Eventi
La lingua dei siculi
A Enna presentate le ricerche glottologiche sul nostro dialetto. Le origini del dialetto siciliano rivivono in un pomeriggio intenso nel capoluogo più freddo dell’isola. La sala Cerere di Enna ha ospitato un’interessante conferenza, organizzata dall’associazione Siciliantica, è che ha messo al centro di un disquiszione dialettica fra studiosi, curiosi e cittadini, le origini della nostra “parrata”. “Il dialetto siciliano: una lingua del ceppo indoariano – Ipotesi e studi sulle origini asiatiche dell’etnia sicula” il titolo assegnato all’incontro che a primo impatto è sembrato per pochi privilegiati, addetti ai lavori; ma le ricerche presentate non da un insigne accademico ma da un funzionario tecnico del comune di Acireale, Alfredo Rizza, affascinato dalle ricerche di uno dei più importanti glottologi italiani, originario proprio della provincia di Enna, il professore Enrico Caltagirone, costretto tanti anni fa a emigrare e insediarsi alla periferia di Monza a Macherio, hanno molto incuriosito e colpito. Il processo imitativo degli studi di Caltagirone, una vita dedicata alla ricerca e alla sperimentazione glottologica; il suo nome compare in molti testi scolastici e le sue pubblicazioni tradotte in diverse lingue, porta Rizzo a considerarlo vera fonte e musa ispiratrice a partire dal volume: “La lingua dei Siculi” pubblicato nel 2003. Negli anni Rizzo, “anonimo” impiegato comunale lo arricchisce di nuove scoperte, e come un “topo d’archivio” cerca di avvalorare l’ipotesi che l’origine dei siciliani e del loro dialetto sia custodita come un segreto nella lingua sanscrita. Ricerche alla mano, Rizza ha esposto al pubblico ennese alcuni studi dai quali è emerso che i siculi parlavano la veneranda lingua protoindoariana le cui radici si sono conservate nella lingua sanscrita. Ancora oggi dopo tremiladuecento anni dalla comparsa sulla nostra isola di questa etnia, i siciliani parlano la stessa lingua, nonostante le molteplici contaminazioni causate dalle diverse ondate di conquistatori. Da qui l’assoluta necessità di rivalutare il dialetto siciliano, farlo parlare nelle scuole e perché no adottarlo come seconda lingua nelle case e nelle famiglie. Se le ricerche, ancora lunghe e complesse dovessero negli anni confermare queste ipotesi, istruzione e quindi scuola e mezzi di informazione dovranno dare atto agli studiosi, pochi per la verità, di questa interessante percorso scientifico. Il signor Rizza, arriva alla sala Cerere quasi smarrito, si ritrova oltre 200 posti vuoti e pensa che anche questa volta dovrà parlare a pochi e forse annoiati cittadini, nel pomeriggio di una apatica città. E invece se gli strumenti principali della glottologia sono l’analisi delle attestazioni storiche e la comparazione delle caratteristiche interne come fonologia, morfologia, sintassi e lessico di lingue oggi parlate ed estinte, per comprendere il processo di evoluzione linguistica del dialetto siciliano, Rizza suggerisce di prendere in esame alcune radici verbali che si riscontrano oggi in alcuni vocaboli dialettali che sembrano proprio risalire al Sanscrito. Un vaso (foto) custodito al museo Paolo Orsi di Siracusa, la Kotyle di Grammichele, decifrato proprio dal professor Caltagirone, reca questa iscrizione: “Voltes quoy zudai dedazed apoteron”, che significa “Colui che eccelle nella pulizia può offrirsi anche ad una vergine”, un testo, come spiega l’accademico nel suo libro “La lingua dei Siculi”, che corrisponde alle figure dipinte sul vaso. Termini dialettali come “Prescia” deriva Presha che significa urgenza; oppure Sciara da Ksara che sta per fluido che scorre (Ks si legge sci); ed altre centinaia di vocaboli che, come precisa Alfredo Rizza, non hanno corrispondenza fonetica né con il greco né con il latino ma chiaramente derivati da vocaboli o radici verbali sanscrite. Rizza si definisce studioso delle civiltà del passato ed esperto conoscitore dei sistemi ingegneristici delle strutture difensive e delle costruzioni templari. Studia l’origine di più di duecento parole, derivanti da lingue protogreche e protolatine, ed attestate nel Sanscrito. Se questo è vaso di pandora, come per il mito, allora aspettiamoci che esca fuori la speranza.
Ivan Scinardo
Nella foto a sinistra Gaetano Marchiafava presidente dell’associazione Siciliantica di Enna uno dei soci Federico Emma e lo studioso Alfredo Rizza.

Eventi
Sherbeth, a Palermo la festa del gelato
Il capoluogo siciliano è pronto ad accogliere la 17ª edizione di Sherbeth, il Festival Internazionale del Gelato Artigianale, in programma da venerdì 7 a lunedì 10 novembre 2025.
“L’innovazione è una tradizione” è il payoff dell’edizione 2025, che racconta il rispetto per le radici e la cultura artigianale, ma con lo sguardo rivolto a tecniche innovative, contaminazioni culturali e nuove frontiere del gusto.
Ed è proprio in questo filone che si inserisce uno dei momenti più attesi del Festival, il Premio Procopio Cutò, riconoscimento che celebra ogni anno l’eccellenza, la creatività e l’innovazione nel mondo del gelato artigianale.
Un’eredità che attraversa i secoli
La figura di Francesco Procopio Cutò è profondamente legata alle origini del gelato artigianale e alla sua diffusione in Europa. Nato a Palermo nella seconda metà del Seicento, Procopio portò la sua arte a Parigi nel 1686, dove aprì il celebre Café Le Procope, luogo in cui rese il gelato, fino ad allora dolce dei ricchi, un dolce democratico e alla portata di tutti.
Grazie al suo talento Procopio ottenne dal “Re Sole” Luigi XIV la “patente reale”, che lo rese produttore esclusivo di gelato artigianale. La capitale francese divenne così la culla europea del gelato, ereditando una tradizione che affonda le radici nella Sicilia del Seicento.
È proprio a questo legame storico che Sherbeth rende omaggio con un premio intitolato al patron dei gelatieri: «Sherbeth nasce con lo scopo di diffondere nel mondo il valore di una tradizione che ha radici profonde a Palermo», spiega Davide Alamia, organizzatore del Festival. «Procopio Cutò è il simbolo dell’identità di Sherbeth, perché è stato il primo ad esportare, a Parigi, il gelato della sua tradizione familiare, facendolo conoscere al mondo. Sherbeth vuole continuare questo viaggio, facendo sì che il termine “gelato” sia riconosciuto in tutti i continenti come eccellenza italiana e non venga tradotto, al pari della pasta o della pizza».
Un premio dedicato all’originalità
I partecipanti presenteranno un gusto inedito, ideato appositamente per il concorso. Il tema è libero e lascia spazio alla creatività dei maestri, che utilizzeranno materie prime di alta qualità e tecniche innovative per reinterpretare la tradizione e spingere sempre oltre i confini del gelato artigianale.
A decidere chi salirà sul podio del Premio Francesco Procopio Cutò sarà una giuria tecnica d’eccezione, composta da Bang Gai, gelatiere cinese e Presidente Onorario in quanto vincitore dell’edizione 2024, dalla Presidente Amanda Dupas de Matos (ricercatrice presso Massey University, Nuova Zelanda), e dai componenti Stefano Predieri e Massimiliano Magli (CNR Bologna), Barbara Alfei (Capo Panel AMAP Marche) e Maria Mora Gijon (ricercatrice al Basque Culinary Center, Spagna).
Una giuria di giornalisti, critici enogastronomici e comunicatori assegnerà invece il Premio della critica. A loro spetterà il compito di premiare il gusto più identitario e innovativo.
La Giuria Critica sarà formata da: Paolo Marchi (giornalista, ideatore di Identità Golose), Jaclyn DeGiorgio (giornalista), Tania Mauri (giornalista), Massimiliano Tonelli (direttore di CiboToday), Megumi Ueda (giornalista) e Chiara Cavalleris (direttrice di Dissapore).
Bang Gai, il primo vincitore non italiano
L’edizione 2024 ha segnato un momento storico per Sherbeth: Bang Gai, maestro gelatiere cinese e proprietario della gelateria “Sette” di Hangzhou insieme alla moglie Ivy Li, ha conquistato la giuria con il suo gusto “Lemon Tree”.
Dopo aver scoperto la sua passione per il gelato in Italia, Bang Gai è tornato in Cina per aprire la propria gelateria, dove i suoi gusti raccontano l’equilibrio tra la sensibilità orientale e la tradizione artigianale italiana.
Un premio tra tradizione e futuro
Ogni anno il Premio Procopio Cutò si conferma un’occasione di confronto tra culture e visioni diverse, all’interno del quale la qualità e la passione per l’artigianalità diventano linguaggio comune. «Perché il gelato non è un mix di ingredienti dentro un miscelatore, ma un racconto fatto di tradizioni, di territori e di storie fatte da persone», conclude l’organizzatore Davide Alamia.
Informazioni utili
Date: 7 – 10 novembre 2025
Luogo: Piazza Verdi, Teatro Massimo – Palermo
Programma completo e accrediti stampa: www.sherbeth.it
Eventi
Festa dei sapori madoniti a Petralia Sottana
Diciassettesima edizione dai grandi numeri per l’evento che mette in sieme i produttori e gli artigiani del comprensorio madonita
Petralia Sottana, 28 ottobre 2025 – Bed and breakfast pieni, lunghe file di auto e bus di turisti. Diciassettesima edizione della “Festa dei Sapori Madoniti d’Autunno” dai grandi numeri quella che si è tenuta a Petralia Sottana. La kermesse, organizzata in collaborazione con il Consorzio del Centro Commerciale Naturale “Antonio Pepe”, con il sostegno del Comune di Petralia Sottana e della Bcc delle Madonie, e cofinanziata dalla Regione Siciliana – Assessorato Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea, ha fatto registrare oltre diecimila presenze tra gli stand di produttori e artigiani che hanno raggiunto il borgo da tutte le Madonie per mettere in mostra le eccellenze enogastronomiche del territorio.
La festa è ormai un evento consolidato nel panorama culturale e gastronomico della regione e rappresenta un’importante occasione per promuovere le eccellenze agroalimentari, l’artigianato locale e le tradizioni culturali del territorio madonita. Tre giornate che hanno regalato degustazioni, attività culturali e spettacoli, offrendo ai visitatori un’esperienza completa all’insegna della tradizione, del gusto e della convivialità.
“Una vera eccellenza della programmazione degli eventi non solo di Petralia Sottana, ma anche dell’intero comprensorio madonita – dice il sindaco di Petralia Sottana Pietro Polito – È un appuntamento che crea connessioni, che permette a un intero territorio di mostrare le sue produzioni enogastronomiche di eccellenza: dalle erbe aromatiche fino alle carni, prodotti che si distinguono nel patrimonio nazionale e internazionale per la biodiversità”. “Una festa che è nata qui per volontà dei petralesi – aggiunge Daniela Albanese, vicepresidente del Centro Commerciale Naturale – Inizialmente si chiamava Sagra delle Castagne ed era una sorta di mostra di ciò che questa piccola comunità sapeva fare. Poi la fiera si è evoluta e sono entrati anche i commercianti. In mostra sono andate le bellezze e le unicità di questi luoghi. L’accoglienza è diventata la nostra parola d’ordine, per coccolare la gente e invogliarla a visitare i nostri borghi sia d’estate che d’inverno”.
Cuore della festa è stato corso Paolo Agliata, con tutti gli stand dei produttori. Poi momenti di intrattenimento musicale e spettacoli in piazza della Vittoria e piazza Umberto I. Molto apprezzate anche le escursioni naturalistiche lungo il Sentiero Italia e le visite guidate al centro storico e alle chiese aperte. Tanti turisti hanno inoltre visitato il Museo Civico “Antonio Collisani”, aperto in via straordinaria per l’occasione.
Press: Manuela Zanni
Cultura
Il manifesto dei 100 anni di Rosa Balistreri
“Cent’anni”, presentato al Columbus day di Chicago il Manifesto per celebrare i 100 anni di Rosa Balistreri nel 2027
Chicago 15 ottobre — È stato ufficialmente presentato il Manifesto “Cent’anni”, documento fondativo delle celebrazioni dedicate ai 100 anni dalla nascita di Rosa Balistreri, che si terranno nel 2027.
Il Manifesto, che raccoglie i valori e i principi ispirati alla vita e all’opera della grande cantautrice siciliana, è stato siglato da Ron Onesti per la JCCIA – Joint Civic Committee of Italian Americans di Chicago, la più importante associazione degli italiani d’America in occasione del Columbus Day che si è svolto lo scorso 12 ottobre.
“Quest’anno la Sicilia è ospite d’onore del Columbus di Chicago, un evento a cui teniamo molto e che rappresenta il cuore della nostra comunità. Siamo, pertanto, felici che proprio da qui partano le attività per celebrare Rosa Balistreri, la cantautrice che incarna il cuore autentico della Sicilia” ha dichiarato Ron Onesti, presidente della JCCIA, l’associazione di Italo-americani che organizza il Columbus Day dal 1952.
“Abbiamo scelto di iniziare da Chicago, con l’adesione della JCCIA, per sottolineare il valore internazionale di Rosa Balistreri” – spiegano Giovanni Callea e Davide Morici della Fondazione Made in Sicily – una voce che unisce tutti i siciliani nel mondo, simbolo di libertà, dignità e radici condivise.”
Il Manifesto è stato inviato all’attenzione della Presidenza della Repubblica, della Presidenza della Regione Siciliana e delle principali istituzioni culturali nazionali e regionali.
Tra le prime adesioni già confermate figurano quella del Sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo, Marco Betta. Sul fronte degli artisti hanno iniziato a sottoscrivere il documento Lidia Schillaci (Palermo), “Gli Ottoni Animati” (Trapani), presenti alle celebrazioni del Columbus Day di Chicago, dove hanno rappresentato la Sicilia, ospite d’onore di quest’edizione e “I Cantustrittu” (Messina) presenti negli Stati Uniti per il Columbus week di New York e Boston.
“Rosa Balistreri è una voce che continua a parlare al mondo unisce generazioni e territori, e racconta la Sicilia autentica: la terra, la dignità, la libertà delle donne e il coraggio di chi non smette di cantare la verità” aggiungono e concludono Callea e Morici.
Il Manifesto “Cent’anni”, voluto e coordinato dalla Fondazione Made in Sicily Museum, segna l’inizio ufficiale del percorso verso il 2027 e si propone come piattaforma culturale condivisa tra Sicilia e comunità siciliane nel mondo, con eventi, mostre, concerti e progetti artistici dedicati alla memoria e all’eredità di Rosa Balistreri.
Ufficio Stampa
Manuela Zanni
Tessera Odg n. 168434
388/6933249
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