Cultura
Fratel Biagio accolto in parlamento a Bruxelles
Porta le istanze degli ultimi in Europa
Il missionario laico palermitano dopo un lungo cammino è arrivato al parlamento europeo e ha consegnato un messaggio di pace al presidente David Sassoli
Fratel Biagio accolto al Parlamento Europeo con David Sassoli
A causa di una profonda crisi spirituale, stanco della vita mondana che conduceva, ha sentito nel cuore di lasciare tutto e tutti; e ha deciso di lasciare la casa paterna il 5 maggio 1990 a 26 anni, con l’intenzione di non tornare più nella città di Palermo, perché quella città e quella società lo avevano tanto ferito e deluso.
Successivamente cominciò a sentire sempre più che Gesù lo portava con lui per fare una esperienza che successivamente avrebbe stravolto tutta la sua vita: «ho camminato molto scaricando le tensioni e le scorie della vita mondana, nel silenzio e nella meditazione mi sentivo sempre più libero e pieno di pace, non avevo nulla con me, eppure era come se avessi tutto».
Ha iniziato dunque un cammino, da pellegrino, attraverso le regioni dell’Italia fino ad arrivare ad Assisi, da San Francesco, a cui ha sentito l’esigenza di ispirarsi per la sua profonda umiltà e semplicità. Durante il lungo viaggio ha incontrato diversi poveri e trasandati che gli riportarono alla mente quei volti poveri e sofferenti che incontrava e assisteva nella città di Palermo.
«Pian piano, cominciai a capire il progetto “Missione”: dedicare la mia vita per i più poveri dei poveri. Da premettere che non avevo mai avuto nessuna esperienza del genere e avrei potuto farmi prendere dallo scoraggiamento, ma sentivo nel mio cuore che l’Amore di Gesù mi avrebbe aiutato a percorrere la vera e giusta strada».
Dopo l’arrivo ad Assisi, davanti la tomba di San Francesco, nei luoghi dove il Santo ha dedicato e donato la sua vita, ha sentito nel suo cuore di vivere la vita da missionario. Così nacque la Missione, proprio nelle strade di Palermo; partendo dalla stazione centrale tra i vagoni e le sale d’aspetto, angoli di strada, marciapiedi, panchine dove tanti fratelli dormivano e passavano intere giornate tra l’indifferenza più assoluta.
«La società li chiama barboni, vagabondi, alcolisti, prostitute, profughi, immigrati; ma dal momento che ho sentito il coraggio di incontrarli ed abbracciarli, li ho chiamati fratelli e sorelle, senza farli sentire inferiori o diversi da noi tutti. Ero felice di vivere con loro alla stazione, di aiutarli e confortarli, mi prodigavo a portare loro thermos con latte e the caldo, panini e coperte per ripararli dal freddo; da questa esperienza alla Stazione Centrale di Palermo, decisi di non tornare più a casa dei miei genitori, per condividere per sempre la mia vita con i fratelli ultimi, inizia così la Missione che sentii di chiamare Missione di Speranza e Carità».
Ieri, 16 settembre 2019, Fratel Biagio ha incontrato il presidente David Sassoli al quale ha consegnato questo messaggio urgente che rivolge all’unione europea e al mondo intero:
«Pace e Speranza a voi tutte autorità, eletti e responsabili di questo Parlamento Europeo chiamati a svolgere un prezioso operato per il benessere della società e per i tanti bisogni dei cittadini. Portate avanti questo impegno con coerenza nella pace, nella verità e nella giustizia, siete chiamati a costruire un mondo migliore per il benessere di tutta l’umanità.
Carissime autorità e noi tutti insieme dobbiamo impegnarci per contribuire e rafforzare sempre più l’Unione Europea soprattutto nella solidarietà, nell’ospitalità e nell’accoglienza. Una giusta e stabile società non può lasciare indietro i più deboli; è nostro dovere soccorrere chi si trova in difficoltà, attenzione! ogni autorità e ogni cittadino ha il dovere di soccorrere e di aiutare il suo simile “prossimo”.
Ogni uomo e donna è da rispettare, ha diritto di mangiare, di una casa, di un lavoro, vale per ogni emarginato, emigrante, immigrato, profugo. Dobbiamo comprendere che tutti loro sono frutto e parte di questa società, per questo è nostro dovere soccorrerli, aiutarli e rialzarli dalle loro sofferenze.
Stiamo molto attenti perché una società che lascia indietro i più deboli non può essere una giusta e corretta società, prima o poi rischia la destabilizzazione, la crisi, il crollo. Ecco il motivo perché il mondo è fortemente in crisi ed è ad un bivio; per questo deve essere urgente il nostro impegno, operato aprendo il nostro cuore, porgendogli così la mano e aiutarlo.
Ogni essere umano è nostro dovere aiutarlo senza fare distinzioni di colore, di nazione, di religione, di chi crede e di chi non crede. Attenzione che l’indifferenza emargina, uccide, chiudere la porta produce maggiore povertà, disagio, violenza, destabilizzazione, ingiustizie e guerre. Invece l’Accoglienza è integrazione, senza accoglienza non può esserci integrazione. La vera integrazione inizia dal sentirsi accolto ed amato, poi viene la formazione orale e la pratica. Ecco che dobbiamo dare loro la lenza per pescare, lo strumento per lavorare, solo così si potrà donare l’aiuto e la vera dignità alla persona umana.
Si scopre che le varie cause e problematiche sociali di oggi hanno tutte un unico bisogno: ridare dignità e speranza ad ogni persona umana. Attenzione, se non doniamo dignità e speranza non potrà mai esserci una giusta e corretta società. Ecco che abbiamo tutti il dovere di non alzare barriere, ancor peggio muri. Noi non siamo fatti per dividere, per separare le nazioni ma per unire. Apriamo al più presto il nostro cuore ad ogni persona umana, è tempo di ricostruire e di non calpestare più la verità, la vita, l’ambiente, i veri diritti umani, i veri valori, la vera pace e la vera speranza.
Carissima e amata Unione Europea ricordiamoci che la storia ci insegna che siamo frutto di tanti popoli; non possiamo permettere che vinca il male e l’ingiustizia. Rispondiamo al male con il bene e la giustizia mettendo in pratica al più presto la solidarietà nell’ospitalità. Grazie per avermi dato la possibilità di essere voce di chi non ha più speranza.
Il Buon Dio benedica il vostro operato. Buona missione perché tutti abbiamo una missione da compiere per il bene di tutta l’umanità. Siete stati eletti, chiamati a governare questa sofferta Unione Europea. Coraggio ce la faremo. Grazie, buon lavoro e buona Missione. Ogni uomo e ogni donna è nostro fratello e nostra sorella. pace e speranza fratel Biagio, piccolo servo inutile»
Cultura
Per una città ecosostenibile
Lettera al sindaco
I bambini della classe terza primaria dell’Istituto paritario “John Dewey” hanno scritto una lettera al Sindaco di Catania, Enrico Trantino, presentando alcune idee “per aiutare Catania a diventare una città meno inquinata e più sostenibile”.
L’aver scoperto che lo scorso anno Catania ha avuto la maglia nera della sostenibilità ambientale, li ha impegnati ad elaborare alcune proposte operative sollecitando: maggiore pulizia nelle strade; più bidoni per la raccolta differenziata, più piste ciclabili , panelli solari e parchi verdi”.
La lettera scritta a mano dai piccoli è stata consegnata al Sindaco in occasione di un incontro al Palazzo degli elefanti e i piccoli si sono resi portavoce degli altri bambini della Città, presentando al Sindaco insieme alla lettera alcuni disegni con messaggi operativi e simbolici la A: il vulcano, la T: gli alberi, la N: l’elefante, la I : le case e i palazzi. E poi ancora le auto elettriche. Il no ai cumuli di spazzatura.
I bambini, accompagnati dal preside Giuseppe Adernò, dalle maestre Federica Abate, e Veronica Miano, da Mariagrazia Puglisi in rappresentanza dei genitori, sono stati accolti con onore al Municipio, mettendo in azione un esercizio di cittadinanza attiva e responsabile.
Il Sindaco Trantino ho molto apprezzato l’iniziativa e, facendo tesoro dei consigli dei bambini ha chiesto la loro collaborazione per essere “come le formichine operose, capaci di far camminare l’elefante” e dare alla città di Catania una nuova dimensione di socialità e di progresso.
I disegni dei bambini sono stati collocati sotto il vetro nella stanza del sindaco, quale monito costante per una città ecosostenibile.
Cultura
I Cavalieri della Repubblica in cammino
A PESCARA CONVEGNO PER IL DECENNALE ANCRI
I Cavalieri della Repubblica in cammino sul sentiero della Solidarietà
Nelle splendide sale dell’Hotel Adriatico di Montesilvano -Pescara il prof. Marco Olivetti, docente di Diritto Costituzionale alla LUMSA di Roma e membro della commissione dei 35 esperti chiamati dal Presidente della Repubblica per le riforme istituzionali, ha sviluppato il tema sul “Principio della solidarietà nella Costituzione italiana”, mettendo a fuoco il valore solidarietà, inteso come aiuto tra le persone, muto sostegno tra i cittadini , sulla scia dei “diritti sociali” che scaturiscono da una “solidarietà paterna” che spetta allo Stato , come ben espresso nella Carta dei Diritti dell’Unione Europea negli articoli 27-38, che trovano riscontro nell’art. 2 della Costituzione quando si richiamano i “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociali”.
Nell’art. 52 della Carta Costituzionale vengono altresì richiamati i doveri di “solidarietà fraterna” che impegna ogni cittadino alla: difesa della Patria, fedeltà alla Repubblica, al rispetto delle norme tributarie che costituiscono la garanzia dei servizi di assistenza, salute, scuola, tutela del cittadino.
Nella voce solidarietà si intrecciano diritti e doveri, che vengono applicati ed esercitati nell’impianto organizzativo delle autonomie locali, nelle quali ciascun ente collabora e contribuisce alla costruzione del bene comune a beneficio di tutti i cittadini dello Stato italiano.
Attenzione all’altro
Il valore dell’attenzione all’altro, alle periferie, agli emarginati, ai profughi, alle molteplici povertà sociali impegna ogni cittadino a mettere in azione gesti e comportamenti di attenzione, di rispetto e di concreto aiuto.
Una particolare attenzione è stata riservata dal Relatore alle derive libertarie (droga, aborto, gender, eutanasia) che nella società di oggi, dominata dal relativismo, pervadono il tessuto sociale e corrodono le redici dei valori.
Dopo il saluto del presidente dimissionario Prof. Antonello De Oto dell’Università di Bologna, è stato letto il messaggio del Ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, ai convegnisti in occasione del V raduno nazionale, auspicando, come recita il motto ANCRI “Parati sumus iterare” a rinnovare le azioni di legalità e di impegno civile che hanno fatto meritare la prestigiosa onorificenza.
L’impegno
L’impegno per una solidarietà agita qualifica il contributo sociale e civile dei Cavalieri della Repubblica e i molteplici i interventi delle sezioni vengono coordinate dal delegato nazionale Antonio Benfatti.
IL presidente emerito, Uff. Tommaso Bove, ha percorso il cammino storico dell’associazione fondata nel 2014 ad Anzio, aggregando soltanto gli Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica ed ora presente nel territorio nazionale con quattromila aderenti.
Al teatro Circus di Pescara ha avuto luogo la serata di gala, aperta alla cittadinanza,con la partecipazioni di illustri artisti della regione.
La domenica,20 aprile, dopo la solenne S. Messa nella Cattedrale di Pescara, dedicata a San Cetteo, con l’esposizione di numerosi labari delle sezioni regionali e territoriali e con la recita della preghiera del Cavaliere, nella piazza del monumento dei Caduti è stata deposta una corona di alloro dal Sindaco Carlo Mascia, dal presidente Ancri Antonello De Oto e della presidente della sezione ANCRI di Pescara, Annamaria Di Rita.
Hanno partecipato alla manifestazione cittadina gli studenti delle scuole medie e superiori di Pescara, che hanno eseguito il Canto degli italiani, utilizzando il linguaggio dei segni, e portando una grande bandiera tricolore.
L’annullo postale, nella ricorrenza del 10° anniversario della fondazione dell’Ancri, ha suggellato la solenne ricorrenza.
Giuseppe Adernò
Cultura
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