

Cinema
“Risky Game” vince la 9^ edizione di Corto Corto Mon Amour
È il cortometraggio “Risky Game” di Stefan Flepp a vincere la nona edizione del festival cinematografico “Corto Corto Mon Amour” che si è tenuta venerdì sera al cine Alba di Cinisi. A 17 anni Melanie viene picchiata dal padre quando ha brutti voti. Fallendo completamente un test in scienza fisica, lei cerca di ricattare il suo insegnante. Ma il gioco tra vittima e carnefice si fa labile. A “Nur” va il titolo di miglior sceneggiatura. Regia di Andrea Brusa e Marco Scotuzzi.
Sceneggiatura scarna ma efficace, capace di penetrare nell’intimità femminile fatta di complicità, sguardi e silenzi. “Counsellor” ottiene invece il premio come miglio idea più creativa, la regia è di Venetia Taylor. Idea originale e spiazzante con una protagonista strepitosa nei panni di una consulente per l’orientamento decisamente rivoluzionaria. Il premio Cine Alba va a “Salifornia”, per la regia di Andrea Beluto, in grado di far respirare gli odori e i sapori di Napoli.
Quattro le menzioni speciali per i temi sociali trattati: “The Trainer” di Carlo Comito che affronta il primordiale rapporto tra uomo e animale e la pet-therapy come modalità del superamento del disagio infantile; “Cuerdas”, regia di Pedro Solìs Garcìa, corde che spezzano i pregiudizi e ci restituiscono la gioia di giocare a palla, a nascondino, attraverso una costruzione di piccoli gesti e sguardi che sanno incantare l’anima attraverso gli occhi di Maria

Da sinistra: Ivan Scinardo, Maria Antonietta Mangiapane, Giada Lo Porto, Franco Cascio, Vincenzo Cusumano
e del suo amico speciale;
“Il vizio” di Tommaso Del Signore che affronta il tema del femminicidio in chiave insolita e “Waiting for Harry” per la regia di Antonio Benedetto. E’ quest’ultimo ad ottenere il riconoscimento come migliore produzione. In giuria, Ivan Scinardo, direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia, i giornalisti Franco Cascio, Francesco Massaro e Giada Lo Porto che ha presentato la serata, Maria Antonietta Mangiapane e Federica Lo Verso. Grande emozione e applausi al termine della serata rivolti – oltre ai corti – al direttore artistico Vincenzo Cusumano che lo cura sin dal 2006.
“Vorrei esprimere un particolare ringraziamento all’associazione Alba di Terrasini che si occupa di sociale – dice Cusumano – instancabili donne e meravigliose mamme. Grazie al sindaco Giangiacomo Palazzolo e all’assessore Rosalba Pizzo, a Salvatore Leone compagno di viaggio, alla giuria tutta, a Ivan Scinardo prezioso, esperto e passionale amico a Giada Lo Porto meravigliosa come sempre, agli sponsor tutti, alle 9 ragazze che hanno messo il loro volto per arricchire la grafica di quest’anno, a Gioacchino Migliore insostituibile, a tutti i partecipanti al concorso e a tutte le persone che mi sono state vicine”.
La Giuria

Risky Game

Sallifornia

Waiting For Harry

Il Vizio

Cuerdas
Cinema
“Fare Cinema in Sicilia”

I tre rappresentanti del cinema siciliano si sono confrontati su diverse tematiche davanti a un pubblico attento, composto in particolare da giovani desiderosi di intraprendere una carriera nel mondo del cinema. Gli esperti hanno condiviso le proprie esperienze, fornito dati e avanzato proposte concrete.
Nicola Tarantino, dirigente della Sicilia Film Commission, ha illustrato il funzionamento dell’organismo pubblico che dal 2007 promuove il territorio siciliano per produzioni audiovisive italiane e straniere. Marco Amenta, regista e produttore, ha ripercorso le sue esperienze sui set di film come “La siciliana ribelle” e “Tra le onde”, confrontandole con produzioni extrasiciliane, come il recente “Anna”. Ivan Scinardo, direttore della sede palermitana del Centro Sperimentale di Cinematografia, ha illustrato le attività del centro e si è rivolto direttamente ai futuri cineasti siciliani, ovvero coloro che oggi studiano per prepararsi alla professione di domani.
Ricordiamo che il programma completo del Baaria Film Festival è disponibile sul sito ufficiale www.baariafilmfestival.com, dove è possibile scaricare anche il catalogo dell’evento. Sulla pagina facebook del festival sono inoltre presenti le registrazioni dei principali eventi, inclusi gli appuntamenti di villa Butera.
Per domani, 4 luglio, è previsto un ulteriore evento collaterale al festival: alle ore 11, presso Villa Butera, si terrà un incontro con Daniele Ciprì, regista e direttore della fotografia. L’ingresso è libero e gratuito fino ad esaurimento posti.
Fonte: Comune di Bagheria
Cinema
Baaria film Festival dal 2 al 6 luglio

Si terrà a Bagheria dal 2 al 6 luglio 2025, il Baarìa Film Festival (Bff), primo festival italiano di lungometraggi interamente dedicato al “cinema insulare” ospitato nella città natale di Giuseppe Tornatore (regista), Renato Guttuso (pittore), Ferdinando Scianna (fotografo) e Ignazio Buttitta (poeta).
Film che parlano di isole, girati o ambientati su un’isola, a cominciare da quella che ospita la manifestazione. Come suggerisce il sottotitolo “La Sicilia e le altre isole”, il Bff prevede una sezione competitiva con lungometraggi provenienti da isole di tutto il mondo, a cui si alterneranno film riguardanti la Sicilia, inclusi muti d’inizio Novecento e corti realizzati da under 30. I premi saranno assegnati da una giuria composta da personalità del mondo del cinema e da una giuria popolare formata da studenti delle scuole superiori.
Prodotto dall’associazione Kinema con il patrocinio del Comune di Bagheria, il festival ha come direttore artistico il critico cinematografico Alberto Anile e come direttore generale il giornalista Andrea Di Quarto, ideatore del progetto. La rassegna avrà proiezioni pomeridiane in sala e serate all’aperto in una delle spettacolari ville nobiliari di Bagheria.
Guarda l’intervista sul red carpet a Ivan Scinardo
Cinema
“The end” il film di Joshua Oppenheimer

“The end” del regista candidato all’Oscar, Joshua Oppenheimer presentato nelle profondità della miniera di sale di Petralia
Più di 80 giornalisti provenienti da tutta Europa, invitati dalla società di Distribuzione I Wonder, hanno vissuto una delle esperienze più straordinarie e immersive che difficilmente potranno dimenticare nella loro vita. La miniera di sale di salgemma di Raffo, frazione di Petralia Soprana, in provincia di Palermo, gestita dalla società Italkali, per oltre un mese, aveva ospitato, nel 2023, un centinaio di maetsranze, provenienti da tutto il mondo, per girare il film del regista, candidato all’Oscar, Joshua Oppenheimer, “The end”. E’ qui che è tornato assieme ai produttori e parte del cast per presentarlo in anteprima alla stampa internazionale. Arriverà in sala, distribuito da I Wonder Pictures, il prossimo 3 luglio.
La location
Lo scenario mozzafiato, un sito geologico di circa cinque milioni di anni fa, con oltre 80 km di gallerie, distribuite su otto livelli, scavate fino a profondità oceaniche. In una di esse gli organizzatori hanno installato un maxi schermo e proiettato il film, con una acustica perfetta. Tanti gli ospiti della Sicilia Film Commission della Regione siciliana, diretta da Nicola Tarantino e tutti autorevoli; per quasi due ore mezza sono stati rapiti dall’incanto del film e dell’ambiente circostante, totalmente isolato dal mondo esterno per via della sua profondità. Dopo un primo briefing con il direttore della miniera, caschetto di protezione in testa, la discesa nelle viscere della terra, visitando prima il Museo “SottoSale”, realizzato con opere straordinarie e, dopo la proiezione, con i pullmini a percorrere alcuni chilometri, poer raggiungere le location , che l’Italkali ha voluto mantenere. Pochi elementi di scena che, come per magia, hanno preso vita nel racconto emozionato di Oppenheimer, che a tutti è sembrata più una meditazione.
Il film
Lo aveva già fatto nell’opera che lo ha consacrato a livello internazionale, “The act of killing” (L’atto di uccidere, 2012), e si è ripetuto anche in questo straordinario lavoro, non abbandonando mai il suo sguardo sul senso di colpa e sulla rimozione, che affida a un cast stellare. The end è una sorta di musical atipico, con un linguaggio a metà tra il filosofico e il surreale affidando agli attori momenti di alienazione claustrofobica legati alla necessità di vivere in un bunker per la scomparsa fuori dell’intera popolazione. Durante il suo racconto ai giornalisti Joshua, con accanto la produttrice e l’attore George MacKay, ha chiesto agli ospiti di chiudere gli occhi e, nel buio, “ascoltare il silenzio” per riflettere sulla crisi irreversibile dell’essere umano e sulla sua incapacità di affrontare con responsabilità i suoi errori. Spetta all’uomo scegliere che direzione prendere nel futuro se continuare a distruggere la specie e l’ambiente e quindi vivere, come ha detto il regista, “nell’illusione confortante delle menzogne”.
La sceneggiatura
E’ firmata dallo stesso regista con Rasmus Heisterberg (“Uomini che odiano le donne”), prende vita nelle splendide musiche di Marius de Vries (“Romeo+Giulietta”) e Joshua Schmidt (“Adding machine”), con testi dello stesso Oppenheimer. E’ proprio l’uso del musical, come forma di linguaggio raffinato e coinvolgente, che caratterizza il film per la sua leggerezza che diventa intensità espressiva nel raccontare “un canto struggente” come è stato definito da Andrea Romeo, ideatore di Biografilm, nell’introdurre la proiezione. Presentato in anteprima mondiale al Telluride Film Festival e successivamente al Toronto International Film Festival, il film nasce da una prestigiosa collaborazione internazionale tra Danimarca, Germania, Irlanda, Italia, Regno Unito e Svezia.
La trama
Il mondo è finito. Ma l’umanità, forse, no. In un bunker sotterraneo riarredato come una casa di lusso, vivono e sopravvivono: Madre (il premio Oscar Tilda Swinton), Padre (il candidato all’Oscar Michael Shannon) e Figlio (George Mackay); cercano di mantenere la speranza e un senso di normalità aggrappandosi a piccoli rituali quotidiani. Ma l’arrivo di una ragazza dall’esterno (Moses Ingram) incrinerà il delicato equilibrio di questo apparente idillio familiare.
Il regista
Joshua Oppenheimer è cresciuto ad Harvard e a Central Saint Martins; i suoi primi lavori, i cortometraggi The Globalisation Tapes, The Entire History of the Louisiana Purchase (1998), These Places We’ve Learned to Call Home (1996). L’esordio nel suo primo lungometraggio, nel 2012 con The Act of Killing dopo avere studiato per decenni l’opera terrificate delle milizie della morte in Indonesia e raccolto le testimonianze agghiaccianti delle vittime. Il film è stato presentato in anteprima in Italia, nel 2013, nel corso della nona edizione di Biografilm Festival, dove ha vinto il Premio della Giuria Internazionale con la motivazione “…un’avvincente, intrepida, terribile, esibizione del male e per la sua regia innovativa”. Ha vinto un BAFTA, il premio ecumenico Panorama a Berlino, il CPH:DOX Award e molti altri. Candidato agli Oscar per il Miglior Documentario 2013. Il suo secondo lungometraggio, The Look of Silence, sempre incentrato sui massacri indonesiani, ha vinto il Gran premio della giuria alla 71ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ed è stato distribuito in Italia prima che nel resto del mondo, ricevendo pure una nomination agli Oscar 2016.
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Immagini e video realizzati con il controbuto di https://madonielive.com/
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