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Cinema

Winter School Online-Workshop “Cinema Paradise”

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CAMPUS Asia: SUAE_Asia 2021, 15-26 febbraio 2021

Il Dipartimento di Architettura e il Corso di Laurea Magistrale in Architettura Palermo capofila di un TEAM internazioanle di cinque Università provenienti dalla Cina, Sud Korea, Giappone, Austria e Italia.

60 partecipanti fra docenti e studenti delle cinque Università di Pusan National University (Sud Corea), Kyushu University (Giappone), Tongji University (Cina), University of Technology Vienna e Università degli Studi di Palermo stanno partecipando in rete al Workshop internazionale on line denominato CAMPUS Asia: SUAE_Asia 2021 Winter School.

Il ricco programma di interventi avviato lo scorso 15 febbraio, con i saluti dei Professori dell’Università degli Studi di Palermo Andrea Sciascia (Direttore del Dipartimento di Architettura) e Emanuele Palazzotto (Coordinatore del Cordo di Laurea in Architettura) che si concluderanno il prossimo 26 febbraio, vede la partecipazione di grandi esperti da tutto il mondo confrontarsi sul tema posto dal direttore del Gruppo di ricerca #LabCityArchitecture e del Laboratorio di Laurea “CENTRI MINORI IN SICILIA”, il  Professore Renzo Lecardane del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo.

La Winter School Workshop 2021

La Winter School Workshop 2021, dal titolo: “Cinema Paradise: Inventing the Natural and Harmonious Cinema Paradise Places in the Valley Bolognetta cascata e grotta di San Nicola, Palermo, Sicily, Italy”, si svolgerà in modalità remoto sul tema dei luoghi del cinema in Sicilia dedicando il Workshop al 30° anniversario del Premio Oscar al Maestro Giuseppe Tornatore.

Qui il link : https://www.youtube.com/watch?v=PZS0iBkDFfU.

“Abbiamo fortemente voluto organizzare questo Workshop internazionale con un caledario fitto di incontri, seppure virtuali, con docenti e studenti di tre Università asiatiche e due europee”, dice il Professore Lecardane, “per incrementare gli scambi culturali e didattici a partire dal nostro territorio fortemente caratterizzato da bellezze paesaggistiche e in particolare sull’impatto del capolavoro filmico Nuovo Cinema Paradiso del regista di Bagheria, Giuseppe Tornatore, a oltre 30 anni dalla conquista dell’Oscar come miglior film straniero. E’ oper questo che abbiamo coinvolto anche il Direttore Ivan Scinardo della sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia che ha tenuto una Lecture in inglese, ripercorrendo la filmografia di Tornatore e facendo vedere oltre 10 frammenti di film conservati nella memoria della storia del cinema girati in Sicilia”.

 

A coordinare gli interventi il Professore  Inhee Lee (Pusan National University, Sud Corea), Direttore del Programma CAMPUS ASIA, con i Coordinatori Scientifici Prof. Renzo Lecardane (DARCH-UNIPA), Prof. Mladen Jadric (Vienna University of Technology, Austria), Prof. Feng Deng (Tongji University, Cina), Prof. Prasana Divigalpitiya (Kyushu University, Giappone), i docenti del Comitato Scientifico e i Coordinatori e Tutors didattici.

Qui tutte le info: http://www.suae-asia.com.

L’internazionalizzazione delle attività accademiche emerge come uno strumento fondamentale per l’interazione consapevole di attività didattiche e di metodologie di ricerca, è in questo quadro che si inserisce l’esperienza del Gruppo di ricerca LabCity Architecture (DARCH-UNIPA) che ha in attivo numerosi rapporti di collaborazione con istituzioni universitarie internazionali.

Questo Workshop conferma il processo di internazionalizzazione dell’Ateneo di Palermo, attraverso la ricerca e l’attività didattica, con una forte spinta verso il progetto di ricerca-azione che ambisce a potenziare la comunità, i cittadini, le associazioni e le istituzioni, attraverso un processo di riappropriazione del diritto all’uso degli spazi e dei beni comuni con una vocazione militante e critica del ruolo dell’Università all’interno dei processi di trasformazione concreta dello spazio naturale e antropico.

Nel 2020 il progetto “CENTRI MINORI IN SICILIA. VALLEDOLMO 2030: la città che cura” del Gruppo di ricerca LabCityArchitecture (DARCH-UNIPA) ha ricevuto il premio EXCELLENCE AWARD nell’ambito del Workshop internazionale “Balcony and Violin. Life of Post-COVID 19”, organizzato dal Busan International Architectural Design Workshop (BIADW), Sud Corea, al quale sono state invitate 18 Università provenienti da tutto il mondo.

Il CAMPUS Asia 2021 mira a promuovere la pratica della progettazione resiliente nell’ambiente naturale e costruito ampliando le opportunità della formazione universitaria attraverso eventi multidisciplinari internazionali i cui esiti saranno pubblicati a cura del Centro del Patrimonio Mondiale UNESCO. Questo programma di formazione internazionale in architettura è sostenuto dalla Commissione Nazionale UNESCO-Corea Education for Sustainable Development (ESD), con la partecipazione delle Università: Pusan National University (Sud Corea), Kyushu University (Giappone), Tongji University (Cina) e, da quest’anno, anche l’University of Technology Vienna e l’Università degli Studi di Palermo.

Al Workshop CAMPUS Asia 2021 partecipano per l’Università degli Studi di Palermo il Coordinatore scientifico Prof. Renzo Lercardane, i Professori del Comitato scientifico Zeila Tesoriere, Ferdinando Trapani, il Direttore Ivan Scinardo del Centro Sperimentale di Cinematografia – Sicilia, le Coordinatrici e Tutors Arch. Paola La Scala (PhD) e Arch. Bianca Andaloro (PhD student), il Presidente Giuseppe De Caro dell’Associazione Antica Trasversale sicula, le studentesse Valentina D’Anna, Egizia Miraudo e Federica Tognetti; per la Pusan National University Sud Corea il Coordinatore scientifico Prof. Inhee Lee, i Professori del Comitato scientifico Shinkoo Woo, Changbae Park, Jaewoo Yoo, il Coordinatore e Tutor Prof. Yoonjeong Kim; per la Vienna University of Technology il Coordinatore scientifico Prof. Mladen Jadric, la Coordinatrice e Tutor Federica Rizzo; per la Tongji University Cina il Coordinatore scientifico Prof. Feng Deng, il Comitato scientifico Prof. Li Zhang, il Coordinatore e Tutor Prof. Yanzhe Hu; per la Kyushu University Giappone il Coordinatore scientifico Prof. Prasana Divigalpitiya, il Coordinatore e Tutor Arch. Kanako Fuji.

14 TEAMS internazionali

Zhang Jiaxin, Qiu Wei, An Na, Gao Bingqiong, Sun Chang, Liu Lian, Zhu Xiaoxing, Guo Xiaoxi, Xue Huiyuan, Ye Zi, Tang Haiyao, Bao Jixuan, Wang Zheyue, Liu Shinan, Zhang Yujiao, Liao Biyu, Hou Yuming, Jiang Yuting, Li Ino, Hataita Kozue, Uesugi Mako, Yumen Ayumi, Sun Cong, Wen Yajun, Li Huiying, Lee Yeon Ju, Lee Da Kyeong, Joo Eun Hee, Kim Sungsu, Lee Seung Gyu, Kim Min Kee, Konduri Sai, Bhanu Sreenidhi, Kwak Bo Min, Kim Go Un, Kim Gwang Ho, Hong Seok Min, Anna Zita Leutgeb, Chiara Bayer, Laura Endhardt, Schmidt Veronika, Tatlav Aydin Dağlar, Siciliani Carlotta, Bianca Andaloro, Valentina D’Anna, Egizia Miraudo, Federica Tognetti.

Cinema

Arriva in sala “Un altro ferragosto”

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Arriva in sala dal 7 marzo l’attesissimo sequel di Ferie di agosto. Paolo Virzì omaggia Natoli e Fantastichini nell’affollato cast che riunisce gli attori dell’epoca (Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Laura Morante, Paola Tiziana Cruciani, Gigio Alberti) con le new entry Christian De Sica, Andrea Carpenzano, Vinicio Marchioni, Emanuela Fanelli e Anna Ferraiol Ravel)

“Un Altro Ferragosto” di Paolo Virzì

I Molino e i Mazzalupi. Alzi la mano chi non ricordi i cognomi delle due famiglie agli antipodi che si fronteggiavano a Ventotene in “Ferie d’agosto“, il film di culto di Paolo Virzì che fotografava alla perfezione due stili di vita e due concezioni d’Italia datate 1996.

A distanza di 28 anni e a furor di popolo cinefilo rieccole ancora insieme in Una altro ferragosto, l’attesissimo sequel diretto dal regista livornese e dal quale mancano Piero Natoli ed Ennio Fantastichini (ma nel film appaiono in foto e in qualche nostalgica sequenza del primo film) nel frattempo prematuramente scomparsi. Cast affollatissimo (le new entry sono Christian De Sica, Andrea Carpenzano, Vinicio Marchioni, Emanuela Fanelli, Anna Ferraiol Ravel) e stessa location, con l’isola laziale in fermento per il matrimonio di Sabry Mazzalupi, la goffa figlia del bottegaio romano Ruggero, diventata una celebrità del web e promessa sposa ad un volgare speculatore tecnologico.

Mentre il vecchio giornalista dell’Unità, Sandro Molino (Silvio Orlando) rivede dopo anni il figlio, un 26enne imprenditore digitale che ritorna dall’America col marito fotomodello proprio mentre l’Alzheimer inizia a dare segnali preoccupanti. Due tribù di villeggianti in bilico tra passato, presente e futuro con le storie e la Storia d’Italia a darsi simbolicamente la mano in un trapasso generazionale non sempre convincente per toni e scrittura. E il senso della morte, incombente, a tramandare quel bisogno d’affetto e di condivisione che regola tutti i personaggi di “Un altro ferragosto“.

“Mi sono interrogato sul senso misterioso di aver finalmente deciso solo ora di girare questo sequel” dice Virzì che ha presentato il film proprio in occasione del suo 60mo compleanno. “Piero Natoli subito dopo il primo film voleva farne un altro ma a me sembrava una furbata. Gli promisi che comunque lo avremmo girato negli anni ed eccomi qui. Ho costruito sul lutto di due amici indimenticabili un romanzo d’appendice dell’800 che mescola vicende familiari e politiche”. “Il film si è scritto con la collaborazione di tutti gli attori che in tutto questo tempo hanno pensato a che fine avessero fatto i loro personaggi” continua il regista. “Un altro ferragosto è un bilancio amaro sul tempo che passa inesorabilmente e che dimostra che la maturità non sempre arriva con l’avanzare dell’età che anzi rende più fragili. Scrivendolo- con Francesco Bruni e Carlo Virzì– ho riflettuto sulla mia vita e sul mio tempo. Credo sia un miracolo che io sia ancora vivo a 60 anni, non me lo sarei mai aspettato” scherza ma non troppo Virzì.

Differenze con Ferie d’agosto? “Quello era un film di passioni e sentimenti, di emozioni più che di tecnica. Dopo 28 anni credo di aver imparato la grammatica cinematografica e questo è un film girato in modo completamente diverso. Con Ventotene e il suo passato (nel film si ricorda che nell’isola, tra il 1932 e il 1943 furono costretti al confino 1000 oppositori che redassero il manifesto per l’Europa libera e unita) protagoniste e simbolo di quella convivenza civile del dopoguerra che dialoga coi nostri tempi dove la democrazia è in crisi e i nazionalismi avanzano”.

Ma le utopie della sinistra sono definitivamente franate, chiede qualcuno in riferimento al finale amaro del film. “Nel racconto ostinato di Sandro Molina a Tito, il nipotino di 10 anni che dimostra di recepirlo, forse c’è la speranza che non tutto sia perduto. Chissà, forse sarà lui in futuro il nuovo leader della sinistra…” .

Prodotto da Lotus Production e RaiCinema, Un altro ferragosto uscirà il 7 marzo distribuito da 01 in più di 400 copie.

Claudio Fontanin (Fonte: Cinemaitaliano.info)
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L’85% degli under 24 in sala negli ultimi 3 mesi

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La generazione Z artefice del ritorno di fiamma tra italiani e cinema: oltre 6 italiani su 10 ci sono infatti andati almeno una volta negli ultimi 3 mesi, ma la percentuale si impenna oltre l’85% se si considerano i ragazzi tra i 18 e i 24 anni e oltre il 75% per le persone tra i 25 e i 34 anni. Particolarmente rilevante anche il pubblico dei “Boomers”. Tra i segreti del successo, l’investimento sulla stagione estiva.

CINEMA - L’85% degli under 24 in sala negli ultimi 3 mesi

La nuova luna di miele tra italiani e cinema si celebra nel segno della Generazione Z: se infatti nel 2023 si è registrato un boom di spettatori nelle sale (+60% sul 2022*), con presenze superiori persino al periodo pre-Covid, molto si deve ai giovanissimi. Oltre 6 italiani su 10 sono infatti andati al cinema almeno una volta negli ultimi 3 mesi, ma la percentuale si impenna oltre l’85% se si considerano i ragazzi tra i 18 e i 24 anni e oltre il 75% per le persone tra i 25 e i 34 anni. A rilevarlo, alla vigilia della notte degli Oscar, è l’istituto di ricerca Eumetra, che ha realizzato un’indagine qualitativa sul “nuovo spettatore”, analizzando anche le possibili cause che hanno riportato in auge una forma di intrattenimento che molti consideravano in via di estinzione.

Chi pensava che il cinema avrebbe finito per soccombere sotto la scure della pandemia e delle piattaforme di streaming deve dunque ricredersi. Il cinema” – ha commentato Matteo Lucchi, CEO di Eumetra – “è ancora un’esperienza a cui gli italiani non vogliono rinunciare e che, come testimoniato dalla nostra analisi, sta facendo breccia soprattutto tra i ragazzi, ma non solo. Ci sono diversi tipi di spettatore a cui l’industria cinematografica deve e può rivolgersi. Questa ripresa rappresenta non solo un’ottima notizia per i player del settore, ma anche un’opportunità per gli investitori pubblicitari interessati a raggiungere un determinato target“.

Se è vero infatti, secondo quanto evidenzia la ricerca Eumetra, che la frequentazione delle sale diminuisce progressivamente all’aumentare dell’età – tra i 35 e i 44 anni ci va il 66,5% delle persone, tra i 45 e i 54 anni il 61,4%, tra i 55 e i 64 anni il 60,5% e infine tra gli over 64 il 55% – è altrettanto vero che esiste una fetta consistente di aficionados cinefili “maturi”: un quarto circa dei cosiddetti Boomers frequenta le sale cinematografiche con grande regolarità, rappresentando un segmento di pubblico di grande rilevanza.

Ma, al di là dei distinguo generazionali, cosa ha concretamente riportato gli italiani al cinema? Secondo l’analisi dell’istituto di ricerca sono numerosi i fattori che hanno portato a questi risultati: tra questi, l’iniziativa Cinema Revolution, promossa dal Ministero della Cultura e da tutte le componenti del comparto cinematografico, che prevede il prezzo ridotto del biglietto per un certo periodo di tempo e che, nel solo periodo giugno-settembre 2023, ha portato un milione e mezzo di presenze (+36,67% sullo stesso periodo 2022) in sala, di cui 1,1 milioni per i soli film nazionali. A questo si aggiunge che, per la prima volta nel 2023, si è scelto di investire sulla programmazione estiva, con sale aperte e uscita di titoli particolarmente attesi – tra luglio e agosto sono usciti due titoli particolarmente attesi come “Barbie” e “Oppenheime“r – che ha fatto scoprire (o riscoprire) agli italiani il gusto del cinema anche in vacanza. Nel corso di tutto l’anno, è inoltre stata introdotta un’ottimizzazione da parte della distribuzione dell’uscita dei film, non solo attraverso la creazione di veri appuntamenti al rilascio dei titoli più importanti della stagione (da ultimo, “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi), ma anche con un’offerta diversificata in funzione delle diverse tipologie di pubblico. Infine, non da ultimo, sono state adottate strategie di prezzo incentivanti in alcune sale.

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Margherita Hack raccontata in “Margherita delle stelle”

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Margherita delle stelle è il titolo del film, per la regia di Giulio Base, che ha come protagonista Cristiana Capotondi nel ruolo di Margherita Hack. Il film evento, in onda il 5 marzo su Rai1, rende omaggio alla celebre astrofisica, morta il 29 giugno del 2013, e rinominata “l’amica delle stelle”.

Il film racconta in modo emozionante e suggestivo la straordinaria vita e carriera di Margherita Hack. Partendo dalla sua infanzia, esplora gli anni di giovinezza in cui viveva come una ragazza libera e anticonformista, per poi seguire il suo percorso accademico fino a diventare la prima donna a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste.

Membro anche dell’Accademia dei Lincei, dell’Unione Internazionale Astronomi e della Royal Astronomical Society, Margherita Hack è stata compianta in tutto il mondo dopo la sua scomparsa, quando si è scoperto dei problemi cardiaci nuovamente aggravati che sono stati la causa della morte.

Margherita Hack: la causa della morte dell’astrofisica

La vita di Margherita Hack è per lo più conosciuta, ora anche grazie al film Margherita delle stelle con Cristiana Capotondi. La vera causa della morte dell’astrofisica, tuttavia, non è così nota.

Da tempo, infatti, erano conosciuti i problemi cardiaci che l’affliggevano, anche se per un notevole lasso di tempo le sue condizioni di salute sembravano migliorate. In realtà, nella settimana precedente alla sua dipartita, Margherita Hack era stata ricoverata d’urgenza a Trieste.

La notizia del decesso dell’astrofisica è arrivata il 29 giugno 2013, con una nota del marito di una vita Aldo della Rosa, con cui è stata sposata per 70 anni. La causa della morte è quindi da ricondurre alla condizione cardiaca di cui soffriva da tempo.

Margherita Hack, tuttavia, ha sempre affermato di non aver paura della morte: ne è riprova la sua scelta, poco tempo prima, di rifiutare un intervento al cuore rischioso ma che avrebbe potuto migliorare in parte la sua condizione. In un’intervista a Il Piccolo aveva spiegato:

“L’intervento poteva essere risolutivo, ma presentava anche dei rischi: l’idea mi è venuta di notte, semplicemente. Mi sono resa conto che in ospedale mi mancavano la mia attività, mio marito, i miei animali e tutte quelle comodità, privacy compresa, che in ospedale non ci sono. Una vita a metà. Qui a casa, magari al rallentatore, ma faccio le cose normali. E allora, ho pensato: un’operazione a rischio, un’altra degenza e poi una lunga convalescenza? No, come va, va. Meglio un giorno da leoni”.

 

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