

Cinema
Cittadinanza onoraria a Lucia Gotti Venturato
Il sindaco Leoluca Orlando ha conferito la cittadinanza onoraria di Palermo a Lucia Gotti Venturato, presidente e ideatrice del “Sole Luna Doc Film Festival”, l’atteso appuntamento che ogni estate porta il cinema del reale a Palermo con documentari che raccontano storie e rivelano tradizioni di popoli e di Paesi, con particolare attenzione al tema dell’ “alterità” in tutte le sue manifestazioni e forme.
La cittadinanza le è stata conferita questa mattina, nel corso di una cerimonia che si è svolta a Palazzo delle Aquile, a suggellare l’impegno di Lucia Gotti Venturato sulla città e sull’inclusione attraverso il festival da lei ideato e promosso.
“Lucia Gotti Venturato – scrive il sindaco Leoluca Orlando nella motivazione – ha fondato l’associazione Sole Luna – Un Ponte tra le Culture e ha dato vita al Sole Luna Doc Film Festival, dando voce a storie di individui personaggi e comunità in relazione a situazioni di marginalità, povertà e problematicità in contesti di crisi in cui i diritti fondamentali e inalienabili dell’uomo non sono rispettati”.
“Attraverso le produzioni promosse dal Sole Luna – recita la motivazione – ha rappresentato la fragilità e l’intimità dell’uomo, la quotidianità di esistenze lontane e sconosciute che, apparentemente povere, si rivelano in realtà dense di un profondo significato esistenziale, rappresentando un sensibile arricchimento culturale e umano per lo spettatore e per l’evoluzione della sua visione della realtà. Attraverso il Festival, inoltre, ha favorito e dato opportunità di crescita e diffusione a espressioni artistiche indipendenti, che divengono strumento di conoscenza della cultura altra, stimolando nuovi spunti di riflessione, favorendo l’incontro tra persone, idee e punti di vista diversi, trasmettendo i principi positivi dell’accoglienza, della fiducia e della speranza di dialogo e comunione tra popoli”.
“Ho conferito la cittadinanza onoraria – conclude il Sindaco – esprimendo profonda stima e ammirazione, per l’opera intellettuale volta al dialogo tra diversi, alla promozione della conoscenza dell’altro e della diffusione di una cultura dell’accoglienza, della pace e del rispetto dei diritti umani, valori condivisi e promossi da questa Città”.
“… Pensando a questa mia cittadinanza – ha sottolineato Lucia Gotti Venturato nel corso della cerimonia – non posso non pensare a tutti quegli individui, uomini e donne, bambini e bambine, giovani e adulti che ancora aspettano di accedere a uno status che non dovrebbe essere considerato un privilegio.
Palermo e Sole Luna mi hanno dato la possibilità di affrontare questo tema cogliendolo nella sua più intrinseca essenza e mi hanno insegnato il significato profondo dell’accoglienza, dell’inclusione, diritti umani per il cui rispetto non si dovrebbe presentare una domanda, ma che dovrebbero essere un diritto, appunto, per il fatto stesso di essere, tutti, parte di un ecumene, nel suo senso di “casa dove tutti possono vivere”.
Il Sole Luna Doc Film Festival nel 2018 arriverà alla sua 13esima edizione e si terrà a Santa Maria dello Spasimo dal 2 all’8 luglio, nell’anno in cui Palermo è capitale della cultura e sede di Manifesta. Il Festival ha inoltre una edizione a Treviso nel mese di settembre.
In questi 12 anni il progetto si è radicato nel territorio, coinvolgendo tutte le realtà associative culturali locali e internazionali di Palermo con un rapporto privilegiato con l’Università di Palermo e con il suo dipartimento “Culture e Società”, nel cui ambito insegna l’antropologa Gabriella D’Agostino, direttore scientifico del Festival.
Il Sole Luna (organizzato dall’Associazione “Sole Luna – Un Ponte fra le culture), con il suo esordio nell’ottobre 2006, su invito del Ministero degli Esteri, ha proposto per alcuni anni progetti formativi sull’arte del documentario rivolti a delegazioni di iracheni e libanesi che si affiancavano a gruppi di studenti del DAMS di Palermo. Ha seguito, inoltre, la nascita del Centro Sperimentale di Cinematografia, diretto da Ivan Scinardo, coinvolgendo di volta in volta i 12 discenti del primo corso, creando bandi specifici per loro e assegnando premi ai vincitori, promuovendoli in seguito in varie attività. Con la regia di due di loro, Chiara Andrich e Giovanni Pellegrini, il Festival ha prodotto Bring The Sun Home, vincitore di numerosi premi nel mondo. Andrea Mura, altro diplomato al CSC di Palermo ha vinto il premio assegnato dallo sponsor Enel Green Power per la produzione del video istituzionale 2014 dell’azienda, realizzandolo con l’assistenza di Daniele Fabrizi. Chiara Andrich e Andrea Mura sono oggi i direttori artistici del Sole Luna Doc Film Festival.
Per ogni edizione sono stati coinvolti artisti e registi siciliani a cominciare da Giovanni Massa che ricopre per alcuni anni il ruolo di direttore artistico, a partire dal 2009, a Domenico Mangano, videoartista vincitore del premio il Genio di Palermo, che grazie al festival gira il video-art Deaf Bikers. Stefano Savona e Alessio Genovese sono chiamati in giuria, Salvo Cuccia, Ruben Monterosso, Federico Savonitto e molti altri partecipano al concorso. Un’intera rassegna vede protagonista Francesco Alliata (fondatore della mitica Panaria film), un evento speciale mette in relazione Cabaret Crusades di Wael Shawky con le marionette della famiglia di pupari catanesi Napoli.
Due, in particolare, sono stati gli eventi di rilevanza mondiale portati a Palermo dall’associazione. Nel 2009 Lucia Gotti Venturato invita a Palermo James Turrell, che tiene una lectio magistralis sul suo lavoro nel Roden Crater in Arizona. Viene in quell’occasione allestita da Renzo Milan una mostra che comprende anche gli scatti di Alessandro Belgiojoso nella Grotta della Gurfa, una grotta che James Turrell associa al suo lavoro definendo l’operazione culturale del Festival una dimostrazione pratica della contemporaneità della preistoria. La mostra è oggi divenuta permanente ad Alia nel “Museo della Fotografia della Sicilia e del Mediterraneo”.
Il secondo evento è stato un omaggio a Michelangelo Antonioni e la Sicilia, organizzato in collaborazione con Elisabetta Antonioni. Oltre alla rassegna di tutti i suoi film girati in Sicilia, la GAM ha ospitato una mostra fotografica dei diversi set. A detta di Gianni Massironi, ultimo produttore di Antonioni, e del critico svizzero Matthias Brunnner, mai era stato realizzato un omaggio così significativo a Michelangelo, il più grande regista. La prossima sarà a dicembre 2017 al MOMA di New York.
Ma il più importante lavoro è stato fatto nelle scuole superiori di Palermo con l’archivio del festival che vanta circa 5000 film da tutto il mondo. Grazie all’entusiasmo di Fabio D’Agati, che ha iniziato un percorso 5 anni fa con il Liceo scientifico Albert Einstein, proseguito l’anno successivo presso il Liceo linguistico Ninni Cassarà, è nata una proposta per i giovani liceali che alla fine dell’anno creano giurie studentesche che portano i loro verdetti nelle serate di premiazione. Il progetto con le scuole superiori di Palermo si è arricchito di anno in anno e per la XIII edizione del Festival Sole Luna sarà l’occasione per una esperienza di “Alternanza Scuola Lavoro” che coinvolgerà decine e decine di giovani palermitani. La giuria dei “Nuovi Italiani”, rifugiati o richiedenti asilo ospiti della città, ha inteso, nella scorsa edizione, conferire visibilità ai nuovi cittadini, di fatto se non ancora di diritto. Inoltre, grazie a Gabriella D’Agostino, al festival Sole Luna si presentano anche i laboratori teatrali del carcere dell’Ucciardone.
Il festival e le sue attività, tutte legate a temi di estrema attualità, hanno fatto parlare di sé e sono state richiesti a Milano e Treviso, città natale di Lucia, dove sono accolti con successo di critica e di pubblico.
L’iniziativa Sole Luna Doc Film Festival è stata insignita da numerosi riconoscimenti, patrocinata e finanziata dai Ministeri degli Affari Esteri, dello Sviluppo Economico e dei Beni Culturali; da tre anni riceve la Medaglia del Presidente della Repubblica e nel 2013 l’Assemblea Regionale Siciliana ha conferito il Premio Donna Attiva Sicilia alla sua Presidente.
Sostenuto in primis dalla Regione Siciliana, dalla Film Commission Siciliana e dal Comune di Palermo, il festival ha saputo attrarre numerosi sponsor come ENI, Enel, Poste Italiane, AON, San Benedetto, EcorNaturasì, PixartPrinting, Telecom, Vodafone ed è uno dei 5 enti italiani sostenuti da GOOGLE Italia con il Google Grants.
Fonte: Il Sicilia
Cinema
La lezione di Martin Scorsese

Oggi per fare film “c’è un’enorme ricchezza. Il vecchio cinema e l’andare a vedere un film sul grande schermo possono essere in via d’estinzione, come tutti sappiamo ma c’è anche un nuovo mondo aperto, e questo è entusiasmante, grazie alle nuove tecnologie.
Oggi tutti possono girare un film, ma proprio questa maggiore libertà può rendere per voi le cose più difficili”. Parola di Martin Scorsese, protagonista ieri in una masterclass con gli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma (poi visto a ingresso libero in mattinata alla Casa del Cinema), uno degli appuntamenti del suo soggiorno romano, che comprende stasera un altro incontro alla Casa del Cinema per inaugurare con Mean Streets il programma della rassegna “Carta bianca” che il regista ha curato ad hoc.
Nella conversazione con gli studenti, Scorsese si è soffermato sulla sua formazione da regista e su come è nata la sua passione per il cinema passata per Hollywood, il neorealismo (“Il cinema che sentivo più vicino”) e le nouvelle vague degli anni ’60: “Per fare film devi capire dove sei nella vita e come ci sei arrivato. Il mondo per come è oggi ti obbliga a non vivere in un vuoto. Bisogna acquisire conoscenza e consapevolezza dei maestri e anche di quelli che non lo sono stati. Studiare attraverso loro elementi come la composizione, struttura, la lingua, il colore, o assenza di colore. I maestri ti aiutano a trovare te stesso ma questo non vuol dire imitarli, Spesso si impara dai maestri solo per metterli via. Bisogna trovare la propria voce. Poi più avanti magari quei maestri li vai a riscoprire. A me ad esempio è successo con Ozu”. Il cinema “nasce da quello che permetti di vedere allo spettatore nell’inquadratura che hai scelto, dal mostrare al pubblico cosa guardare e come”.
Come regista “non so se scoprire un personaggio è qualcosa che so fare o posso guidare un attore a farlo. Con De Niro ad esempio per Mean Streets parlavamo a stento, perché ci conosciamo da quando avevamo 16 anni, e lui conosceva come me il quartiere e le persone di cui parlavamo. E’ l’unico ancora in vita che conosce il mondo da cui vengo”. Anche per Taxi driver “è stato così. In quel personaggio, la solitudine, il senso di paranoia, il venire isolato era qualcosa che conoscevamo e provavamo, come quella rabbia che schiuma dentro. Non c’era granché di cui parlare”. Per Toro scatenato, “abbiamo chiesto a Paul Schrader di scrivere la sceneggiatura, poi De Niro mi ha portato su un’isola, anche se io da newyorchese odio la sabbia e le spiagge, mentre lui le ama. Ci siamo stati due settimane e mezzo e abbiamo costruito, mettendolo in scena, tutto il film”.
Il regista prova una sintonia simile anche con attori come Ellen Burstyn, Daniel Day Lewis e ora con Leonardo DiCaprio.
“Lavoro con lui perché ha lo stesso mio interesse nelle domande sulla condizione umana anche se ha 30 anni meno di me. Ho imparato da The aviator che non ha paura di andare (emotivamente) in certi posti, non ha la paura di essere respinto dagli spettatori”. Il lavoro con gli attori “è come un organismo vivo che cresce e si sviluppa ogni giorno e mi piace essere come il pubblico per i miei attori”.
Oggi, conclude Scorsese, “spero che il pubblico continui a vedere in me il tentativo di voler studiare cos’è un essere umano, mi auguro che questo arrivi e tocchi l’animo, da The Irishman a Hugo Cabret, un film che ho fatto per mia figlia Francesca quando aveva 10 anni”. In occasione della sua visita al Centro Sperimentale, c’è stata anche per alcuni allievi del corso di sceneggiatura, la possibilità offerta in esclusiva da Hollywood Reporter Roma, di raccontare l’incontro condotto dal presidente della Fondazione Cinema per Roma Gianluca Farinelli: il risultato è uno script, o meglio una chat di gruppo, pubblicata sulla testata, che ripercorre racconti e consigli, aneddoti e suggestioni. (ANSA).
Cinema
Ecco tutti i vincitori dei David di Donatello

Le otto montagne di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch è il miglior film della 68° edizione dei Premi David di Donatello. «Un viaggio incredibile. Perché due belgi fanno un film italiano in italiano sulle Alpi? Una storia e un libro incredibile», ha detto il regista dal palco degli studi Cinecittà Lumina. Ad annunciare il vincitore della statuetta più ambita è stata Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dell’Accademia del Cinema Italiano. In programma nella scaletta c’erano 25 premi divisi per varie categorie, senza contare i David alla Carriera a Marina Cicogna e i David Speciali consegnati a Isabella Rossellini e Enrico Vanzina. Carlo Conti ha aperto la cerimonia citando le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Il cinema è tutti noi».
Marco Bellocchio miglior regista per «Esterno notte»
A vincere il David di Donatello 2023 come miglior regista è Marco Bellocchio per Esterno Notte. «Non me lo aspettavo, però lo accetto. Quando si diventa vecchi non bisogna fermarsi», ha detto sul palco.
Barbara Ronchi e Fabrizio Gifuni migliori attori protagonisti
Il premio come migliore attrice protagonista è invece andato a Barbara Ronchi per Settembre, che ha battuto Margherita Buy per Effetto notte e Penelope Cruz con L’immensità. «Non so se ridere o piangere. Dedico il premio a due uomini che illuminano la mia vita, se brillo è grazie a loro: Alessandro e Giovanni, che è a casa. Amore, mamma ha vinto il David!», ha detto Ronchi. Miglior attore protagonista anche Fabrizio Gifuni per Esterno notte di Marco Bellocchio in cui interpreta Aldo Moro. «Ringrazio la mia lentezza e la mia fragilità in questi tempi così decadenti», ha affermato dagli studi Cinecittà Lumina.
Emanuela Fanelli miglior attrice non protagonista
Il David di Donatello 2023 per la miglior attrice non protagonista è andato a Emanuela Fanelli per il film Siccità di Paolo Virzì. L’attrice incredula è salita sul palco per i ringraziamenti di rito: «Grazie a Paolo perché mi ha guardato e in questa mestiere bellissimo bisogna essere visti. Non so come abbia fatto a vedere lo sketch in cui prendevo in giro la periferia romana». Classe 1986, romana e comica amatissima, Fanelli ha dedicato il premio alle «persone che amo: mamma e papà, mia sorella gli amici che stanno sul divano e hanno fatto le magliette Fanelli di Donatello. Sembro il prete di Viaggi di nozze, ora me ne vado». Poi la battuta: «Mi è sembrato di esordire in Champions League con voi, non so perché ho usato questa metafora visto che non capisco di calcio», ha detto l’attrice riferendosi alla semifinale disputata questa sera, mercoledì 10 maggio, tra Milan e Inter e conclusasi con la vittoria dei neroazzurri per 0 a 2. A vincere tra gli attori non protagonisti, anche Francesco Di Leva per il film Nostalgia di Mario Martone. «Non sapete ma qui ne state premiando due: non avrei vinto senza Pierfrancesco Favino», ha detto Di Leva.
Elodie vince il premio per la miglior canzone
La migliore canzone a vincere il David di Donatello 2023 è Proiettili (ti mangio il cuore) di Joan Thiele, Elisa Toffoli ed Emanuele Triglia, scritta e interpretata da Elodie e Joan Thiele. «Sono felice io non vinco mai», ha detto la cantante romana che è anche interprete nel film Ti mangio il cuore del regista Pippo Mezzapesa.
Migliore regista esordiente: Giulia Louise Steigerwalt
Giulia Louise Steigerwalt vince la statuetta per la migliore regista esordiente per il film Settembre con Barbara Ronchi, Fabrizio Bentivoglio e Thony.
Fotografia a Impens per «Le otto Montagne» e montaggio a Calvelli per «Esterno Notte»
Miglior direttore della fotografia Rubén Impens per Le otto montagne diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch. Mentre il David di Donatello per il miglior montaggio va a Francesca Calvelli per Esterno notte con la collaborazione di Claudio Misantoni.
«Il Cerchio» miglior documentario
Il premio per il miglior documentario va a Il cerchio di Sophie Chiarello: «Lo dedico ai bambini che possano trovare il loro cerchio che li accoglie», ha detto la regista.
Andò, Chitine e Gaudiosi la miglior sceneggiatura per «La stranezza»
La statuetta per la miglior sceneggiatura va a Roberto Andò con Ugo Chitine e Massimo Gaudioso per La Stranezza, film con Ficarra e Picone e Toni Servillo nei ruolo di Luigi Pirandello.
Premio per la scenografia e i costumi
Entrambi i David di Donatello vanno al film di Roberto Andò, La stranezza. In particolare, Giada Calabria per l’arredamento e Loredana Raffi. Mentre Maria Rita Barbera vince la statuetta per i migliori costumi.
Bollani miglior compositore e Iacoponi vince per il miglior trucco
Il David come miglior compositore è di Stefano Bollani per il film Il pataffio di Francesco Lagi. «La mia prima candidatura, entro nella famiglia del cinema», ha detto. Enrico Iacoponi vince, invece, il miglior trucco per la pellicola di Marco Bellocchio, Esterno Notte.
Cinema
Debutta in prima serata il film: “Favolacce”

La grottesca meschinità degli adulti, egoisti e disattenti e la visione del mondo più ordinata e complessa dei loro figli: due mondi contigui destinati a incontrarsi solo in maniera deflagrante e terribile.
È il film “Favolacce”, di Damiano e Fabio D’Innocenzo, in onda lunedì 17 aprile 2023 alle 21.15 su Rai5. Nel cast Elio Germano, Tommaso Di Cola, Lino Musella, Ileana D’Ambra, Cristina Pellegrino, Giulia Melillo, Laura Borgioli, Enrico Pittari, Federico Majorana, Giulia Galiani.
In un comprensorio della periferia romana vivono diverse famiglie di estrazione popolare, legate fra loro anche dall’amicizia dei loro figli che frequentano la stessa scuola. Ma i rapporti fra gli adulti, al di là di una esile convenienza, sono intrisi di invidia e livore.
Favolacce e i ragazzi
Proprio a scuola i ragazzi apprendono come fabbricare una bomba artigianale, grazie a un insegnante che trasmette loro, involontariamente, le nozioni necessarie a mettere insieme l’ordigno. La reazione delle famiglie, pur stordite e disattente, provoca il licenziamento del docente che, prima di lasciare l’istituto, indurrà i suoi alunni a un’atroce vendetta.
Al Festival Internazionale del Cinema di Berlino 2020, il film – prodotto da Pepito Produzioni, Rai Cinema, Vision Distribution, Amka Film Production, Qmi – ha vinto l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura.
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