

Cinema
Il regista Marco Bertozzi si racconta agli studenti del C.S.C.
Nell’ambito della 39^ edizione di Efebo D’Oro, premio interanzionale di cinema e narrativa dal 13 al 18 novembre a Palermo, il regista Marco Bertozzi in sala bianca per masterclass “leggere il reale” dopo la proiezione del suo film: “Cinema Grattacielo”, (Italia 2017 durata ’97). Marco Bertozzi (Bologna, 1963) è filmmaker e storico del cinema. Dopo la laurea in architettura studia cinema al DAMS di Bologna, a Ipotesi Cinema (con Ermanno Olmi e Mario Brenta) e all’Università Paris 8. Fa parte di quel gruppo di autori che, negli ultimi anni, ha contribuito alla rinascita del documentario italiano, unendo all’attività di filmmaker un forte interesse storico-teorico (tra i suoi libri, La veduta Lumière, 2001, L’idea documentaria, 2003, Storia del documentario italiano, 2008 – Premio Domenico Meccoli e Premio Limina Awards 2009 quale miglior libro di cinema dell’anno – Recycled Cinema. Immagini perdute, visioni ritrovate, 2012). Ha insegnato Cinema documentario al Centro Sperimentale di Cinematografia, all’Università Roma 3, all’Università di Macerata, alla Scuola di Cinema Gian Maria Volontè di Roma e, attualmente, all’Università IUAV di Venezia. Ha pubblicato saggi di estetica e storia del cinema su riviste come Cinema&Cinema, Fotogenia, La valle dell’Eden, Cinémas, Film Studies, Arts and Artifacts in Movie-Tecnology, Aesthetics, Communication, Quaderni del CSCI, Fata Morgana, Studies in Documentary Film, e tenuto conferenze nelle università di Paris 8, Chicago, San Diego State, California in San Diego, Quebecq a Montreal, McGill a Montreal, Hunter a New York. Svolge un’intensa attività di promozione del cinema del reale con Villa Medici, il Premio Solinas, la Cinémathèque di Montreal, l’Associazione italiana documentaristi, L’Archivio audiovisivo del movimento operaio. E’ stato giurato in Festival nazionali e internazionali come Riminicinema, Torino Film Festival, DocumentaMadrid, Roma Doc Festival, Salina Doc Festival, Sole e luna Doc Film Festival, Visioni fuori raccordo Film Festival, Detour – Festival Internazionale del cinema di viaggio. Tra i suoi ultimi film: Appunti romani (2004, presentato al festival di Locarno e vincitore, fra gli altri di Big Screen Exhibition, in Cina), Rimini Lampedusa Italia (2004, presentato al Torino Film Festival e meritevole del premio Roberto Gavioli per documentari sul mondo del lavoro), Il senso degli altri (2007, vincitore del “Sole e luna International Doc Festival” di Palermo), Predappio in luce (2008, in concorso al Film Festival di Roma e vincitore dell’International Art Film Festival di Asolo). Con l’ultimo suo film, Profughi a Cinecittà, ha riportato alla luce la surreale vicenda del grande campo profughi negli studios romani ed ha meritato – assieme a una serie di film prodotti da Cinecittà-Luce – uno speciale Nastro d’argento per il documentario a base d’archivio. Proprio sul tema del Found footage film ha appena pubblicato Recycled Cinema. Immagini perdute, visioni ritrovate (Marsilio, 2012). Nel 2013 conduce il programma “Corto Reale. Gli anni del documentario italiano”, in onda settimanalmente su RAI Storia.
Cinema
Ecco tutti i vincitori dei David di Donatello

Le otto montagne di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch è il miglior film della 68° edizione dei Premi David di Donatello. «Un viaggio incredibile. Perché due belgi fanno un film italiano in italiano sulle Alpi? Una storia e un libro incredibile», ha detto il regista dal palco degli studi Cinecittà Lumina. Ad annunciare il vincitore della statuetta più ambita è stata Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dell’Accademia del Cinema Italiano. In programma nella scaletta c’erano 25 premi divisi per varie categorie, senza contare i David alla Carriera a Marina Cicogna e i David Speciali consegnati a Isabella Rossellini e Enrico Vanzina. Carlo Conti ha aperto la cerimonia citando le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Il cinema è tutti noi».
Marco Bellocchio miglior regista per «Esterno notte»
A vincere il David di Donatello 2023 come miglior regista è Marco Bellocchio per Esterno Notte. «Non me lo aspettavo, però lo accetto. Quando si diventa vecchi non bisogna fermarsi», ha detto sul palco.
Barbara Ronchi e Fabrizio Gifuni migliori attori protagonisti
Il premio come migliore attrice protagonista è invece andato a Barbara Ronchi per Settembre, che ha battuto Margherita Buy per Effetto notte e Penelope Cruz con L’immensità. «Non so se ridere o piangere. Dedico il premio a due uomini che illuminano la mia vita, se brillo è grazie a loro: Alessandro e Giovanni, che è a casa. Amore, mamma ha vinto il David!», ha detto Ronchi. Miglior attore protagonista anche Fabrizio Gifuni per Esterno notte di Marco Bellocchio in cui interpreta Aldo Moro. «Ringrazio la mia lentezza e la mia fragilità in questi tempi così decadenti», ha affermato dagli studi Cinecittà Lumina.
Emanuela Fanelli miglior attrice non protagonista
Il David di Donatello 2023 per la miglior attrice non protagonista è andato a Emanuela Fanelli per il film Siccità di Paolo Virzì. L’attrice incredula è salita sul palco per i ringraziamenti di rito: «Grazie a Paolo perché mi ha guardato e in questa mestiere bellissimo bisogna essere visti. Non so come abbia fatto a vedere lo sketch in cui prendevo in giro la periferia romana». Classe 1986, romana e comica amatissima, Fanelli ha dedicato il premio alle «persone che amo: mamma e papà, mia sorella gli amici che stanno sul divano e hanno fatto le magliette Fanelli di Donatello. Sembro il prete di Viaggi di nozze, ora me ne vado». Poi la battuta: «Mi è sembrato di esordire in Champions League con voi, non so perché ho usato questa metafora visto che non capisco di calcio», ha detto l’attrice riferendosi alla semifinale disputata questa sera, mercoledì 10 maggio, tra Milan e Inter e conclusasi con la vittoria dei neroazzurri per 0 a 2. A vincere tra gli attori non protagonisti, anche Francesco Di Leva per il film Nostalgia di Mario Martone. «Non sapete ma qui ne state premiando due: non avrei vinto senza Pierfrancesco Favino», ha detto Di Leva.
Elodie vince il premio per la miglior canzone
La migliore canzone a vincere il David di Donatello 2023 è Proiettili (ti mangio il cuore) di Joan Thiele, Elisa Toffoli ed Emanuele Triglia, scritta e interpretata da Elodie e Joan Thiele. «Sono felice io non vinco mai», ha detto la cantante romana che è anche interprete nel film Ti mangio il cuore del regista Pippo Mezzapesa.
Migliore regista esordiente: Giulia Louise Steigerwalt
Giulia Louise Steigerwalt vince la statuetta per la migliore regista esordiente per il film Settembre con Barbara Ronchi, Fabrizio Bentivoglio e Thony.
Fotografia a Impens per «Le otto Montagne» e montaggio a Calvelli per «Esterno Notte»
Miglior direttore della fotografia Rubén Impens per Le otto montagne diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch. Mentre il David di Donatello per il miglior montaggio va a Francesca Calvelli per Esterno notte con la collaborazione di Claudio Misantoni.
«Il Cerchio» miglior documentario
Il premio per il miglior documentario va a Il cerchio di Sophie Chiarello: «Lo dedico ai bambini che possano trovare il loro cerchio che li accoglie», ha detto la regista.
Andò, Chitine e Gaudiosi la miglior sceneggiatura per «La stranezza»
La statuetta per la miglior sceneggiatura va a Roberto Andò con Ugo Chitine e Massimo Gaudioso per La Stranezza, film con Ficarra e Picone e Toni Servillo nei ruolo di Luigi Pirandello.
Premio per la scenografia e i costumi
Entrambi i David di Donatello vanno al film di Roberto Andò, La stranezza. In particolare, Giada Calabria per l’arredamento e Loredana Raffi. Mentre Maria Rita Barbera vince la statuetta per i migliori costumi.
Bollani miglior compositore e Iacoponi vince per il miglior trucco
Il David come miglior compositore è di Stefano Bollani per il film Il pataffio di Francesco Lagi. «La mia prima candidatura, entro nella famiglia del cinema», ha detto. Enrico Iacoponi vince, invece, il miglior trucco per la pellicola di Marco Bellocchio, Esterno Notte.
Cinema
Debutta in prima serata il film: “Favolacce”

La grottesca meschinità degli adulti, egoisti e disattenti e la visione del mondo più ordinata e complessa dei loro figli: due mondi contigui destinati a incontrarsi solo in maniera deflagrante e terribile.
È il film “Favolacce”, di Damiano e Fabio D’Innocenzo, in onda lunedì 17 aprile 2023 alle 21.15 su Rai5. Nel cast Elio Germano, Tommaso Di Cola, Lino Musella, Ileana D’Ambra, Cristina Pellegrino, Giulia Melillo, Laura Borgioli, Enrico Pittari, Federico Majorana, Giulia Galiani.
In un comprensorio della periferia romana vivono diverse famiglie di estrazione popolare, legate fra loro anche dall’amicizia dei loro figli che frequentano la stessa scuola. Ma i rapporti fra gli adulti, al di là di una esile convenienza, sono intrisi di invidia e livore.
Favolacce e i ragazzi
Proprio a scuola i ragazzi apprendono come fabbricare una bomba artigianale, grazie a un insegnante che trasmette loro, involontariamente, le nozioni necessarie a mettere insieme l’ordigno. La reazione delle famiglie, pur stordite e disattente, provoca il licenziamento del docente che, prima di lasciare l’istituto, indurrà i suoi alunni a un’atroce vendetta.
Al Festival Internazionale del Cinema di Berlino 2020, il film – prodotto da Pepito Produzioni, Rai Cinema, Vision Distribution, Amka Film Production, Qmi – ha vinto l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura.
Cinema
Massimo Troisi, dedicato all’attore

La figura del grande attore e regista Massimo Troisi sarà celebrata durante la quarta edizione di Napoli Città Libro – Salone del Libro e dell’Editoria, in programma dal 13 al 16 aprile presso il Centro Congressi della Stazione Marittima di Napoli. Sarà presentato domenica 16 aprile, alle ore 15, il sesto volume di “Visioni di Cinema – Quaderni di Visioni Corte Film Festival”, dedicato a Massimo Troisi in occasione dell’anniversario dei 70 anni dalla nascita.
Il volume, curato dal giornalista Giuseppe Mallozzi, vuole essere una riflessione sul dualismo dell’essere umano, mostrando come possano coesistere coraggio e fragilitŕ. Un volume evidente nell’indecisione e nei mutamenti d’umore del protagonista, interpretato sempre da Troisi stesso. Centrale č anche l’amore, ad emergere le difficoltŕ nelle relazioni con donne emancipate, con personaggi chiamati a comportarsi in maniera contraria rispetto alle proprie convinzioni tradizionali. Massimo Troisi ha rivoluzionato il teatro e il cinema con la sua comicitŕ garbata che risalta nella mimica e nella gestualitŕ tipicamente napoletane, che sono diventate la sua maschera di attore. La sua maniera di parlare, spesso difficile da comprendere, č una peculiaritŕ inimitabile dei personaggi che interpretava. La modernitŕ del suo cinema č proprio nel proporre l’antieroe insicuro e complessato, con uno sguardo evasivo dovuto alla sua timidezza, ben visibile nel fiume di parole che fluisce per mascherarla goffamente.
Il sesto della serie di “Visioni di Cinema – Quaderni di Visioni Corte Film Festival” vuole essere un omaggio al grande attore e regista di San Giorgio a Cremano, in occasione dei settant’anni dalla nascita. Hanno partecipato con i loro scritti i critici cinematografici Ciro Borrelli, Gisella Calabrese, Gordiano Lupi, Domenico Palattella, Ignazio Senatore, approfondendo vari aspetti della sua carriera.
Il libro, edito da Ali Ribelli, è disponibile in tutti gli store online e nelle librerie.
-
In Evidenza3 anni ago
Biagio Conte: “Non vince il virus, Dio è più forte”
-
Cocker3 anni ago
Il cocker tanto famoso quanto intelligente
-
In Evidenza3 anni ago
Sicilia: zero decessi e zero pazienti in terapia intensiva
-
Cinema4 anni ago
Cinema e Massoneria un binomio misterioso e sorprendente
-
Cocker7 anni ago
Il cocker è fra i cani più oziosi del mondo
-
Editoriali15 anni ago
L’invidia è la vendetta dell’incapace
-
Cultura7 anni ago
Le stanze ferite: diario di viaggio nella Real Casa dei matti
-
Cocker8 anni ago
Irish setter, cocker spaniel e cavalier king: “I cani rossi adottati prima degli altri”