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InSalute (Dott.E.Alagna)

Ypsigrock: dalla nascita alle star dell’indie

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A distanza di più di vent’anni, l’Ypsigrock Festival è una certezza nello scenario internazionale indie-rock: dalla qualità artistica alla bellezza del Parco delle Madonie

Si è concluso domenica 11 agosto la 23esima edizione dell’Ypsigrock Festival, il primo boutique festival d’Italia, ormai punto di riferimento di tutti gli appassionati di cultura indie.

Il festival che si svolge nella splendida cornice di Castelbuono, tra il profondo azzurro del mare di Cefalù e il verde pastello del Parco delle Madonie, è stato ideato nel 1997 da Vincenzo Barreca e Gianfranco Raimondo, giovani del luogo appassionati di musica indie e alternative rock.

L’idea era quella di riuscire a far suonare gli artisti preferiti di sempre in casa propria, organizzando un festival ispirato alla vincente formula degli eventi internazionali.

A distanza di più di vent’anni, l’Ypsigrock Festival, il cui nome è frutto della commistione dei termini Ypsigro, antico nome bizantino della città di Castelbuono, e rock, è diventato una certezza nello scenario internazionale della musica indie-rock ed è percepito da molti giovani come un evento imperdibile per qualità artistica, per la sensibilità degli artisti e non di meno per la bellezza e l’unicità estetica dei meandri di questa piccola cittadina situata nel cuore del Parco delle Madonie

Ypsigrock, promosso e organizzato dall’Associazione Culturale Glenn Gould, il cui presidente è Mario Antonio Prestianni, vive la sua prima edizione nel 1997: quell’edizione durò soli due giorni. Si aprì il 4 agosto con le esibizioni dei Masnada (da Catania) e delle band palermitane Totem e 180° in opposity. Il giorno dopo salì sul palco il gruppo messinese Le Valvole e a seguire i La Crus, da Milano.

Negli anni seguirono le esibizioni degli Afterhours di Manuel Agnelli (1998), dei Marlene Kuntz (1999), nel 2000, quarta edizione del festival, calcano il palco dell’Ypsigrock i Venus, primo gruppo internazionale, di Bruxelles.

Nel 2002, Il festival venne inaugurato il 7 settembre e, per la prima ed unica volta, durò un solo giorno, in cui si esibirono, tra i vari artisti, i castelbuonesi Mary Dow Jones.

Solo nel 2005, nona edizione, il festival passò per la prima volta da due a tre giorni. Nella prima data, il 7 agosto, il festival vede protagonisti i Poppy’S Portrait, band emergente che aprì il concerto di Will Oldham, in arte Bonnie “Prince” Bill, cantautore e attore statunitense, classe 1970, accompagnato da Matt Sweeney.

Tra i nomi più altisonanti quello del musicista tedesco Sascha Ring, in arte Apparat (2008), Caribou (2010); edizione particolare quella del 2011 che annovera tra gli artisti il palermitano Antonio Dimartino, giunto al suo quinto album in studio; cantautore di spessore, bassista e cantante già attivo con i Famelika.

Tra i nomi più interessanti e ricchi di potenziale della nuova musica italiana. Grazie ai testi molto curati, alla sua sensibilità, alla musica che rievoca note e sentimenti antichi, Dimartino raccoglie ottimi consensi e si conferma oggi uno dei cantautori migliori in circolazione. Seguono gli Alt-J e i Primal Scream (2012).

Il 10 agosto del 2013 calcano la scena gli Omosumo, gruppo palermitano composto da Angelo Sicurella, Roberto Cammarata e Antonio Di Martino. Il giorno seguente è il turno degli Editors, gruppo musicale britannico formatosi a Stafford nel 2002, composto a inizio millennio da quattro ragazzotti poco sopra i vent’anni: Tom Smith, leader del gruppo, Chris Urbanowicz, Ed Lay e Russel Leetch. Sempre in bilico fra le note dal tratto dark e trame electro liberatorie la formazione di Tom Smith si è imposta come la miglior risposta britannica alla new wave a stelle e strisce.

Protagonisti della 18esima edizione Anna Calvi, cantautrice britannica classe 1980; gli Hysterical Sublime, gruppo siciliano di Palermo formato da Angelo Di Mino (autore dei brani, violoncellista e cantante), Francesco Incandela, Gianlorenzo Mungiovino, Luca La Russa, e Simone Sfameli, vincitori in quell’anno di “Avanti il prossimo”; elettronica, la loro, che cresce intorno alla funzione emotiva e catartica degli archi e arriva subito senza inutili giri virtuosi né pretesti, un modo elegante di creare musica electropop, quasi come fosse la cosa più facile del mondo, che finisce per esploderti dentro e rapirti il cuore.

Chiudono l’edizione del 2014 i Moderat, un progetto di musica elettronica nato a Berlino nel 2002; è il risultato della collaborazione fra Sascha Ring, meglio conosciuto come Apparat, e i Modeselektor (Gernot Bronsert e Sebastian Szarzy).

Hanno passeggiato tra i vicoli di Castelbuono, assaggiato le delizie che offre la nostra terra, esibendosi nella corte del Castello dei Ventimiglia, voluto nel 1317 dal conte Francesco I Ventimiglia, i Temples, i Be Forest, la cui ultima esibizione in Sicilia risale a questo inverno ai Candelai (Palermo), i Metronomy (band inglese formatasi nel 1999), Bipolar Sunshine, Notwist, Crystal Castles, Digitalism, Cigarettes After Sex, Beach House, The Jesus And Mary Chain: nomi importanti del panorama musicale internazionale che, con la loro musica senza tempo e senza età, uniscono generazioni, popoli di diversa cultura, di diversa etnia e religione, veicolano messaggi importanti di pace e libertà. È questo che rende unico l’Ypsigrock festival.

Arriviamo così alla 23esima edizione, quella di quest’anno, iniziata lo scorso giovedì, l’8 agosto, con il welcome party presso l’ypsicamping e maturata nei giorni 9, 10 e 11 agosto con le esibizioni di The National, gruppo americano di Cincinnati capitanato da Matt Berninger; La Rappresentante Di Lista, gruppo formatosi nel 2011 dall’incontro tra Veronica Lucchesi (voce) e Dario Mangiaracina (voce e chitarra), di origini rispettivamente toscane e siciliane; Spiritualized, gruppo rock inglese formatosi nel 1990 a Rugby da Jason Pierce, in arte J. Spaceman che ci regala le note di “Oh Happy Day”. Esibizioni le loro che spezzano il fiato, che regalano emozioni che non si dimenticano.

Speranza, Inclusione, accoglienza e riconciliazione: questi i valori alla base dell’Ypsigrock festival che dal passato guarda al futuro dove ancora tante ferite aspettano di essere rimarginate.

Così la musica, linguaggio universale, diventa veicolo del messaggio di pace e uguaglianza, abbattendo limiti di lingua, cultura e classe sociale.

L’Ypsigrock ha avuto la capacità e la sensibilità di includere tutti stavolta. All’interno di questo panorama ha trovato posto anche la Fondazione Con il Sud, attraverso il finanziamento del progetto “Tutti inclusi”. Castelbuono è un paese antico, composto da vie strette, salite, strade impervie, di certo non accessibili a tutti. Una persona con disabilità non avrebbe mai potuto prendere parte al Festival. È stata proprio questa voglia di inclusione a dar vita al tutto.

«Questo è il terzo grosso progetto che abbiamo fatto partire e dei tre è quello che meglio esprime l’idea che la Fondazione Con il Sud porta avanti, ovvero l’idea che attraverso il sociale si possa fare anche sviluppo. In questo caso stiamo parlando di accessibilità, in qualche modo anche di welfare, anche questo fa parte del benessere delle persone, la possibilità di accedere, di avere davvero un accesso totale a quei luoghi dove si può star bene. Castelbuono è tale di nome e di fatto, qui viene da stare bene», ha dichiarato Marco Imperiale, direttore della Fondazione Con il Sud.

L’inclusione non deve essere un’attività che bisogna insegnare alle persone. Deve essere una cosa che viene dalla coscienza e dalla sensibilità della gente che ci sta intorno; la sensibilità non è una caratteristica infusa dall’alto a tutti, c’è chi è sicuramente più portato e fa particolare attenzione, ma non sempre è così e non possiamo considerarla una colpa.

La storia del Festival, della particolare location e dell’alta qualità della proposta musicale, gli ha permesso di guadagnare, per il secondo anno di fila, un posto alla finale degli European Festival Awards 2018, come ‘Best festival small’ categoria a cui accedono solo i festival con un elevato impatto. Quest’ultima edizione ha registrato la presenza di quasi 10mila persone.

Mio personale ringraziamento agli organizzatori del festival, ai direttori artistici, a coloro i quali lavorano dietro le quinte, agli artisti capaci di trasmettere i valori di giustizia sociale, libertà, di amore e inclusione su cui fondiamo il nostro lavoro quotidiano. In questa nostra società della fretta e dei social network in cui neanche più la morte ci fa più particolarmente caso, gli artisti ci richiamano spesso, mettendo sempre al centro dei loro testi chi è più fragile di noi, chi è meno fortunato di noi.

Hanno sentito l’esigenza di mischiarsi con il loro pubblico, annullando ogni tipo di barriere. Questa la vera unicità del festival.

Il futuro è già nostalgia.

Eventi

Uno spazio amico per le simultaneous care

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Uno spazio amico per le simultaneous care, domani congneo Samot a Catania

Si terrà domani mattina 21 Maggio 2022, a partire  dalle ore 08:30 presso la Sala Convegni CAST dell’Azienda OspedalieroUniversitaria Policlinico G. Rodolico San Marco di Catania in Via S. Sofia n.78 (Edificio 8), la presentazione del progetto dell’Associazione S.A.M.O.T. Catania ONLUS dal titolo Uno Spazio Amico per le Simultaneous Carefinanziato dall’Avviso Pubblico n.1/2021 del Ministero del Lavoro e delle Poli0che Sociali in relazione alle attività di assistenza psicologica, psicosociologica o sanitaria in tutte le forme a favore dei bambini affetti da malattia oncologica e delle loro famiglie.

I saluti

Dopo i saluti istituzionali, aprirà i lavori del Convegno moderato dal Giornalista Nuccio Sciacca il Dott. Giulio Mellini con l’intervento dal titolo “Il modello delle cure palliative domiciliari della S.A.M.O.T. Catania Onlus”, al quale seguirà la presentazione generale dell’iniziativa progettuale da parte del Dott. William Di Noto.

Seguiranno gli interventi del Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di Catania la Prof.ssa Giovanna Russo (Il bambino con malattia ematooncologica: una complessa realtà assistenziale) e del Dirigente Medico Pediatra Dott.ssa Milena La Spina (La continuità assistenziale e il miglioramento della qualità̀ di vita nel bambino con malattia ematooncologica).

Il progetto 

Il progetto formativo e l’impianto di ricerca saranno illustrati dal Dirigente dell’Unità Operativa  Complessa “Servizio di Psicologia” dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Enna, Dott. Angelo Bonaventura; durante il Convegno, saranno letti alcuni brani dalla Direttrice  Elisa Di Dio dell’Associazione Culturale l’Arpa di Enna.

I lavori

I lavori del Convegno si concluderanno con la Tavola rotonda con il confronto fra i partner del progetto allo scopo di approfondire le modalità di miglioramento delle condizioni di tutela della salute dei bambini affetti da malattia oncologica residen0 nel territorio regionale siciliano ed il benessere dei loro nuclei familiari e con l’obiettivo di rafforzare le competenze is0tuzionali delle strutture che operano in ambito oncologicopediatrico, sviluppando specifiche e coerenti attività di cura, trattamento e riabilitazione secondo l’approccio metodologico innovativo delle Simultaneous Care

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In Evidenza

7000 litri di benzina necessari per affrontare la transoceanica Atlantica

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“Ben 7 ore ci sono volute per caricare i 7000 litri di benzina necessari per affrontare la transoceanica Atlantica che mi separa dalla Guyana Francese”.
Queste le parole pubblicate in un post su Facebook dal comandante dell’Aretusa Explorer, Sergio Davì.
Un duro lavoro reso possibile grazie al prezioso aiuto di VivoenerGy Shell che ha effettuato l’operazione tramite autobotte.
“Tutto è ormai pronto sull’Aretusa Explorer; carichi di emozione, speriamo di poter mollare gli ormeggi domani mattina” – è quanto scritto ieri pomeriggio sul suo profilo facebook.
Continuiamo a seguire real time la sua avventura attraverso il Live Tracker http://www.sgstracking.com/live/index.html?id=263
oppure tramite l’app ufficiale Sergio Davì Adventures (disponibile sia per Android che per Apple):
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Politica rispetto a gestione Covid-19 ha tempi anacronistici

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E’ arrivato il momento di fare un’analisi, e di tirare un pò le somme sull’emergenza sanitaria in atto,  non tralasciando gli errori commessi all’inizio della pandemia, provando a tracciare le linee guida per gli scenari futuri. 

“Numeri alla mano, il numero dei ricoverati in terapia intensiva in Italia sembrerebbe essersi stabilizzato rispetto a due settimane fa”. Lo ha affermato l’infettivologo genovese Matteo Bassetti; un dato che deve far ben sperare. Sugli ospedali italiani, ed in particolare sulle terapie intensive c’è meno pressione e anche se continuano in qualche modo a crescere i contagi, noi dobbiamo pensare alla variante Omicron in maniera diversa. Perché tanti casi non portano oggi a tanti ricoveri come accadeva con la variante Delta e le precedenti, che hanno asfaltato la popolazione italiana e sfibrato i camici bianchi.

Come detto in precedenza stiamo entrando in una nuova fase: altri Paesi, come l’Inghilterra, gli Stati Uniti e il nord Europa, hanno già vissuto la fase che ci prepariamo ad affrontare. È arrivato il momento di convivere con questo virus, di provare a cambiare le regole di convivenza che non possono essere quelle che avevamo un anno fa. E’ arrivato il momento di cambiare passo, oggi la situazione è molto diversa non solo perché abbiamo una variante nuova, ma soprattutto perché abbiamo una popolazione protetta al 90% da questo virus. L’Italia rientra tra le popolazioni più vaccinate al mondo; dobbiamo affrontare l’epidemia in modo diverso.

Oggi abbiamo una popolazione ampiamente vaccinata, e quindi protetta dalle forme gravi. Dobbiamo considerare diverse anche le “morti di covid”; ovvero se uno entra in ospedale perché, per esempio, si è rotto una gamba, perché ha un problema al cuore, perché deve fare una dialisi, e lo si trovasse positivo e per l’evoluzione della sua malattia muore, in realtà il decesso non può e non deve essere associato al Covid. Oggi ci troviamo in una fase diversa in cui dobbiamo mutare le modalità con cui classifichiamo le persone con il Covid.

Sottolineamo ancora di più l’importanza della vaccinazione, in quasi tutte le regioni dello stivale, i dati dei ricoveri nelle terapie intensive ci dicono che il 95% riguardano soggetti non vaccinati: i veri malati con la polmonite da Covid, sono soggetti non vaccinati. E soprattutto sono nella fascia che va  dai 50 ai 60 anni d’età. Sono soggetti che arrivano in ospedale con una forma molto grave e purtroppo possono finire in terapia intensiva. La vaccinazione che piaccia o no dà una protezione nei confronti della malattia grave e ci mette con le tre dosi praticamente al sicuro.

In molti mi chiedono quanto tempo ancora ci resta di questo periodo emergenziale e quanto manca, soprattutto, alla fine dell’incubo.

Nessuno ha la sfera di cristallo, ed è difficile anche fare una proiezione nel tempo di come il virus possa evolvere; di certo non va dimenticato che si tratta di un virus ad RNA e per questo è mutevole più degli altri. Dobbiamo però fare in modo che si arrivi quanto prima alla fase endemica cambiando procedure e regole del gioco; Francia, Spagna e Inghilterra hanno già messo in atto quel cambio di passo che li farà giungere, probabilmente, alla fase endemica. Penso che le regole erano forse adeguate un anno fa, oggi sono anacronistiche. Basti pensare alle quarantene, che non hanno saputo adeguarsi ai tempi e alla nuova variante, ai disastri della scuola, del mondo del lavoro. La politica, la politica sanitaria in particolare, è lontana anni luce dalla vita reale. Qui le decisioni andrebbero prese da un giorno all’altro se le cose cambiano. E invece noi oggi vediamo un immobilismo, una ingessatura di regole, di norme, che oltretutto non servono a nulla.

Tenere a casa i ragazzi perché hanno avuto forse un contatto con un positivo asintomatico è una cosa demenziale, afferma infatti Matteo Bassetti. Su questo bisognava essere più dinamici e dire smettiamola di fare tamponi agli asintomatici e, soprattutto a scuola, concentriamoci su chi ha sintomi e teniamoli a casa come si faceva una volta”.

Secondo Bassetti, dopo il 31 marzo il Governo dovrà dire stop a ulteriori proroghe dello stato di emergenza: “Sarebbe difficile spiegare ai cittadini come si possa continuare lo stato di emergenza”.
Molte regole vanno ripensate tenendo conto di quello che sta succedendo oggi con la nuova variante Omicron: l’obbligo vaccinale è uno strumento molto intelligente. Il Governo ha sbagliato i tempi, non i modi. La comunità scientifica chiedeva l’obbligo vaccinale per gli over 40 già da settembre-ottobre. Se lo avesse messo a settembre ottobre probabilmente avremmo avuto un’ondata minore rispetto a quella che abbiamo avuto.

Nella gestione di un problema virale, non possiamo avere i tempi della politica. La politica ha dei tempi che oggi sono anacronistici rispetto alla gestione del Covid. Urge un cambio di passo.

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