terrasini torna il Sicilia Film Fest, giunto alla sua quinta edizone che offre, come ogni anno, la proiezione gratuita di film del panorama nazionale e internazionale, incontri con personalità del cinema e della cultura e dedica uno spazio autori del domani con la possibilità di proiettare una selezione di cortometraggi.
Per l’edizione di quest’anno il Sicilia Film Fest, organizzato dalla società cinematografica Altre Storie, in collaborazione con la Regione Sicilia e il Comune di Terrasini, si ispira al celebre aforisma di Lev Tolstoj “La felicità è reale solo quando è condivisa“, proponendo commedie emozionanti e divertenti fra cui alcune anteprime nazionali.
Una festa del cinema aperta al pubblico fino a esaurimento posti con quattro appuntamenti serali, alle ore 21, che prevedono la proiezione dei film in concorso, presentati dal Direttore Artistico del Festival, Vincenzo Sacco. Madrina della quinta edizione del Sicilia Film Fest è l’attrice siciliana Marianna De Martino, che di recente abbiamo ammirato nel ruolo di Agata Scalia nella serie Netflix di grande successo Incastrati per la regia di Ficarra e Picone. L’attrice ha recitato sia in produzioni internazionali sia italiane e il suo ruolo di Camilla in Un fantastico via vai di Leonardo Pieraccioni le è valso il premio Oscar dei giovani 2013, conferito dalla Presidenza della Repubblica Italiana.
Si parte martedì 8 agosto con il primo film in gara, Bugiardo Seriale di Olivier Baroux, esilarante e ironica commedia francese in anteprima nazionale, per proseguire l’11 agosto con il film di Sydney Sibilla, Mixed By Erry, molto amato dal pubblico e dalla critica. Il 13 agosto è la volta di Il piacere è tutto mio di Sophie Hyde con una brillante Emma Thompson, seguito il 16 agosto da un’altra anteprima, Uomini da Marciapiede di Francesco Albanese, commedia con un ricco cast che vede tra gli altri, Paolo Ruffini, Herbert Ballerina, Rocio Munoz Morales, Cristina Marino, Francesco Pannofino.
Inoltre non mancheranno i Cinetalk – gli attesi dibattiti con gli ospiti ‘cinematografici’ del Sicilia Film Fest – condotti da Ivan Scinardo, giornalista professionista, direttore della sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola Nazionale del Cinema, che l’11 agosto avrà come ospite Fabrizio Ferracane e il 16 agosto Domenico Centamore.
I film in concorso sono valutati da una giuria presieduta dall’attore catanese Domenico Centamore, che ha recitato in grandi film e serie TV (I Cento Passi, La meglio gioventù, Il Divo, La Mafia uccide solo d’estate, la miniserie tv Il Capo dei Capi, le serie Makari e Incastrati). Fanno parte della giuria il ‘Danzastorie’ Giuseppe ‘Alosha’ Marino e la fumettista Ester Cardella. La giuria assegnerà il Faro d’Oro al miglior film, e il Faro dell’emozione alla migliore interpretazione attoriale. Ci sarà anche il pubblico a votare per assegnare il Faro d’Argento (film più votato dal pubblico), mentre il Faro alla carriera sarà per la personalità o l’istituzione che più si è distinta in ambito sociale. In concorso per il Faro del domani ci sono gli otto cortometraggi proiettati prima dei film in gara.
Il concorso è affiancato da una sezione collaterale dedicata ai cortometraggi, in particolare 8 corti animati realizzati per le canzoni dello Zecchino d’Oro, una tradizione portata avanti da Rai Kids e il Coro dell’Antoniano. I corti sono realizzati da Studio Rain di Salvo Carramusa (autore dei disegni e regista) e Maurilia Moscarelli (ceo, animatrice senior e modellatrice 3D), presente nel mondo dell’entertainment dei cartoni animati come una delle principali realtà del Sud Italia. Il Sicilia Film Fest ha deciso di premiare e valorizzare questa realtà produttiva inserendo i loro corti nell’apposito concorso secondo la formula di successo inaugurata l’anno scorso delle “scuderie cinematografiche”, per cui ogni anno il SFF promuove un diverso studio produttivo inserendo i loro lavori nella vetrina del Faro del domani.
“Per la nostra Amministrazione è un orgoglio avere dato vita ad un festival che continua ad emozionare ed appassionare un vasto pubblico – ha dichiarato il Sindaco di Terrasini Giosuè Maniaci – Ringraziamo il direttore artistico Vincenzo Sacco alla guida del Sicilia Film Fest che ogni anno presenta una selezione di film di qualità – e in questa edizione ben due titoli in anteprima – ma anche occasioni di dibattito e insieme un’opportunità per stare bene insieme. Perché l’esperienza collettiva del cinema ci rinnova l’idea che la comunità non è solo un concetto astratto, ma esiste, è forte, ed è desiderosa di guardare a un domani più splendente.”
“Se vuoi essere felice, comincia. Anche questa frase è dello scrittore russo Lev Tolstoj. Il SiciliaFilm Fest ha inscritto nel suo DNA una vocazione per il rispetto, la pace e la gioia – ha aggiunto il Direttore artistico del Festival Vincenzo Sacco – Giunti al nostro quinto anno consecutivo, un traguardo non da poco, abbiamo deciso di proiettare la luce del nostro faro verso tutte le sfumature della felicità. Ringrazio l’amministrazione di Terrasini e la Regione Siciliana, tutto lo staff di Altre Storie e i collaboratori, i nostri sponsor e i nostri media partner che hanno decretato il successo delle edizioni passate, ringrazio la madrina, i giurati e gli ospiti che rendono emozionanti tutti i nostri appuntamenti, e ringrazio il pubblico sempre più numeroso, attento, coinvolto del Sicilia Film Fest che ci stimola a fare sempre meglio. Non aspettiamo più la felicità, con i film di quest’anno abbiamo voluto inseguirla.”
Il Sicilia Film Fest ha ricevuto il patrocinio di Ali – Associazione Librai Italiani di Palermo, Pro Loco di Terrasini, ed è stato realizzato grazie al sostegno e al contributo economico di: Barinello, CDS Hotels – Città del Mare, I Faraglioni, Magaggiari Hotel Resort, REC. I Media Partner del Sicilia Film Fest sono: I Love Sicilia, IlMediterraneo24, PalermoPost, Spazio Cultura, Radio In.
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Cinema
Una visione nuova dell’intellettuale Pasolini

Il film
L’intellettuale
La consapevolezza di Pasolini

La cultura è l’acquisizione del bene che deve prevalere sul male!
Cinema
Il Castello Errante di Howl, una nuova rilettura

Il Castello Errante di Howl è l’opera filmica che più inganna l’occhio tra tutti i film di Miyazaki, con tutti i meravigliosi dettagli e colori che non possono fare a meno di affascinare chiunque lo osservi. Nel 2005, anno di uscita in Italia, il target è stato principalmente rivolto ai bambini che adesso, dopo 18 anni, nel tentativo di guardare un film d’infanzia bello esteticamente senza molto senso, non possono fare altro che rimanere stupiti dal film, che con una maturità maggiore rivela di avere una prospettiva molto distante da come ci si ricordava, quasi da avere la sensazione di vedere un altra opera filmica.
Chi non ha mai guardato i film del genio indiscusso di Hayao Miyazaki, possiede una certezza: si è perso dei capolavori di spicco mondiale. Tra tutti, però, il film in questione è un caso molto particolare proprio perché è l’opera successiva alla sua più famosa Spirited Away (“La Città Incantata”), che gli è valso l’Oscar come miglior film d’animazione del 2001, unico lungometraggio ad aver vinto questo genere di premio in tutto il continente asiatico. Il Castello Errante di Howl nasconde dietro di sé il desiderio di continuare e superare un’opera che ha fatto la storia.
Quel genio di Miyazaki
Miyazaki è sempre stato molto critico sulla guerra; in questo film non fa eccezione. Il talento unico di condannare la guerra viene eseguito dal regista-sceneggiatore con semplici frasi fatte, nei momenti giusti, senza appesantire in nessun modo la trama, rendendo il pensiero quasi “scontato” a chi lo ascolta. Sembra che Miyazaki voglia combattere la bruttezza del mondo con la bellezza dell’animazione che essa stessa lo ha meravigliato in precedenza. Una storia romantica, non troppo accentuata ma con un lieto fine, un rapporto sincero, cresciuto passo passo, crea un contrasto; la guerra viene sempre affiancata all’amore, mai frivolo, come invece vengono considerate dai personaggi le cause del conflitto; un’emozione che non è seconda a nessuna, ma vissuta da personaggi che sanno bene chi sono e qual è il loro obiettivo. Da entrambi i lati però, c’è una dose importante di avidità, entrambe le parti la possiedono, eccetto i protagonisti. Rimane sempre interessante il filo conduttore con cui Miyazaki fa combaciare l’amore e la guerra: entrambi sono forze egoistiche, la differenza sta nel fine. L’amore chiede un sacrificio per donare qualcosa a qualcuno, la guerra chiede anch’ella un sacrificio togliendo qualcuno per qualcosa.
La certezza che l’amore vincerà sulla guerra è l’inno alla speranza del padre dell’animazione nipponica. E proprio quando arriva il climax della catastrofe e tutto diventa rosso e nero e pensiamo al peggio, ecco che il blu della notte stellata e il lucente azzurro dell’alba mattutina concludono la storia con un lieto fine.
Sinossi
Il destino di Sophie, una semplice ragazza, aspirante cappellaia, viene sconvolto dall’incontro fortuito di uno stregone ricercato dallo Stato ma terribilmente attraente di nome Howl. L’incontro porta la ragazza all’attenzione della famigerata Strega Delle Lande Desolate che, frainteso il rapporto con lo stregone, la maledice: avrà l’aspetto di un’anziana signora senza poter rivelare la sua condizione ad alcuno. Diretta verso le Lande Desolate si ritroverà a vivere insieme a Howl, il suo assistente Markl, un singolare demone-fiamma di nome Calcifer, uno spaventapasseri e la stessa Strega Delle Lande ridotta a una vecchietta. L’unico modo per sciogliere l’incantesimo è scoprire il segreto del patto che lega Howl al demone Calcifer.
Regia di Hayao Miyazaki
Il castello errante di Howl porta, come detto in precedenza, la firma di Hayao Miyazaki e del fantomatico Studio Ghibli, a cui è affidata la produzione, e tratto dal romanzo omonimo del 1986 di Diana Wynne Jones. All’interno del film troviamo delle caratteristiche ricorrenti in questo regista-sceneggiatore: la protagonista è una ragazza forte e carismatica (Vedasi “Nausica de La Valle del Vento”, del 1984, e “La Principessa Mononoke” del 1997); un conflitto militare combattuto attraverso mezzi volanti e ambientazione novecentesca (Vedasi “Porco Rosso” del 1992) ed esiste la magia (Vedasi “Kiki – Consegne a Domicilio” del 1989).
Inoltre è riconoscibile la regia impeccabile e curata di Miyazaki che riesce a rendere sublimi e delicate le scene di guerra facendole sembrare mere immagini di riempimento, in cui si nasconde la vera filosofia di questo straordinario artista. Un uomo che non spiega niente della storia, ma essa stessa racconta se stessa e i suoi impliciti. Ogni film del regista possiede sfaccettature diverse di crudezza e satira politica, sempre mascherate da colori accesi e allegri. In piena filosofia ariostesca l’artista riesce a indolcire i suoi temi amari con il miele dei
suoi colori. Riesce a contrapporre il tema delle scene più crude e pesanti, caratterizzate dal rosso e dal nero, con quelle di una città portuale, in questo caso, caratterizzata da una vasta varietà di colori. Il desiderio di leggerezza profondo di Miyazaki crea scene paradossali come quella del bombardamento contro la città che viene fatto sembrare un gioco, mentre i colori scuri e la drammaticità sono all’apice quando lo stregone si tinge erroneamente i capelli di un colore arancio anziché biondo. L’eccellenza che contraddistingue quest’opera filmica è la maniacale attenzione nella realizzazione dei dettagli: ci sono miriade di decorazioni, drappeggi, ornamenti, elementi, scene di cucina casalinga in cui viene fatto vedere ogni passaggio, fino ad arrivare a una montagna di monete d’oro in cui la precisione è al limite della follia: anche un occhio inesperto si può rendere conto che ogni moneta è stata disegnata a mano. Miyazaki ha sempre voluto stupire il suo pubblico con tecniche e trovate sempre più impressionanti.
Curiosità sulla produzione
Subito dopo la notizia della produzione dei film “The Cat Returns” (“La Ricompensa del Gatto” del 2002) e “Il Castello Errante di Howl”, quest’ultimo venne affidato a Miyazaki. Egli dice di aver trovato l’ispirazione durante una visita al mercato di Natale di Strasburgo.
Dopo aver adattato lo scritto della Jones come sceneggiatura, ebbe qualche problema, in quanto affidò la regia a Mamoru Hosoda, un animatore della Toei Animation (Famosa per la produzione dell’anime “One Piece”). I capi dello Studio Ghibli, tuttavia, non erano d’accordo e il film rimase fermo fino a febbraio del 2003; finché Miyazaki non decise di fare egli stesso da regista. Come ormai si è soliti aspettarcelo da questo artista, anche il tempo di lavorazione di questo film richiese molto tempo. La tecnica di animazioe utlizzata nè è la causa principale. Egli unisce tecniche digitali 2D, 3D e analogiche: un esempio è il CGI (perfettamente mascherato) per animare il castello, con l’utilizzo di 1.400 disegni fatti a mano e colorati con l’acrilico.
Il film, presentato alla 61a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, conquista il Premio Osella per il miglior contributo tecnico. Quasi un anno dopo, in concomitanza con l’uscita italiana del film, durante la 62a edizione della medesima mostra, venne premiato con il Leone D’Oro alla Carriera, diventando così l’unico regista di film d’animazione a conquistare sia l’Oscar sia il Leone D’Oro.
“Se permettete una parola. La ragione per cui Howl non voleva venire qui… ebbene l’ho capita. Questo posto è strano, fate fare scalinate a persone anziane anche se invitate da voi, le portate in stanze strane come fosse una trappola. Howl non avrebbe un animo dicevate? Certamente è un egocentrico, un codardo e non si capisce cosa gli passi per la testa, però lui è una persona corretta, vuole solo vivere libero”.
Ryukitatsu Natsusora
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