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Cultura

“Settembre, andiamo”, il rito dell’accoglienza  

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Il primo giorno di scuola ha sempre tanto fascino e non solo per i piccoli della prima classe della scuola Primaria che una volta si chiamavano “remigini”, nel ricordo di San Remigio, quando la scuola iniziava il primo di ottobre.

Oggi anche gli studenti delle scuole superiori ritorneranno in presenza ed è quindi doveroso organizzare un particolare momento di accoglienza nella scuola come “casa”, luogo di cultura e spazio di socialità.

La classi avranno ancora i banchi distanziati e resta solo un ricordo il vecchio “compagno di banco”.

Per i piccoli, le maestre attente e diligenti organizzano delle attività particolari che mutuano la metafora del viaggio, del cammino, del percorso da intraprendere nel nuovo anno scolastico.

L’immagine della valigia da riempire, del treno, della nave, della brigata dei pirati con le bandane in testa, del castello da conquistare ed abitare, costituiscono gli sfondi integratori nei quali si collocano le prime attività scolastiche da svolgere.

La cultura della cooperazione che alimenta la metodologia del cooperative learning, impegna ed insegna ad organizzare i piccoli gruppi all’interno della classe: gruppi di interesse, di livello, di compito.

Nei primi giorni di settembre, durante le riunioni di programmazione dei consigli di classe, ciascun docente dovrebbe chiedersi:  ”Cosa posso fare concretamente per essere accogliente, motivante, ottimista, capace di dare direzione?”

Sono questi i percorsi da seguire per rendere incisivi i momenti di accoglienza che resteranno impressi nella memoria dei piccoli che entrano a scuola e che scoprono un mondo nuovo, diverso dall’habitat familiare.

Completa la cerimonia dell’accoglienza la visita della scuola, degli uffici, dei laboratori, della palestra, degli spazi esterni.  La consegna delle chiavi dell’armadietto personale corrisponde al rito della “consegna delle chiavi di casa”, che vengono affidate a chi comincia a diventare grande e che quindi viene sollecitata l’assunzione di specifiche responsabilità.

Privilegiando la scelta pedagogica dell’apprendimento progressivo di J.Dewey e sulla scia della teoria esperienziale di David Kolb si privilegia il “saper fare”, perché, come recita l’antico adagio:

Chi ben comincia è alla metà dell’opera”. Le prime sensazioni, infatti, sono quelle che restano più impresse nella memoria e nel ricordo e ne determinano nel positivo o nel negativo i passaggi evolutivi. Il sorriso e la serenità dei maestri, l’ambiente pulito, l’aula ordinata ed accogliente costituiscono i presupposti necessari per un buon avvio.

Trasmettere entusiasmo, ottimismo, positività è il compito del docente, che prepara una scuola dove “star bene” con se stessi e con gli altri: sintesi del “benessere” che orienta l’educazione didattica ed educativa.

Ragazzi ho bisogno della vostra collaborazione” è l’espressione magica che attira l’attenzione e sollecita la motivazione del fare scuola, dell’apprendere insieme e del crescere come gruppo classe.

Tra le attività di accoglienza per i primi giorni di scuola si prevede la compilazione del “regolamento di classe”, da non considerare come elenco di “obblighi imposti” dall’alto, bensì come regole che, nella libertà e nel rispetto di tutti, vengono condivise e approvate da tutti i componenti del gruppo classe.

Questo intervento, come ha scritto H. Jerome Freiberg, costituisce il presupposto della “gestione dell’armonia”, in quanto considera i singoli come gruppo classe e prevede che il momento delle dinamiche reciproche vada armonizzato ed orchestrato anche   mediante l’assegnazione di  quei compiti specifici, che  un tempo corrispondevano soltanto alla nomina del “capo classe”.

Oggi, invece, in una gestione democratica in alcune scuole e classi si assegnano i compiti di “coordinatore responsabile della sicurezza, dell’ambiente, della socialità, della gentilezza, della solidarietà” o alla “prevenzione del bullismo e del cyberbullismo”.

La condivisione del “cooperative learning” quale metodo scelto per la classe assicura un rendimento efficace nell’apprendimento, una fattiva cooperazione, che viene esercitata ed affinata in ogni attività, rendendo ciascuno protagonista attivo nello svolgimento dei compiti assegnati,

Si concretizza in tal modo il “learning by doing” che, coinvolgendo tutti, favorisce.la realizzazione dell’obiettivo di ’scuola inclusiva”. Nel piccolo gruppo, infatti, nessuno si sente emarginato e ciascuno percepisce di essere una “risorsa” per la classe.

Giuseppe Adernò

Cultura

Al cuore della democrazia, verso la sett.sociale

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In cammino verso la 50° Settimana sociale dei cattolici in Italia

monia e bellezza alla  sinfonia della democrazia agita e vissuta

La celebrazione della XVII Giornata sociale diocesana, promossa dall’Ufficio di Pastorale sociale e Lavoro dell’Arcidiocesi di Catania, ha avviato il percorso formativo di riflessione e di progettualità, che dal 3 al 7 luglio,  avrà un primo traguardo a Trieste, in occasione della 50° Settimana sociale dei cattolici in Italia.

Il tema della partecipazione, verbo di azione e di coinvolgimento operativo dei cittadini nell’impegno di contribuire e cooperare alla costruzione del bene comune, ha guidato le riflessioni dei relatori e dei gruppi di studio, sollecitando una maggiore presa di coscienza del dovere civico, che si intreccia con la testimonianza dei valori cristiani nel tessuto sociale.

Dopo il saluto del direttore dell’Ufficio Don Alfio Carbonaro, l’Arcivescovo, Mons. Luigi Renna, presidente del Comitato delle Settimane Sociali dei cattolici in Italia,  ha delineato il percorso della democrazia che, “prima  ancora di essere una forma i governo, è l’espressione di un desiderio profondamente umano” e muove i primi passi dal  desiderio e del sogno dei cattolici riuniti a  Camaldoli, alla vigilia della guerra. Il Codice di Camaldoli, infatti,  ha guidato i Padri Costituenti  alla redazione della  Costituzione Repubblicana del 1948.

Democrazia e demagogia, popolo e populismi, democrazia rappresentativa e democrazia diretta, sono stati i termini ricorrenti dell’intervento, che hanno fatto luce sul tema della “Partecipazione tra storia e futuro”, “primo indicatore della salute della democrazia”, che a Trieste offrirà spazi di innovazione sociale e culturale per la crescita del Paese e della comunità civile, nella quale i cattolici hanno il compito specifico di essere “testimoni credibili” dei valori proclamati.

Il coordinatore del “Cantiere per Catania”, Claudio Sammartino, già Prefetto della Repubblica, ha illustrato le finalità della giornata sociale, che dà l’avvio al “Secondo Seminario di formazione all’impegno sociale e politico.

Articolato in sette tappe, il seminario formativo si svolgerà presso la Scuola Superiore dell’Università di Catania e analizza la grammatica della partecipazione, prendendo in esame i temi della città, delle infrastrutture, dell’ambiente, della comunità, dell’economia, della povertà nelle periferie ed infine anche quello dell’intelligenza artificiale.

Il tessuto della democrazia intreccia le molteplici reti sociali che 40 milioni di volontari rendono vive e dinamiche, realizzando lodevoli progetti e servizi per il bene comune.

Finalità del “Cantiere per Catania”, ha detto Sammartino, non è quella di costruire un “partito”, bensì quella di comporre uno “spartito” nel quale ciascuno apporta il personale contributo di competenze e di risorse al fine di dare armonia e bellezza alla sinfonia della democrazia agita e vissuta.

Con grinta e coinvolgente entusiasmo la prof.ssa Elena Granata, docente di Urbanistica e Analisi della città e del territorio all’Università di Milano, Vice presidente del Comitato scientifico delle Settimane sociali dei cattolici in Italia, ha presentato il tema della 50° Settimana sociale, pensata non come un evento, bensì come un processo , al fine di sollecitare il coinvolgimento delle risorse di tutti gli operatori, “nel rispetto degli ambiti e degli stili di ciascuno”.

La scelta di Trieste, città di frontiera, multietnica e con diverse presenze linguistiche, emblema dell’Unità d’Italia, risponde all’intento di instaurare  un nuovo metodo, attivando la palestra del dialogo e dell’ascolto, segni connotativi della sinodalità.

Il “sentire” interiorizzato invita all’azione, al fare, secondo la formula: “pensare col cuore” e “agire col cervello”  e,  da veri “poeti sociali”, “seminatori di cambiamento”,  tutti sono chiamati a diventare protagonisti attivi, operatori di azioni concrete,  di  servizi efficienti e produttivi di benessere e di sviluppo.

Nel pomeriggio di sabato 11 novembre,  presso la Scuola Superiore dell’Università, la prof.ssa Granata ha documentato originali realizzazioni concrete di progetti per una città vivibile, restituendo vitalità a luoghi e spazi, prima inagibili, destinati al bene comune, dimostrando come  in risposta ad un bisogno, nasce un progetto, che è appunto il modo di mettere in atto un desiderio.

La democrazia  assegna ai cittadini il compito di essere  “placemaker”, inventori e plasmatori di luoghi da abitare,  costruttori di città da vivere in risposta ai bisogni dei cittadini, piccoli e grandi, giovani e anziani.

Il susseguirsi dell’espressione: “immagina se….” impegna a migliorare il presente e a progettare il futuro, prendendosi cura delle persone e delle cose e apportando  con creatività e immaginazione notevoli benefici alla società civile.

Nei lavori di gruppo, svolti nelle aule della Scuola Superiore, messi a disposizione dal Magnifico Rettore Francesco Priolo e dal presidente Prof. Daniele Malfitana, sono state analizzate alcune positive esperienze di partecipazione realizzate a Paternò e a Librino e la sintesi è stata curata nelle conclusioni della Giornata a cura del giovane Mirko Viola.

L’esercito dei volontari che operano, quasi nascosti nelle trincee del sociale, costituiscono il lievito della democrazia, che dovrebbe fermentare la massa e sfornare un buon pane, profumato e caldo.

Giuseppe Adernò

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Cultura

 Quando i ragazzi fanno le cose per bene

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S.A, LI BATTIATI: Mercoledì 15 novembre: ballottaggio per eleggere il sindaco dei ragazzi dell’ Istituto S. Maria della Mercede

civica nella scuola, piccola città:  si elegge il sindaco dei ragazzi  e si costituisce il Consiglio comunale dei ragazzi con assessori e consiglieri.

Già da alcuni anni l’Istituto S. Maria della Mercede, di Sant’Agata Li Battiati, ha adottato il progetto del CCR, che quest’anno compie trent’anni, essendo stato attivato a Motta S. Anastasia nel 1993.

Con la guida dei docenti, i bambini delle classi quarte e quinte hanno elaborato dei progetti per rendere la scuola sempre più bella  e con i motti: “Viviamo la scuola, creiamo il futuro” ; “Tutti insieme per una scuola e un mondo migliore” sono state costituite due liste. I risultati elettorali hanno dato vincente la lista n. 1 e sono stati eletti consiglieri: Matteo Midili, Mariasole Tenerello, Mattia Di Bella, Nicolò Lo Faro, Della seconda lista hanno riportato maggiori preferenze: Damiano  Pulvirenti, Mirko Pezzino e Sabrina Messina.

Nella lista dei sindaci si sono candidati: Giada Attanasio, Sara Bertolo, Giada Carbone, Marta Magazù, Giada Carbone, Gabriele Sanfilippo, Daniele Tinè .

L’esito delle votazioni per il sindaco dei ragazzi ha fatto registrare un totale non superiore al quorum del 50% + 1 dei votanti,  e quindi mercoledì 15 novembre si procederà  alle votazioni di ballottaggio  tra Giada Carbone e Giada Attanasio . Chi prenderà più voti sarà eletto sindaco dei ragazzi.

Giuseppe Adernò

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Cultura

Legalità e democrazia – i giovani protagonisti attivi

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Convegno delle Ambasciate della legalità a Montecitorio

Oltre trecento studenti di diverse regioni d’Italia hanno seguito con attenzione gli interventi del   Prefetto di Roma, Lamberto Giannini, dell’On. Renata Polverini, già presidente della Regione Lazio, dell’On. Carolina Varchi, vice sindaco di Palermo e Segretaria di Presidenza della Camera dei deputati.

Ha portato la sua testimonianza Salvatore Attanasio, papà di Luca Attanasio l’Ambasciatore italiano ucciso nella Repubblica democratica del Congo;  gli studenti delle  “Ambasciate della Legalità”,  presenti in 70 scuole d’Italia, hanno socializzato le loro esperienze di impegno civico e di buone pratiche di legalità.

Al convegno sono intervenuti anche i Ragazzi Sindaci della provincia di Catania, (Belpasso, Piano Tavola e Adrano) ed il CCR di Apricena in provincia di Foggia.

La loro testimonianza è stata significativa e di stimolo ad agire guidati dalla forza delle idee e dai valori che guidano il cammino nella ricerca del bene comune.

Il preside Giuseppe Adernò ha illustrato le finalità del progetto didattico del “Consiglio Comunale dei Ragazzi” che quest’anno ha celebrato il trentennale, essendo stato attivato a Motta S Anastasia (Catania) nel 1983 e ancor prima a Morrovalle in provincia di Macerata nel 1989.

La delegazione dei CCR di Belpasso e Adrano , con la partecipazione dei Dirigenti scolastici e degli Assessori  del comune di Belpasso, ha avuto anche l’opportunità di visitare i saloni e l’Aula parlamentare di Palazzo Montecitorio, “incontrare” da vicino le Istituzioni e percepire il senso dello Stato e della vita democratica.

Nel corso del convegno, guidato da Nicolò Mannino e Salvatore Sardisco,  è stato presentato il libro. “Il mio nome è Amore”, che raccoglie le testimonianze di docenti e studenti sui temi della legalità e della pace.

Nella prefazione, il Prefetto Renato Cortese ha citato l’impegno dei giovani che vogliono sostituire “l’acre odore del compromesso” con il “fresco profumo della libertà e della pace”. Su questi temi “Pace e Solidarietà tra i popoli” il prossimo 24 gennaio al Campidoglio, nella sala della Protomoteca di Roma, si svolgerà il primo convegno del 2024 promosso dal Parlamento della legalità internazionale.

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