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Teatro

Uno, nessuno, centomila, Arturo Brachetti al Teatro Mssimo

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Fra sette mesi spegnerà la sessantesima candelina, Arturo Brachetti, dal 2006 nel Guiness dei primati come il trasformista più veloce del mondo e come unico attore capace di realizzare 80 cambi d’abiti in uno spettacolo di quasi due ore. Pubblico delle grandi occasioni del Teatro Al Massimo di Palermo, diretto da Aldo Morgante, che non poteva non ospitare una delle due tappe di “Solo” lo spettacolo dell’artista torinese. 90 minuti di adrenalina allo stato puro, con uno stordimento generale di tutti i sensi. Brachetti, commuove, stupisce, e spinge lo spettatore a usare la fantasia come quella che gli suggerì suo nonno da bambino regalandogli un cappello con il vuoto al centro da colmare con ogni sorta di personaggi.  Non si esibiva da due anni, dal successo ottenuto con: “Brachetti che sorpresa”, in questo spettacolo è tutto solo sul palco, con gli intermezzi di un ragazzo di colore, vestito da soldato, con una telecamera go pro, riprende il pubblico divertito ma soprattutto, una casa in legno, come quelle dell’infanzia che hanno fatto sognare  Barby e ken. “Benvenuti nella mia casa” dice al pubblico Arturo Brachetti; “È una casa senza luogo e senza tempo, abitata solo dei miei personaggi, i miei sogni e le mie sorprese, è un luogo magico dove il sopra diventa sotto e le scale scendono per poi salire”. Perché come sostiene da sempre Arturo “è la realtà immaginata quella che ci rende più felici“. L’occhio della web cam esplora e illumina le sette stanze in cui Arturo vuole farci entrare. Un viaggio simbolico fra le mura domestiche è come una sorta di introspezione: “Ognuno di noi ha una casetta così nascosta nel proprio cuore – dice Brachetti -, solida come un castello o fragile come un origami. Un posto segreto, senza presente, passato e futuro, in cui conservare sogni e desideri che sono speranza e meraviglia”. Dagli oggetti, gli arredi i ricordi, tutto fa parte del percorso di questo straordinario performer che si lascia suggestionare dai personaggi disneyani, che appaiono e scompaiono da un libro che si sfoglia virtualmente nello schermo. Gli oggetti del passato si mescolano alle luci del futuro, led e laser per spiegarci il senso della vita che resta solo e comunque la musica. Gli schermi e i videoproiettori fanno questo spettacolo unico nel suo genere. E poi ci sono gli indimenticabili giochi di luci e ombre che affascinano da sempre i più piccini. E quando l’artista coinvolge la signora Caterina del pubblico le dedica la copertina  e le chiede il telefonino per entrare, con l’immaginazione, nella sua playlist musicale. Si spoglia e si riveste in un battito di ciglia e da vita a Pavarotti, ai singoli componenti dei dei Beatles, una esilarante Madonna  e un luminoso Freddy Mercury,  per ballare tutti con Michael Jackson ed Elvis Presley. E nel finale ci dice: “Non accontentatevi di vedere, andate oltre. Immaginate. Liberate la fantasia, non state passivamente affacciati ad una finestra a “subire” il passaggio delle stagioni. Vivete il vostro tempo, buttatevi dentro, cambiandovi in continuazione d’abito ma non svestendo mai quello dei ricordi”.

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“L’Archimede moderno” di Mario Incudine

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E’ un viaggio nelle sonorità più intime, con brani originali stupendi, scritti ed eseguiti dal vivo dal performante artista Mario Incudine, con il suo fido e immancabile musicista, il maestro Antonio Vasta. Restituiscono al pubblico del Teatro Biondo, in trasferta esterna, per la calura estiva, nello splendido scenario del chiostro S. Anna della Galleria d’arte moderna di Palermo, l’ultima produzione dal titolo: “Archimede, La solitudine di un genio”. I testi di Costanza DiQuattro, la regia di Alessio Pizzech, per uno spettacolo prodotto da: Centro Teatrale Bresciano, dal Teatro Stabile di Trieste, Teatro della Città, A.S.C. Production, in collaborazione con Teatro Donnafugata.

Un’ora di monologo, quello di Incudine, che incanta il pubblico, grazie alla straordinaria energia che emana dal palco, con una dizione perfetta, e una performance recitativa degna di un primo allievo di Strehler, segno evidente di una maturazione artistica, avvenuta negli ultimi anni, davvero importante. Le scene e i costumi di Andrea Stanisci impreziosiscono un contesto che catapulta lo spettatore in una sorta di “bottega dell’ingegno” dove spiccano le invenzioni di un uomo divenuto immortale.

Siamo nel 212 a.C., Siracusa è assediata dall’esercito romano. Nella notte, un giovane legionario, interpretato da Tommaso Garré, si introduce nella casa del matematico Archimede: è pronto a ucciderlo. Prima che il colpo venga inferto e il destino si compia, Archimede, con gli stracci addosso e la saggezza del genio incompreso, ripercorre la sua esistenza, muovendosi lento sulla scena, con un soliloquio che alterna fasi di gioia e dolore. Lo spettacolo diventa così momento di grande riflessione sulla solitudine di un “numero primo”, che ha dedicato l’intera sua vita alla scienza.

“La sua, ci racconta Incudine, è una lotta contro l’ignoranza di chi non comprende la grandezza delle sue scoperte, e lui stesso si trova a vivere una vita di grande solitudine, sospesa tra la genialità e la follia. Archimede non è solo un inventore, ma un simbolo della lotta tra il genio e la mediocrità, tra il desiderio di giustizia e l’ipocrisia del mondo”.

Gli fa eco il regista Alessio Pizzech nell’affermare che “il testo di Costanza DiQuattro è sorprendentemente attuale. In questo momento di odio e di guerra, di ricerca scientifica messa al servizio della distruzione di vite umane, le parole che Costanza affida ad Archimede risuonano come un monito, perché la bellezza, il pensiero che scaturisce dal sapere ed all’esperienza della conoscenza, siano i soli strumenti per dare forma ad un futuro possibile. In questo lavoro di teatro/ canzone sono felice di condurre Mario Incudine in quel bilico meraviglioso tra parola detta e parola cantata che dà forza a questo viaggio nell’interiorità più profonda di questo mito, di quel genio che è stato Archimede.Ne vogliamo così cogliere del protagonista tutte le suggestioni possibili, in un gioco di rimandi tra passato e presente, tra vita privata e la storia che ha attraversato l’esistenza del celebre matematico”.

La performance tocca momenti di lirismo puro, quando Incudine immerge i piedi in una tinozza d’acqua e scopre il principio che: “un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del volume di fluido spostato”. Una scoperta che lo portò al cospetto di re Gerone di Siracusa come colui che aveva scovato la truffa di un gioielliere sulla corona d’oro.

Si replica anche stasera, e ne vale assolutamente la pena 

 

 

 

 

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Il Sindaco Pescatore

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La storia di un eroe normale, Angelo Vassallo, il Sindaco Pescatore. Un uomo normale e straordinario in una regione malata e straordinaria come la Campania. Un uomo che ha sacrificato con la sua vita l’impegno di amministrare difendere e migliorare la sua terra e le sue persone. La sua opera di uomo semplice onesto e lungimirante attraverso l’inizio della sua carriera politica, i successi straordinari ottenuti sul campo del Cilento nell’ottica del Bene Comune, compresa l’operazione Dieta Mediterranea assunta grazie a lui a Patrimonio dell’Unesco, fino al suo tragico epilogo.

Sul palco Ettore Bassi, diretto da Enrico Maria Lamanna, in un’opera scritta da Edoardo Erba, tratta dal libro di Dario Vassallo.

 promuove la partecipazione civica e la cultura del servizio pubblico offrendo l’ingresso gratuito allo spettacolo teatrale “Il Sindaco Pescatore” in programma a Palermo e Catania. Lo spettacolo, ispirato alla figura di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica assassinato per il suo impegno contro la criminalità e per la legalità, sarà rappresentato:

  • al Teatro Biondo di Palermo il 28 maggio (ritiro biglietti omaggio dalle ore 19) e il 29 maggio (dalle ore 16.30)
  • al Teatro Verga di Catania il 30 e 31 maggio (ritiro biglietti omaggio dalle ore 16.30)

Lo spettacolo si presenta come un monologo intenso e toccante, che invita in particolare le giovani generazioni a vedere la politica come servizio alla comunità, un messaggio più che mai attuale in un tempo di sfiducia nelle istituzioni.

Per questo motivo, l’ANCI Sicilia ha deciso di favorire l’accesso gratuito al pubblico, con particolare attenzione a studenti, insegnanti e cittadini interessati alla promozione della legalità, dell’etica pubblica e dell’impegno civile.

 L’iniziativa rappresenta una rara occasione per coniugare teatro, memoria e cittadinanza attiva, e celebrare l’esempio di chi ha fatto della politica un atto d’amore per la propria terra.

Alla fine del monologo, prodotto da Michele Ido,  realizzato con gli allievi della scuola Ditirammu diretta da Elisa Parrinello, un dibattito, moderato dal giornalista Roberto Greco, con il Presidente dell’Anci, Paolo Amenta, il Prediente del Tribunale di Palermo Piergiorgio Morosini, del Vice Sindaco e Assessore alla Cultura, Giampiero Cannella

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Un giorno la formica

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Favola farsesca in musica

Fino a che punto è consentito spingersi alla ricerca del progresso, sfidando e spesso disprezzando la natura? La superiorità dell’essere umano sull’animale è così scontata? Parte da queste domande l’avventura surreale di uno  scrittore alle prese con una formica e con le sue logiche disarmanti.

I toni della commedia

Alternando i toni della commedia con quelli dell’introspezione psicologica, lo spettacolo si sviluppa come un gioco teatrale divertente e tuttavia profondo, affidato alla forza scenica degli attori, alla musica e alle canzoni originali di Mario Incudine e alla ricerca di una verità che forse non esiste. Alla fine, è probabile che agli spettatori rimanga il dubbio se siamo davvero gli esseri più evoluti del pianeta.

In una dimensione sospesa tra la fiaba e la realtà, si incontrano uno scrittore una formica gigante; è lei la coscienza che rimprovera l’uomo di essersi preso arbitrariamente lo scettro di “essere superiore” senza interpellare gli altri abitanti del pianeta.

Un’avventura surreale scritta a tante mani, Paride Benassai per la parte drammaturgica e i testi dellee camzoni assiemie a Mario Incudine, il controbuto essenziale dello scrittore Marco Pomar, e la performance artistica di Eugenio Mastandrea  che si identifica in  uno scrittore in crisi di ispirazione, alle prese con una formica e le sue logiche disarmanti. Un quadro fa da sgondo con all’interno un improbabile grillo parlante, Mario Incudine.

I protagonisti

Paride Benassai, Eugenio Mastrandrea e Mario Incudine sono i protagonisti di Un giorno la formica, una divertente commedia che tratta temi serissimi come la crisi ambientale e l’antropizzazione senza freni del nostro pianeta. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Biondo di Palermo ha debuttato in Sala Strehler il 7 maggio e si concluderà il 18 maggio.

Le luci sono di Antonio Sposito, le scene e i costumi sono stati realizzati dagli Allievi dell’Accademia di Belle Arti di Palermo coordinati da Valentina Console.

Scritto da Benassai e Mastrandrea insieme a Marco Pomar, lo spettacolo si dipana tra realtà e immaginazione immaginando un improbabile ma realistico incontro tra una formica e uno scrittore in crisi di ispirazione. La formica rimprovera allo scrittore la tracotanza (e la stupidità) con la quale gli esseri umani hanno “colonizzato” il pianeta senza interpellare gli altri esseri viventi, ritenendosi la specie più evoluta.

Guarda l’intervista in Open day cinema a Radio In

 

 

Un giorno la formica –  Favola farsesca in musica

da un’idea di Paride Benassai ed Eugenio Mastrandrea

drammaturgia di Paride Benassai, Eugenio Mastrandrea, Marco Pomar

regia Paride Benassai

con Paride Benassai, Eugenio Mastrandrea, Mario Incudine

musiche Mario Incudine

luci Antonio Sposito

scene e costumi degli Allievi dell’Accademia di Belle Arti di Palermo coordinati da Valentina Console

aiuto regia Marco Pomar

direttrice di scena Valentina Enea

coordinatore dei servizi tecnici Giuseppe Baiamonte

capo reparto fonica Giuseppe Alterno

macchinista Gaetano Presti

capo sarta Erina Agnello

produzione Teatro Biondo Palermo

durata: 1 ora e 30 minuti

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