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Cultura

Importante riconoscimento per il vino Marilina Doc Eloro

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eloroMassimo riconoscimento delle 4 viti della Guida ai Vini d’Italia VITAE edita dall’AIS per il vino Marilina Doc Eloro Pachino Riserva 2009 della Cantina Marilina di Noto

Il prossimo 29 ottobre, a Milano, presso lo spazio The Mall del grattacielo Diamond Tower il vino Marilina Doc Eloro Pachino Riserva della Cantina Marilina di Noto sarà premiato con il massimo riconoscimento delle 4 VITI nella terza edizione della Guida ai Vini d’Italia VITAE edita dall’Associazione Italiana Sommelier.

Questo vino, una riserva di nero d’Avola anno 2009, fa parte della linea delle Riserve. Ne vengono prodotte solo 1000 bottiglie ogni anno, singolarmente numerate e confezionate a mano. Dopo la raccolta e la fase di pressatura, le uve macerano 40 giorni sulle bucce, il vino affina 12 mesi in vasca di cemento e 36 in barriques.

La cantina

Cantina Marilina è un’azienda vitivinicola biologica e vegana, che si trova immersa nella splendida area di Noto, tra le due denominazioni d’origine DOC Noto e DOC Eloro, che conferiscono ai vini uno spiccato carattere territoriale e una personalità unica.

Nata nel 2001, l’azienda, che si estende in sessanta ettari di terreno, è gestita dalle sorelle Paternò, Marilina e Federica. Insieme al papà Angelo, enologo, e alla mamma Lina, che si occupa della cucina durante i wine tasting e di “vestire” le bottiglie della Riserva confezionate singolarmente a mano, incentrano la loro filosofia sull’assoluto rispetto per la terra e sulla rivisitazione dei tradizionali metodi di produzione: vigneti storici, sistema di allevamento ad alberello, vasche in cemento, appassimenti al sole.

 

La cantina produce tre linee di vino biologico e una di vini bio vegan, provenienti da vitigni autoctoni e internazionali. I vini, non refrigerati e leggermente filtrati con prodotti naturali, esuli da meccanicismi, regalano percezioni che solo epoche lontane possono vantare.

Macerazione sulle bucce, fermentazione e affinamento in vasche di cemento con lieviti naturali, sono procedimenti che li caratterizzano.

La confezione scelta rispecchia la naturalezza dei prodotti: vetro leggero, tappo in sughero naturale, etichetta in carta naturale riciclata ed assenza di capsula.

 

Cantina Marilina nasce da un progetto che si basa su tre concetti fondamentali e strettamente legati tra loro: rispetto per il territorio, rispetto per la terra e rispetto per le tradizioni.

Vini dai colori dell’oro che rispecchiano la zona da cui provengono, il sud della Sicilia, dove la terra è baciata dal sole e i terreni sono bianchi-calcarei.

 

Tutto questo ha portato al riconoscimento nell’estate del 2014 di “Ambasciatori del Territorio”, da Legambiente.

Da quasi due anni l’azienda si è specializzata nella produzione di vini vegani, che prevede l’eliminazione di ogni sostanza di origine animale durante la preparazione del vino, come i più utilizzati “chiarificanti”, ammessi dalle attuali normative nelle produzioni convenzionali: l’albumina d’uovo, la caseina, la gelatina e la colla di pesce. L’intero ciclo produttivo è monitorato, nessun filtro utilizzato e le colle usate per l’etichettatura non contengono sostanze di derivazione animale. I prodotti sono privi di allergeni.

Questo tipo di produzione si avvicina di più alla naturalezza ed esprime il vino nella maniera più vera” (Marilina Paternò)

Cantina Marilina WINE BIO VEGAN

Contrada San Lorenzo Noto, SR 96017

Ufficio stampa

Cristina Barbera

338 154 1565

cri.barbera@icloud.com

Cultura

“L’oro rosso dell’Etna”, il libro di Patanè

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L’epopea della civiltà del vino nelle pendici  orientali e meridionali dell’Etna ha trovato una  “preziosa botte” nel volume dello storico catanese, Antonio PataneL’oro rosso dell’Etna – Storia e etnoantropologia della viticultura orientale etnea . (Sec. XIV -XXI)

Nel prezioso volume, pubblicato dall’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale,  ricco di un ben articolato corredo documentativo, l’Autore, docente di Lettere,  e cultore di Storia Moderna presso il Dipartimento di Studi Politici e Sociali dell’Università di Catania, scrive con le mente e il cuore, facendo trasparire passione e competenza  trasmessa dal padre Alfio, mastro d’ascia e valente artigiano del legno e del palmento e della madre Peppina morta ultracentenaria fino alla fine fedele alla tradizione familiare che ha caratterizzato la vita e l’attività di intere generazioni dei paesi etnei.

Il desiderio di  custodire e tramandare   le pratiche e i riti della  vendemmia, ormai completamente scomparsi,  diventa un dono per le giovani generazioni,  scrigno prezioso per la storia del territorio etneo  della Sicilia orientale, un tempo interamente coltivato  a vigneti, dalla montagna al mare, come descritto nei primi capitoli del volume.

Nel trentennio (1880-1910 ) a causa della fillossera  il territorio della Sicilia orientale ha subito una radicale trasformazione , dando spazio agli agrumeti  che son diventati il simbolo della “Sicilia bedda” – terra di focu, di canti e d’amuri/

Facendo cantare ancora: “ st’aranci sulu nui li pussidemu / e la Sicilia nostra si fà onuri”,

Accanto all’oduri di la zagara,  che caratterizza il territorio pedemontano, nel volume si gusta il profumo del vino e si riscopre un prezioso patrimonio etnoantropolico che Antonio Patanè ha saputo armonizzare nel monumentale volume.

Nella prefazione del prof. Eugenio Magnano di San Lio domina l’Etna, (a Muntagna- Mungibeddu, di cui tutti noi “ figghi semu”, che ha prodotto disgrazie quando le colate laviche hanno sepolto città e campagne e nello stesso tempo porta  fortuna per la preziosità della sottilissima sabbia vulcanica che dà forza e sostegno alle viti. e impegna ad un costante lavoro del contadino per la sistemazione del terreno, i terrazzamenti, la costruzione di muri di recinzioni, i fabbricati  dove produrre il mosto, i macchinari per la pressatura delle vinacce e poi ancora le cantine che danno caratteristiche particolari alle città del vino dell’aerea pedemontana etnea.

Sfogliando le pagine del volume, corredate di note, tabelle statistiche  e  da un  ricercato apparato fotografico, si scoprono notizie, eventi, nomi, termini, gesti e riti che oggi è difficile immaginare e riprodurre. L’autore, infatti, a differenza degli storici che svolgono le proprie ricerche nel chiuso delle biblioteche, descrive il territorio e tratta gli argomenti con profonda conoscenza dei luoghi e del paesaggio etneo, manifestando una forte passione politica e sociale, che va oltre l’epoca antica e “romantica” della viticultura etnea.

Le molteplici mansioni dei contadini: mulattieri, pigiatori, sensali, mastri di palmento, proprietari, donne, ragazzi, carusi, bottegai, osti, raccontano la tenacia dei vignaioli che strappano terreno al bosco, al selvatico, alle aride distese laviche e danno vita al grande unico e originale giardino dell’Etna

E’ questa una lezione di vita che sollecita impegno, tenacia, costanza, forza di volontà per conseguire gli ideali di bene e di progresso sociale e civile

Giuseppe Adernò

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Cultura

UCIIM  inaugurazione nuova sede

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Inaugurata la nuova sede dell’Unione cattolica degli Insegnanti (UCIIM)

Dopo il taglio del nastro inaugurale l’Arcivescovo, accompagnato dalla presidente, Maria Antonietta Baiamonte, ha visitato una mostra fotografica sul fondatore dell’UCIIM, Gesualdo Nosengo e sono stati ricordati i presidenti della sezione di Catania, Francesco Capodanno, Nuccio Sciacchitano, Santo Gagliano.

Nell’incontro con i dirigenti e i docenti presenti, l’Arcivescovo si è intrattenuto dialogando sulla particolare  e delicata azione educativa da svolgere nelle  scuole della periferia urbana, dove si registra un’elevata percentuale di dispersione scolastica.

Sono intervenuti i presidenti delle sezioni UCIIM di Tremestieri Etneo e San Giovanni la Punta, e sono intervenuti i presidente delle altre sezioni della Sicilia Orientale, assicurando la loro partecipazione alla cerimonia ufficiale del 22 giugno, per le celebrare l’80° dell’UCIIM, fondata a Roma  il 18 giugno 1924.

Nel corso del convegno che si svolgerà presso il Castello Ursino 15 docenti riceveranno il titolo di “Ambasciatori dell’Educazione Civica”.

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Cultura

Primo raduno nazionale dei ragazzi sindaci

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e assessore comunale Nazzareno Navisse ed ora diffuso nel territorio nazionale e presente con oltre 600  “consigli comunali dei ragazzi”  in tutte le regioni

Nell’auditorium “San Francesco” di Borgo Marconi-Morrovale, gremito di  circa 300 studenti  dei diverse città e regioni  i ragazzi sindaci con la fascia tricolore hanno socializzato il progetti e le attività culturali, sociali, ricreative promosse e realizzate con impegno e tanto entusiasmo. Al termine dei lavori hanno rinnovato in maniera corale la formula di giuramento pronunziata al momento delle elezioni, rinnovando l’impegno a collaborare “per la crescita sociale e civile dalla comunità scolastica e cittadina”.

Al Raduno nazionale, con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, della Provincia Regionale di Macerata e del Comune di Morrovalle.  Sono intervenuti il sindaco Andrea Staffolani, l’Arcivescovo di Fermo , Mons. Rocco Pennacchio, il consigliere regionale Pierpaolo Borroni, Maria Teresa Baglione dell’Ufficio scolastico territoriale di Macerata,, Barbara Di Tizio delle Prefettura e il Lgt. Emmanuele Moretti dei Carabinieri di Morrovalle.

In apertura dei lavori, coordinati dalla dirigente Arianna Simonetti e dal preside Giuseppe Adernò, coordinatore dei CCR sono stati letti i messaggi del Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana; del  Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara e della moglie di Davide Sassoli, Alessandra Vittorini, nella ricorrenza della Giornata Europea.

Particolarmente significativa è stata la partecipazione della delegazione francese di Schiltgheim  (Alsazia) , dove già nel 1979  ha avuto origine  il primo “Conseil Municipal des Enfrants et des jeunes”. Nel corso del convegno sono intervenuti la consigliera  comunale Matiè Elia ed il coordinatore Aurelien Nicoletti.

Il prof. Nazzareno Navisse  ha raccontato  l’avvio del progetto a Morrovalle ed il preside Giuseppe Adernò, coordinatore dei CCR, ne ha  descritto le finalità , gli obiettivi e  gli sviluppi per una sana  e coinvolgente lezione di educazione civica , applicata attraverso un concreto “imparare facendo”.

Sono stati ricordati inoltre i ragazzi sindaci: Alessandro Giani, vittima di un atto di bullismo e Giulio Regeni che nel triennio 2001-2003 è stato sindaco dei ragazzi di Fiumicello, ucciso in Egitto il 25 gennaio del 2016

La coincidenza della data con la Giornata Europea ha guidato la riflessione sul pensiero di Vincenzo Cento, pedagogista marchigiano, ideatore degli “Stati Uniti d’Europa”, illustrato dalla prof. Simonetta Torresi,  e  sulla dimensione europea dell’educazione, è intervenuto il prof. Gianluca Contaldi dell’Università di Macerata

Al convegno, allietato dai canti del coro della scuola di Morrovalle, diretto dalla Prof. Donata Riccobelli,  e concluso con un pranzo comunitario offerto dal Comune di Morrovalle ha fatto seguito  le visite didattiche alla Casa di Leopardi a Recanati, al santuario di Loreto, alle grotte di Frasassi e particolarmente significativa  è stata la  visita istituzionale alla Repubblica di San Marino  e l’incontro con i Capitani Reggenti, Alessandro Rossi e Milena Gasperoni,

Il messaggio di compiacimento per la lodevole iniziativa e di sprone per un cammino di democrazia attiva è stato di grande stimolo per tutti i partecipanti, con l’auspicio espresso dal Segretario di Stato alla Cultura della Repubblica di San Marino, Andrea Belluzzi, di ampliare il progetto verso una dimensione europea e internazionale.

Il secondo raduno nazionale sarà coordinato dal CCR attivo nel comune di Caiazzo, cittadina nei pressi della reggia di Caserta e la Regione Marche cederà alla Campania il trofeo del CCR.

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